ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùFuga dalle professioni /4

Fuga dalla libera professione tra gli ingegneri under 35

Il boom degli abilitati con l’esame semplificato non porta iscritti all’Albo. Tra i giovani via uno su cinque in dieci anni

di Margherita Ceci

3' di lettura

Si abbassa la percentuale di ingegneri in libera professione. Lo confermano i dati Almalaurea sulla tipologia di impiego a uno e a cinque anni dalla laurea – nel 2021 solo il 3,2% lavora in proprio – e i numeri delle nuove iscrizioni di Inarcassa. Gli ingegneri under 35 iscritti alla Cassa diminuiscono del 22,2% nel 2022 rispetto all'anno precedente; una contrazione pari a quella sul decennio, un -21% rispetto al 2013 (si veda il grafico in basso). Aumentano nel frattempo le cancellazioni: +75% rispetto al 2013. Complici la fine delle misure di sostegno per autonomi e professionisti (bonus ed esonero dai contributi previdenziali) da un lato, e la ripresa del mercato del lavoro dipendente dall'altro (quasi 400mila i nuovi posti di lavoro nel 2022).

Una fuga dalla libera professione che interessa anche i redditi. Nonostante mostri una crescita del 13% nel decennio, il reddito medio dei giovani ingegneri vede ancora un divario importante con quello dell'intera categoria: nel 2021 – dati Inarcassa – era di 23.927 euro, equivalente a poco più della metà dei 44.459 di reddito medio totale (cresciuto del 20% rispetto al 2012). E anche il divario tra lavoro dipendente e lavoro autonomo non è poi così ampio da rendere quest'ultimo più attrattivo: le retribuzioni medie mensili a cinque anni dalla laurea – dati Almalaurea 2022 – sono di 2.246 euro per il lavoratore autonomo dell'area industriale e dell'informazione, contro i 1.996 del collega dipendente. D'altronde, quello della retribuzione è un tema sottolineato anche dall'Ordine (si veda l'intervista a fianco).

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Non consola neanche il boom degli esami di abilitazione del 2020 e 2021. La semplificazione delle prove dovuta all'emergenza ha portato a un aumento considerevole dei partecipanti (da 8.990 del 2016 si è passati ai 16.014 e i 16.151 di 2020 e 2021) e quindi degli abilitati, passati dai 7.906 del 2019 ai 14.623 del 2020. Un boom che si è ripetuto anche nel 2021,con 14.621 abilitati. I numeri, presentati dal Centro studi del Consiglio nazionale ingegneri (Cni), non si traducono però in una crescita degli iscritti all'Albo, confermando quanto già rilevato nell'indagine 2020: l'abilitazione viene vista dai giovani laureati più come un investimento che può tornare utile in futuro, che come un vantaggio immediato. Un'opzione da valutare e perseguire quindi solo nel caso in cui questa non richieda un impegno prolungato nel tempo. L'abilitazione professionale riguarda, da sempre, soprattutto gli ingegneri del settore civile e ambientale, la cui iscrizione all'Albo è necessaria per firmare i progetti. Tra gli abilitati nel 2021 e dunque iscritti all'Ordine nel 2022, il 62,8% è rappresentato dai civili, a fronte del 13,9% degli ingegneri industriali e il 15,8% di quelli informatici.

Dal lato del welfare, intanto, Inarcassa segnala le attività di sostegno alla professione dedicate agli under 35 come i prestiti d'onore per gli iscritti, fruibili anche dalle professioniste madri di figli in età prescolare o scolare. Si tratta di finanziamenti agevolati fino a 15mila euro, su cui Inarcassa prende in carico il 100% degli interessi. Vengono erogati annualmente circa 780mila euro. Per consentire ai giovani di destinare maggiori risorse all'attività di studio inoltre, è prevista la riduzione a un terzo dei contributi minimi per i primi cinque anni d'iscrizione, oltre a un'aliquota soggettiva al 50 per cento. I cinque anni a contribuzione ridotta verranno inoltre accreditati da Inarcassa per intero a chi, ai fini pensionistici, avrà all'attivo altri 25 anni – anche non continuativi – d'iscrizione piena.

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