Per innovare non bastano le idee, serve un processo strutturato
È fondamentale il commitment del top management per garantire lo sviluppo di nuove unità o processi necessari per sostenere il cambiamento
di Marco Scuri *
4' di lettura
L'innovazione è sempre più al centro dell’agenda di governi, imprese ed istituzioni. Per innovare concretamente, non bastano però le idee, ma serve governare a 360° il processo di innovazione. È evidente che l’innovazione sia necessaria per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Le aziende che non si rinnovano vengono sostituite da altre che sanno cogliere i cambiamenti del mercato. Inoltre, l'incapacità di rinnovarsi rende le aziende lente, burocratiche e con costi eccessivi, mettendole in posizione di svantaggio rispetto a concorrenti più agili.
Un esempio è rappresentato dal mercato delle Telco, dove l'ingresso di Iliad è stato dirompente. Nel giro di un paio d’anni l’azienda francese ha raggiunto una quota di mercato dell’8% (fonte: Agcom 2020). Iliad sta avendo successo non soltanto perché ha saputo rivoluzionare le aspettative dei clienti con la sua offerta flat, ma anche perché il modello di offerta è perfettamente integrato con una filosofia aziendale basata sulla semplicità e sulla flessibilità. Se l’offerta è identica per tutti i clienti, è chiaro infatti che non servono processi complicati.
Le aziende Telco italiane avrebbero potuto prevenire un ingresso così efficace di Iliad? Immaginiamo infatti se una delle altre aziende avesse lanciato un’importante campagna marketing con un cambio radicale nel modello di offerta commerciale. Niente più sconti, ma un’offerta flat per tutta la durata del contratto col cliente. Probabilmente non avrebbe funzionato, perché per innovare veramente non basta comunicare meglio od offrire il prodotto giusto, ma serve cambiare a 360° la realtà aziendale.
Un’offerta flat in una delle aziende più tradizionali si sarebbe scontrata con resistenze interne, processi aziendali consolidati nel tempo e sistemi IT rigidi. È quindi sicuramente importante portare l’innovazione al mercato, ma è fondamentale al contempo coinvolgere tutte le funzioni aziendali nella sua realizzazione. Per questo, non basta la creatività del singolo ma è necessario attivare un processo aziendale strutturato dedicato all’innovazione. E come ogni processo, dovrà avere un responsabile e dovrà seguire fasi e attività definite.
L’innovazione non avviene da sola, ma va gestita. Per questo è fondamentale il commitment del top management, che deve garantire budget e risorse ad una funzione aziendale dedicata all’innovazione. Questa funzione ha il compito di favorire un ambiente adatto alla generazione di idee, costruendo processi e contesti nei quali le idee possono fiorire. Con il budget ricevuto deve finanziare le idee migliori e monitorarne il progresso, fermando le iniziative che si rivelano inefficaci e promuovendo con forza quelle che invece funzionano.
La generazione di idee spetta però ad altri: deve provenire sia da attori interni che da attori esterni. I dipendenti sono una fonte fondamentale di innovazione grazie alla loro esperienza concreta e a contatto col business. Serve però un processo strutturato per raccogliere le idee dai dipendenti, per far sì che chiunque abbia un’idea valida la possa portare avanti. Le idee migliori devono poi essere portate avanti da team dedicati e full-time, per consentire il giusto commitment all’innovazione.
Ad esempio, Siram, azienda italiana nel settore dell’efficienza energetica, ha avviato una call for ideas coinvolgendo tutti i dipendenti e portando all'identificazione di quattro sfide. Successivamente è stato creato il Siram L@B, un vero e proprio incubatore di startup, per formare i dipendenti che hanno portato queste quattro sfide alla loro realizzazione concreta. Ma coinvolgere persone internamente spesso non basta più. Il coinvolgimento di attori esterni è sempre più importante perché porta un punto di vista esterno.
Il modello di Open Innovation consiste proprio nel coinvolgimento di terze parti (es. startup, università, fornitori) per raccogliere idee radicalmente innovative, che internamente sarebbero a volte perfino impensabili, ma che rappresentano spesso ciò che va fatto veramente.
Una volta generate le idee, serve però realizzarle. I progetti aziendali con budget milionari, ricerche di mercato e grandi campagne marketing sono ormai obsoleti in un mondo che cambia troppo velocemente. Serve un approccio molto più concreto, rapido e low-cost nello sviluppo dell’innovazione. Per questo il ruolo dei prototipi è diventato centrale, per cercare di capire rapidamente i veri bisogni del cliente. Ed è per questo che si stanno diffondendo metodologie di Design Thinking, un framework utile per stimolare l’empatia con il cliente e poi fornire rapidamente un prototipo il più possibile centrato sul cliente stesso.
Una volta validato il primo prototipo, serve però portarlo sul mercato. La premessa fondamentale dell’innovazione è che 9 iniziative su 10 falliscono. Questa statistica ben nota, tuttavia viene spesso dimenticata nei progetti aziendali, dove i manager non possono permettersi fallimenti che potrebbero compromettere la loro reputazione, per cui trascinano in eterno progetti fallimentari. La verità però è che l’innovazione è imperfetta e, fino a che non si va sul mercato, il rischio di fallire è molto più che reale. Ed è per questo che serve procedere a piccoli passi, con prototipi e sperimentazioni che vengono gradualmente testate dai clienti. L'importante in questa fase è sperimentare, provare, cambiare fino a che non si arriva al giusto product/market fit, senza compromettere le finanze aziendali.
Le aziende funzionano grazie a dipartimenti specializzati come ad esempio l’IT, l’HR, la contabilità interna o la finanza. Se però questi dipartimenti non si adeguano all’innovazione, ne risentono i risultati aziendali. Prendiamo ad esempio l’IT. I sistemi informatici sono ormai centrali nella realizzazione di molti progetti aziendali. Un approccio allo sviluppo IT rigido e poco flessibile si scontra con la necessità di essere rapidi ed efficaci. Per questo l’Agile si sta diffondendo in maniera esponenziale. È infatti un metodo di sviluppo incrementale ed iterativo che privilegia la soddisfazione del cliente in tempi certi rispetto alla pianificazione rigida di requisiti funzionali scritti magari molti mesi prima.
Una volta che si genera un’idea di successo, non basta però realizzarla. Serve gestire il cambiamento interno necessario per sostenerla. Anche le idee vincenti si scontrano infatti con resistenze interne e processi consolidati, per cui è fondamentale il commitment del top management per garantire lo sviluppo di nuove unità o processi che si rendono necessari per sostenere l’innovazione.
Le idee che vincono sul mercato devono vincere anche internamente, anche a costo di danneggiare altre aree aziendali.Perché le idee migliori alla fine vincono, indipendentemente dalle quote di mercato degli incumbent, dalla bravura dei loro manager e dalla loro capacità di comunicare. Se non si è continuamente disposti a rischiare il certo per l'incerto, arriverà qualcun altro disposto a farlo, e ne raccoglierà tutti i benefici.
* Senior Consultant Strategic Management Partners
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