Per l’industria alberghiera perdite per 7 miliardi di euro
Le ripercussioni della crisi del turismo portata dal Covid-19 peseranno sulle filiere a monte
di Enrico Netti
2' di lettura
Una perdita secca di almeno sette miliardi di ricavi. È questo il costo della pandemia per l’industria alberghiera italiana che si prepara ad affrontare uno degli anni più difficili della sua storia. Le ricadute negative peseranno sui bilanci delle imprese a monte a partire dall’alimentare, con il settore Ho.re.ca. che rischia di perdere molte aziende specializzate nelle forniture alimentari e si prepara ad attivare la procedura per le crisi complesse di filiera, all’edilizia, l’impiantistica, il legno-arredo, la moda e i servizi. È il segno della stretta interdipendenza tra industria dell’ospitalità alberghiera, forte di un giro d’affari superiore ai 20 miliardi, con circa 33mila strutture oltre un milione di camere, e manifattura come evidenzia l’analisi «Un gigante chiamato industria turistico-alberghiera» realizzata da Cdp Think Tank, EY Hospitality e Cdp Investimenti Sgr e presentata ieri da Confindustria alberghi a Mef, Mise, Mibact e ministero del Lavoro e delle politiche sociali. «Non c’è più tempo, il settore alberghiero è completamente fermo da due mesi. Sono necessarie misure immediate per garantire la sopravvivenza delle attività - spiega Maria Carmela Colaiacovo, Vice presidente dell’Associazione italiana Confindustria Alberghi -. Lo studio fotografa il peso del turismo con un’ottica diversa, evidenziando le interconnessioni dell’industria alberghiera con alcune delle più importanti filiere del made in Italy». Se da un lato i consumi turistici generano un fatturato importante business to consumer che coinvolge la ristorazione, le agenzie di viaggi, i trasporti, imprese culturali e del tempo libero dall’altro si genera un’intensa rete di scambi business to business che contribuiscono in maniera importante al fatturato di altre filiere nazionali. Oltre il 50% dei flussi in uscita delle aziende alberghiere va ad alimentare il business e i ricavi di altri settori.
Tra il 2015 e il 2019 il volume degli investimenti alberghieri è stato pari a 9 miliardi con un’impennata nel biennio 2018-2019 in cui si sono totalizzati 4,7 miliardi di euro. Inoltre, evidenzia l’analisi, per ogni 10 milioni di capitale investito in transazioni ne sono stati spesi altri 2,5 milioni in interventi migliorativi. Ma il 2020 non sarà un anno facile perché per il comparto alberghiero si stima una perdita di fatturato tra il -38% e il 73% rispetto l’anno scorso. Certo tutto dipenderà dall’andamento della seconda parte dell’anno che “vale” oltre i due terzi del turismo in Italia. «Le prime a riprendersi saranno alcune destinazione clou come Venezia, le città d’arte e la costiera amalfitana - conclude Fabio Braidotti, director of Hospitality di EY - e ne beneficeranno tutte le strutture alberghiere, indipendentemente dalla categoria degli hotel».
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