Decreto flussi

Per le imprese ok a 70mila stranieri nonostante gli sbarchi raddoppiati

Il presidente del Consiglio firma il decreto per l’ingresso di migranti sul mercato del lavoro: è il doppio della quota 2021

di Marco Ludovico

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2' di lettura

Mario Draghi ha superato i contrasti politici, ha mediato sulle cifre, ha incassato un provvedimento subito apprezzato dalle associazioni di categoria. Il decreto flussi torna una scelta di governo per rispondere alla carenza di manodopera. Il testo firmato da Draghi prevede il doppio dei migranti dell’anno scorso ma anche degli anni precedenti. Lo stesso presidente del Consiglio ha annunciato la necessità di un decreto integrativo se il fabbisogno di forza lavoro lo richiederà. Un indirizzo non in contrasto, al di là delle apparenze, con il flusso di sbarchi contraddistinto da un bilancio 2021 raddoppiato rispetto all’anno scorso.

Programmazione transitoria

Il provvedimento, firmato il 21 dicembre, parla di «programmazione transitoria». Contempla per i migranti autorizzati all’ingresso «motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo». La «quota complessiva massima» è di «69.700 unità». A palazzo Chigi il testo è rimasto per diversi giorni conteso nelle limature finali: il tema della discussione è stato il numero totale di ingressi. Il decreto flussi è stato messo a punto in via primaria dai tecnici dei ministri Luciana Lamorgese (Interno) e Andrea Orlando (Lavoro) insieme al ministero degli Esteri. La parola finale a Draghi essendo un Dpcm, acronimo ormai famoso di decreto del presidente del consiglio dei ministri. Sulla cifra definitiva non c’è stata più alcuna obiezione.

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Il testo del decreto flussi

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Probabile un altro decreto

«Rispondiamo a una richiesta da parte dell’industria italiana, specialmente nell’edilizia, che è anche maggiore di questa cifra» ha sottolineato il presidente del Consiglio in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno. Conferma il ministro del Lavoro Andrea Orlando: la quantificazione del decreto è «un numero importante, più del doppio rispetto a quello previsto negli ultimi io anni. Eppure è al di sotto dei fabbisogni che ci vengono rappresentati». Le imprese apprezzano. Si vedrà a questo punto la forza dei numeri rispetto alle necessità. «Così salviamo il raccolto» esulta la Coldiretti. Il decreto, per esempio, prevede 20mila stranieri destinati ai «settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia e turistico alberghiero». La provenienza è indicata nel testo e riguarda paesi asiatici, africani e dell’est Europa.

Sbarchi, il doppio rispetto al 2021

Il tema degli sbarchi è stato spesso presente nel dibattito politico, alimentato da Lega e Fratelli d’Italia. Ma mai in prima linea. I numeri, certo, sono eloquenti. Il cruscotto statistico giornaliero del ministero dell’Interno registra al 22 dicembre 64.100 migranti giunti sulle nostre coste dal primo gennaio 2021. Nello stesso periodo l’anno scorso erano stati 33.745 mentre due anni fa si limitavano a 11.280. Nella seconda metà di questo mese c’è stato un picco di approdi tra il 16 e il 17 dicembre con 730 stranieri. I tunisini sono in testa tra le nazioni di provenienza (15.477) seguiti dagli egiziani (8.135) e i bengalesi (7.656). La questione tornerà di nuovo alla ribalta. Certo sul tema Draghi ha sollecitato tutta l’Europa a impegnarsi sul serio.

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