AnalisiL'analisi si basa sulla cronaca e sfrutta l'esperienza e la competenza dell'autore per spiegare i fatti, a volte interpretando e traendo conclusioni. Scopri di piùLo studio Janus Henderson

Società quotate, per i dividendi è ancora tempo di record. L’Italia vola a +72%

In attesa della frenata (inevitabile) i soci si godono ancora una stagione di ricche cedole. Il secondo trimestre 2022 è da primato, con 544,8 miliardi di dollari (Piazza Affari compresa)

di Maximilian Cellino

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3' di lettura

La recessione appare ormai alle porte, e con essa arriveranno sicuramente tempi difficili per il mondo societario. Per adesso però le aziende quotate, e soprattutto i loro soci, continuano a godersi il momento d’oro (e in parte anche inatteso, almeno in questa misura) dei dividendi. Stando ai dati raccolti da Janus Henderson fra le principali 1.200 società quotate nel mondo e incluse nel suo Global Dividend Index nel secondo trimestre 2022, l’ammontare di cedole pagate ha raggiunto i 544,8 miliardi di dollari a livello globale.

Verso un nuovo primato

Si tratta di un livello record, che supera dell’11,3% i valori registrati nello stesso periodo dello scorso anno e che sarebbe stato ancora più rotondo (+19,1%) se non vi fosse stato nel frattempo un forte apprezzamento del dollaro. Ciò che conta, al di là dei fattori straordinari, è che il 94% delle società ha aumentato o confermato le distribuzioni. Questo ha permesso di superare i livelli pre-Covid e di attestarsi appena al 2,3% sotto la tendenza di lungo periodo.

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LA CORSA DELLE CEDOLE
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Si potrebbe certo obiettare che cifre simili offrano uno spaccato di ciò che ormai appartiene al passato, visto che i pagamenti, come ricorda Janus Henderson, «fanno eco a un buon 2021 in cui le società hanno beneficiato dell’aumento delle vendite e dell’espansione dei margini di profitto sulla scia dell’incremento della domanda post-pandemia». La frenata, insomma, deve ancora arrivare e non si farà probabilmente attendere, ma gli analisti mantengono comunque una certa fiducia tanto da correggere leggermente al rialzo (1.560 miliardi anziché 1.540) le attese per l’intero 2022 che diventerebbe quindi un nuovo anno record grazie a una crescita complessiva del 5,8% o dell’8,5% su base sottostante (esclusi cioè i fattori straordinari, a partire dagli effetti valutari).

La spinta europea (e quella italiana)

A livello geografico la crescita risulta diffusa in tutte le aree, ma è stata soprattutto l’Europa a fare da traino con un aumento di circa il 35% dei dividendi sottostanti, come era prevedibile. La maggior parte delle società del Vecchio Continente paga infatti le cedole in un’unica soluzione nel corso dell’anno e proprio nel secondo trimestre, un periodo in cui - ricordano gli analisti - le distribuzioni sono tornate su livelli normali per la prima volta dal 2019.

Non deve quindi stupire come l’Italia abbia fatto la propria parte con l’equivalente di 8,5 miliardi di dollari versati dalle aziende quotate ai soci e una crescita sottostante del 72,2% rispetto all’anno precedente. «Oltre la metà di questo aumento - mette in chiaro Federico Pons, Country Head Italia di Janus Henderson - è attribuibile alla normalizzazione dei dividendi bancari, ma hanno contribuito positivamente anche la ripresa del dividendo da parte di Atlantia, tornato sui livelli pre-pandemia, e il consistente aumento delle distribuzioni di Eni».

Senza contare il contributo fornito dagli istituti di credito, l’incremento sarebbe stato comunque del 43% ed è significativo anche il fatto che nessuna delle società del nostro Paese incluse nell’indice abbia operato un taglio. Per i dividendi italiani si profila dunque un anno record in euro, anche se il totale in dollari non riuscirà a eguagliare il risultato del 2021 a causa del tasso di cambio.

Le prospettive future

Fin qui appunto i dati riferiti al passato, prima dell’annunciata inversione di tendenza sui tassi delle Banche centrali e della meno attesa fiammata di inflazione e prezzi delle materie prime, per non parlare del conflitto Russia-Ucraina. «Avvicinandosi al 2023 non potremo più contare sul recupero delle distribuzioni dopo la pandemia, inoltre il rallentamento della crescita economica globale e la probabilità che i dividendi delle società minerarie siano ormai vicini al picco agiranno ulteriormente da freno», ammette Janus Henderson, che si attende una crescita più lenta dei dividendi il prossimo anno.

Niente sembra suggerire che i dividendi globali non possano sostenere a lungo termine la crescita annua del 5-6% a cui ormai siamo abituati

Janus Henderson Ben Lofthouse

L’incertezza legata al breve termine non sembra tuttavia intaccare la visione moderatamente ottimista per il lungo periodo. «Niente sembra suggerire che i dividendi globali non possano sostenere a lungo termine la crescita annua del 5-6% a cui ormai siamo abituati», osserva Ben Lofthouse, Head of Global Equity Income di Janus Henderson, ricordando come in fondo il ciclo economico sia fatto di alti e bassi. Lunga vita ai dividendi societari, insomma.

Riproduzione riservata ©
  • Maximilian CellinoRedattore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: italiano, inglese, tedesco

    Argomenti: Mercati finanziari, politiche monetarie, risparmio gestito, investimenti, fonti alternative di finanziamento, regolamento del sistema finanziario

    Premi: Premio State Street 2017 per il giornalista dell'anno - Categoria Innovazione

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