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Per i gestori Pir le aziende sostenibili hanno una marcia in più

Per le società medio piccole è più difficile reperire le informazioni perché non hanno strutture dedicate come le grandi. I pareri di Amundi, Anthilia e Arca.

di Isabella Della Valle

(Romolo Tavani - stock.adobe.com)

4' di lettura

Per un gestore di fondi Pir sono utili o meno le informazioni di sostenibilità fornite da un’azienda sia per contenere i rischi, sia per selezionare le Pmi da inserire in portafoglio? Una domanda che aiuta a capire come nel comparto delle realtà aziendali medio piccole l’attenzione alle tematiche sociali e ambientali sia un driver importante per guidare le scelte di investimento. E sono soprattutto i gestori dei piani individuali di risparmio che possono testimoniare se e quanto sia utile una corretta informativa sui temi della sostenibilità. Sono loro, infatti, a essere specializzati nella selezione di quelle realtà imprenditoriali che nonostante le dimensioni contenute sostengono il ciclo produttivo del nostro Paese.

La sostenibilità deve essere effettiva

«Le informazioni di sostenibilità sono certamente utili – spiega Paolo Rizzo, partner di Anthilia Capital Partner, società top performer tra i Pir italiani –, tuttavia, è necessario fare due valutazioni. La prima è capire attraverso l’analisi della società se il business aziendale è sostenibile e se risponde ai criteri Esg, soprattutto per quanto riguarda l’environment. La seconda è verificare che le società siano compliant ai criteri di sostenibilità. In questo caso accade abbastanza di frequente che non lo siano al 100%, nel senso che non rispondono a tutte le caratteristiche. Ad esempio, anche quelle società il cui business è environmental friendly spesso risultano non essere completamente sostenibili in quanto non hanno implementato tutta la documentazione necessaria». Bisogna quindi prestare attenzione a che la sostenibilità non sia soltanto dichiarata ma anche effettiva in tutte le sue declinazioni.

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L’azienda vale di più

Elena Ferrarese, head of italian equities di Amundi Sgr, è convinta che la sostenibilità economica non possa prescindere dalla sostenibilità verso tutti gli stakeholder e afferma che «sempre più investitori finanziari chiedono alle società quotate di dare visibilità alle pratiche che mettono in atto su impatto ambientale, sociale e di buon governo dell’azienda perché tutti questi aspetti insieme contribuiscono ad aumentare il valore dell’azienda stessa. Per le società più piccole, quindi adatte ad un portafoglio Pir, è molto importante perché possono trovarsi a competere con grandi gruppi già molto strutturati oppure costrette a rispettare dettami regolatori che potrebbero richiedere investimenti aggiuntivi». In questo caso, dunque, la sostenibilità fa da denominatore comune tra le Pmi e le big cap: non conta solo la dimensione, ma soprattutto la modalità di gestione.

Gestori sempre più green

Più di un anno fa Arca Fondi Sgr ha sottoscritto i Principi per l’Investimento Responsabile delle Nazioni Unite, sottolineando l’importanza dell'integrazione dei fattori Esg nelle decisioni di investimento.

«Pur non avendo un esplicito mandato Esg, i fondi Pir tengono in considerazione le informazioni di sostenibilità delle aziende nelle scelte di investimento - afferma Giorgio Bortolozzo, responsabile dell’azionario di Arca Fondi Sgr - . Infatti, nell’analisi di una società si devono sempre tenere in considerazione i rischi e le opportunità che questa può avere come conseguenza del settore in cui opera, dell'approccio adottato e della visione del management. Tra questi aspetti rientrano l’impatto che la società ha sull’ambiente, sugli stakeholder e l’adozione delle best practice di governance».

Bortolozzo precisa anche che in precedenza questa analisi era puramente qualitativa, traspariva dal dialogo con il management, con i clienti della società e con i fornitori, mentre oggi questi aspetti stanno assumendo una forma esplicita, quantificabile e possono essere misurati, monitorati e verificati più puntualmente, anche grazie alle richieste che autorità e investitori stanno ponendo alle società per aumentarne la trasparenza e la chiarezza.

I piccoli hanno più difficoltà a comunicare

Appurato che l’informativa sia importante, resta però da capire se oggi le informazioni fornite dalle società medio piccole possano essere ritenute sufficienti. «Nella maggioranza dei casi no – spiega Rizzo –. Questo principalmente perché, trattandosi di società piccole, spesso non hanno implementato tutta la procedura necessaria».

Dello stesso avviso anche Ferrarese che sottolinea come molto spesso le società più piccole abbiano già comportamenti virtuosi ma fatichino a comunicarli al mercato perché la snellezza delle strutture ha difficoltà a recuperare tutti i dati: «Facendo un discorso generale – conclude – penso che un buon numero sia già a buon punto del percorso, altre lo hanno intrapreso e altre lo hanno come obiettivo 2021; tutte hanno comunque chiaro l’importanza dell’obiettivo».

E anche Bortolozzo mette in evidenza la possibilità per aziende più grandi di fare affidamento su strutture tecniche e personale dedicato alla raccolta, elaborazione e ridistribuzione fruibile di tutte le informazioni non strettamente finanziarie, più di quanto non sia possibile in società di più piccole dimensioni.

Una scelta obbligata

«Stiamo però vedendo uno sforzo da parte di tutte le società -conclude Bortolozzo -, anche quelle più piccole, nel porre maggiore attenzione su queste tematiche nella gestione quotidiana del proprio business, oltre che ad offrire risposte puntuali quando posti di fronte a richieste in ambito Esg. Il percorso intrapreso è quello giusto, anche se mancano ancora degli standard comuni che rendano confrontabili e analizzabili in modo agevole queste informazioni da ogni investitore».

Ben venga quindi lo sforzo del regulator verso la definizione di un set chiaro di informazioni essenziali e una reportistica standardizzata. Ormai la finanza sostenibile non è più un’opzione, ma una scelta obbligata per chi vuole proiettare il suo business nel futuro, confrontarsi con realtà più grandi, espandersi oltre i confini nazionali e rivolgersi a un pubblico molto più attento alle tematiche socio ambientali. La strada è quella giusta ma ancora abbastanza lunga.

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