Il rischio di nuovi lockdown fa tremare l'Europa. A Milano (-2,7%) tiene Bpm
Male anche Wall Street. Aumentano le misure restrittive con i contagi che si moltiplicano. Pesano anche lo stallo sugli aiuti fiscali negli Usa e le incertezze sulla Brexit. A Piazza Affari solo Ferrari chiude in positivo. Spread in rialzo a 129 punti
di Chiara Di Cristofaro e Stefania Arcudi
Le ultime da Radiocor
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5' di lettura
Chiusura in rosso per le Borse europee, frenate dalla paura di nuovi lockdown visto il costante aumento di contagi da coronavirus (in Francia al via il coprifuoco, in Italia si torna a parlare di possibili chiusure). Pesano anche le difficoltà a raggiungere un accordo sulle condizioni commerciali per la Brexit tra Ue e Regno Unito e l’incertezza sulle discussioni a Washington su nuovi stimoli all’economia (per ora è un nulla di fatto, anche se il presidente Trump ha detto che un accordo è possibile prima delle elezioni di novembre).
I principali indici hanno dunque chiuso in forte calo una seduta in cui sono mancati del tutto gli spunti per tentare il recupero. Così Milano ha perso il 2,77%, con lo spread in rialzo a 129 punti dai 122 di ieri, Parigi -2,11%, Francoforte -2,49%, Londra -1,73% e Madrid -1,5%%. I ribassi sono stati generalizzati, ma la sorte peggiore è toccata ai titoli del comparto turistico, automotive ed energetico.
In Italia, intanto, si è registrato un nuovo record di contagi e si parla di possibili ulteriori misure di contenimento. In Europa, tra l'altro, Ursula von der Leyen, ha lasciato il vertice Ue in corso a Bruxelles dopo che un membro del suo staff è risultato positivo al Covid-19 (la presidente della Commissione europea è risultata negativa ai test).
In rosso anche Wall Street, i sussidi deludono le attese
Andamento negativo anche per Wall Street, in linea con la seduta pesante in Europa. Il fatto che l’accordo sul tanto atteso stimolo economico negli Stati Uniti probabilmente non sarà raggiunto prima delle elezioni presidenziali ha annuvolato ulteriormente le prospettive. Non aiuta neanche il dato sui sussidi alla disoccupazione, saliti di 53mila unità a quota 898mila, peggio delle stime. Migliora, invece, l'indice manifatturiero della Fed iPhiladelphia di ottore, oltre le stime a 32,3 punti. In linea con le stime i prezzi import, saliti a settembre dello 0,3%. Sul fronte delle trimestrali, dopo la delusione per i numeri di Bank Of America e Wells Fargo, sono arrivati i numeri di Morgan Stanley, migliori delle attese. L'utile nel trimestre è aumentato del 25% a 2,7 mld di dollari con ricavi per 11,7 mld.
A Milano pioggia di vendite, giù i petroliferi
Piazza Affari, che durante la seduta è arrivata a perdere anche più del 3%, dopo che in Italia si è registrato il numero record di nuovi casi dall'inizio della pandemia. Solo Bper resta a galla sul FTSE MIB, giù sia i titoli industriali (Tenaris e Pirelli in particolare sono in fondo al listino) sia i finanziari con Finecobank e Azimut. Dalle vendite sui bancari si salva anche il Banco Bpm con gli insistenti rumor di M&A secondo cui il gruppo avrebbe firmato un accordo di riservatezza con Credit Agricole per uno scambio di informazioni finalizzato a valutare una possibile combinazione con gli asset italiani del gruppo francese. In flessione anche Atlantia dopo l'exploit innescato dalle trattative in esclusiva con Cdp per definire il riassetto di Autostrade per l'Italia: secondo Il Sole 24 Ore il prossimo 19 ottobre Cdp dovrebbe presentare una offerta vincolante basata su una valutazione di Aspi tra 10 e 11 miliardi strutturata attraverso due holding di cui Cdp avrebbe il controllo. Si difendono i farmaceutici.
Fuori dal Ftse Mib calo per Juventus, rally Casta Diva
Fuori dal listino principale, da segnalare il ribasso di Juventus (-3,06%) nel giorno in cui l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio dell’esercizio al 30 giugno 2020, che si è chiuso con una perdita pari a 89,7 milioni. Tra le migliori Casta Diva (+6,59%), dopo che è diventato efficace l’accordo triennale siglato con Over Seas, società del Gruppo HDRÀ, per l’affitto del ramo di azienda eventi con opzione d’acquisto e che include alcuni contratti per 11,5 milioni di euro.
In Europa comparto turistico al palo
Le Borse europee hanno terminato in deciso calo, frenate soprattutto dal pessimo andamento di energetici (-3% l'Euro Stoxx 600 di settore), tecnologici (-2,4%), industriali (-2%) e banche (-1,64%). Giornata nera anche per il settore turistico (-1,7%): le misure progressivamente più restrittive annunciate da diversi Paesi europei per contenere il contagio da coronavirus fanno temere nuove forme di lockdown simili a quelle utilizzate in primavera e con esse un nuovo pesante colpo all'industria del turismo. Per quanto riguarda i titoli, male le compagnie aeree easyJet (-3,32% a Londra), Lufthansa (-1,77% a Francoforte), Iag, che controlla British Airways e Iberia (-4%) e Air France Klm (-1,9%). In calo del 4,2% a Londra anche Rayanir che ha annunciato una riduzione della capacità dei voli per il periodo invernale al 40% a causa delle restrizioni Covid. A Londra perdono il 2,5% il tour operator Tui e il gruppo della crocieristica Carnival, mentre nel comparto alberghiero cade Accor a Parigi (-5,32%). Sul fronte opposto, da segnalare anche il rally di Unibail-Rodamco-Westfield (+14% a Parigi, in netta controtendenza in un listino in calo superiore al 2%), sulla spinta dell’offensiva di alcuni soci contro l’aumento di capitale programmato dalla società, che è tra i big mondiali dell’immobiliare commerciale.
BTp: spread chiude a 129 punti, tasso decennale 0,70%
Chiusura in netto rialzo per lo spread BTp/Bund che si allarga assecondando il movimento al rialzo dei BTp italiani, su cui hanno pesato oggi i timori per una recrudescenza del Covid in Italia. Al termine degli scambi il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005413171) e il Bund e' indicato a 129 punti base, in netto rialzo dal closing di ieri a 122 punti. In deciso aumento anche il rendimento del BTp decennale benchmark che è indicato in chiusura allo 0,70% dallo 0,66% del riferimento precedente.
Petrolio in discesa, si rafforza il dollaro
Nuovo ribasso del petrolio, sui rischi sul fronte della domanda e nonostante il calo superiore alle stime delle scorte americane (il Wti scadenza novembre cede il 2,73% a 39,92 dollari al barile, mentre il Brent dicembre scende del 2,35% a 42,3 dollari al barile). In questo quadro di cautela, si torna su asset rifugio a cominciare dal dollaro: il cambio euro/dollaro scende a 1,1699 (1,1713 in avvio e 1,177 ieri). L’euro vale 123,148 yen (123,7 ieri), mentre il biglietto verde si attesta a 105,26 yen.
La sterlina non reagisce allo stallo sulla Brexit
La sterlina è quasi piatta rispetto al dollaro e all'euro. "Nonostante il fatto che siamo già arrivati al 15 ottobre, senza che si sia trovato alcun accordo, gli investitori non sembrano credere che il Regno Unito lascerà le negoziazioni a mani vuote", scrivono gli analisti di ActivTrades. "Forse - aggiungono - è perché di fronte a un'economia malconcia, all'aumento del numero di infezioni da Covid e a un ambiente politico interno sempre più teso, l'ultima cosa di cui il governo di Boris Johnson ha bisogno è un altro incendio da spegnere".
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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