Industria alimentare, 700 milioni di investimenti con il sostegno del Mise
Gli accordi di programma firmati nel 2021 al ministero dello Sviluppo Economico hanno portato al rinnovo di linee produttive e stabilimenti, a nuovi progetti di ricerca, al taglio dei consumi e alla creazione di 714 posti di lavoro
di Silvia Marzialetti
3' di lettura
Macchinari di ultima generazione per affinare il livello qualitativo della birra, tunnel aerei di movimentazione e impianti trigenerativi di autoproduzione energetica funzionali allo sviluppo di prodotti orticoli in foglia. Per comprendere quanto il mondo dell’agroalimentare reagisca allo shock pandemico, spingendo su innovazione e sostenibilità, è utile osservare la cartina di tornasole degli accordi di sviluppo e di programma, piani di investimento destinati al settore agroindustriale (oltre che industriale, turistico e ambientale) sottoscritti dal ministero dello Sviluppo economico con aziende e Regioni e la cui gestione è demandata a Invitalia, che opera sotto le direttive del dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti.
Il primo esempio citato riguarda il sito di produzione Heineken Italia di Assemini (Cagliari), per il quale è previsto un programma di circa 65 milioni di euro di investimenti (di cui 14 milioni finanziati dal ministero), il secondo il complesso industriale Orogel di Cesena (24,7 milioni previsti). Ma i casi sono numerosi. Il più significativo in termini di risorse (più di 81 milioni di euro) è stato attivato da Ferrero Industriale Italia per il raddoppio della produzione nel sito di Balvano, in Basilicata, dove nascono i celebri biscotti ripieni di crema alla nocciola, ma da Liguori Pastificio a Rovagnati, passando per Inalpi e Aia, gli accordi siglati solo l’anno scorso sono ventuno e hanno attivato - secondo la ricognizione effettuata da Il Sole 24 Ore - investimenti per 684 milioni di euro. A questi se ne aggiungono due siglati a inizio 2022 – Riso Scotti e Aceto Ponti - che portano il plafond a 725 milioni di euro. Circa 240 milioni le risorse messe a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico nel 2021, oltre ai 15 milioni di euro dei due accordi autorizzati all'inizio di quest'anno.
Ci sono poi altri quattro accordi in corso di definizione, che mobiliteranno ulteriori 130 milioni di investimenti e che riguardano aziende attive nei comparti legumi, cereali, vino, olio. Revamping, acquisto di macchinari altamente tecnologici, ricerca e sviluppo, incremento occupazionale - che nel caso dei 23 accordi supera le 700 unità - rappresentano la matrice comune: l'obiettivo è rimettere in moto il settore, agevolando la competitività sui mercati nazionali e internazionali.
È il caso di La Regina di San Marzano, attiva nelle conserve di pomodoro, che punta a rafforzare l'attività di distribuzione nei mercati del Nord America e di Mister Pet, azienda leader dell'alimentazione per cani e gatti, che con un programma di investimenti da 25 milioni di euro si prepara ad aggredire il fiorente e sterminato mercato cinese del petfood, lanciando una operazione di potenziamento del proprio stabilimento. Chiusa l'istruttoria di Invitalia, il contratto di sviluppo previsto per l’azienda di Traversetolo (Parma) è già in fase avanzata.
Stesso stato di avanzamento per Madama Oliva, impresa abruzzese leader nella produzione ed export di olive fresche, paté, lupini, pomodori e spezie. Oltre a un progetto industriale da 14 milioni di investimenti finalizzato al miglioramento energetico e alla riduzione di consumi idrici e scarti di lavorazione, per l’azienda di Carsoli (L'Aquila) il contratto di sviluppo prevede un progetto di investimenti in R&S da due milioni di euro, che punta ad approfondire le proprietà nutraceutiche del lupino, affinare il processo di lavorazione delle olive e migliorare il trattamento dei residui di lavorazione, in un'ottica di sostenibilità ambientale.
Ugualmente per riso Scotti, l’azienda che ha trasformato la commodity in un sistema di prodotti diversificati, si punta a un ampliamento dello stabilimento di Pavia, con l’introduzione di macchinari innovativi destinati al riso e ai derivati. In questo caso le risorse ammontano a 21,3 milioni di euro, ma il piano è in fase meno avanzata, perché siglato recentemente.
«Quello che ha reso unico in tutto il mondo la qualità dei prodotti della filiera alimentare made in Italy è il legame tra innovazione, rispetto delle tradizioni e utilizzo di materie prime d’eccellenza, che sono il frutto del lavoro svolto con passione e competenza sul territorio da tanti imprenditori e lavoratori», ha detto recentemente il ministro Giorgetti. «L'agroalimentare – ha aggiunto – rappresenta uno dei settori per cui sono in atto importanti cambiamenti nei processi produttivi e su cui rivolgiamo attenzione anche per l’impatto che i costi legati alle materie prime hanno sull’intera filiera».
Quest’anno i contratti di sviluppo sono stati rifinanziati con 450 milioni dalla legge di bilancio 2022. A questi si aggiungono 750 milioni del Recovery plan destinati alla competitività e alla resilienza delle filiere produttive, che ne sosterranno altri 40: 1,2 miliardi di risorse in cui rientrerà anche il food.
loading...