Innovazione

Per l’Internet delle cose è arrivato il momento dei servizi a valore aggiunto

Il valore delle vendite di dispositivi toccano i 650 milioni con un +29% sul 2020 mentre accelerano le formule pay-for-use e il supporto, manutenzione, tele assistenza, il cloud

di Enrico Netti

2' di lettura

La casa intelligente si presenta con gli ammiccanti nomi di Alexa, Hei Google, Hei Siri e conquista gli italiani. Questa particolare nicchia dell’hi-tech nel 2021 rappresenta un business da 650 milioni con un balzo nel 29% sull’anno precedente e una spesa pro capite di 11 euro. La parte del leone la fanno gli smart speaker, i modelli Amazon Echo e Google Nest oltre i modelli delle terze partner le cui vendite durante il black friday e il periodo delle promozioni schizzano alle stelle, oltre agli elettrodomestici connessi, dagli robot aspirapolvere ai frigoriferi, dalle lavatrici alle macchine del caffè come il modello Lavazza A Modo Mio Voicy. La spesa per gli smart speaker è di 130 milioni di euro contro i 135 milioni degli elettrodomestici. Seguono poi le soluzioni per la sicurezza, altri 125 milioni, quelle per la climatizzazione dai termostati per caldaie e le valvole termostatiche per caloriferi di BTicino, Vimar, Netatmo controllabili con lo smartphone. L’elenco dei best seller smart è chiuso dalle sound bar e casse audio, le lampadine, smart plug e dispositivi per gestire tende e tapparelle da remoto. È quanto rivela la ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano che sottolinea come la carenza di chip, semiconduttori e materie prime abbia penalizzato l’offerta. Infatti secondo le previsioni il 2021 doveva chiudersi con un +45% di crescita, con circa 75 milioni di mancate vendite. «Nell’ultimo anno è aumentato il livello di maturità del settore, sia sul fronte della domanda che su quello dell'offerta - sottolinea Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Le aziende hanno consolidato strategie e modelli di business basati sulla servitizzazione e il pay-per-use, con il passaggio dalla vendita del solo hardware alla proposta di servizi aggiuntivi, come abbonamenti mensili per servizi di tele-assistenza e manutenzione della caldaia, rilevazione di movimenti sospetti in casa e chiamate di emergenza, monitoraggio della forma fisica e assegnazione di allenamenti personalizzati. Ma anche assicurazioni pay-per-use per proteggere la casa dai furti attivabili anche solo per brevi periodi con tariffa a consumo».

Ma chi acquista dispositivi smart per la casa? Praticamente un italiano su due o, se si preferisce, i due terzi degli italiani tra i 18 e i 54 anni possiede un oggetto smart. Giorno dopo giorno scoprono la comodità e le potenzialità dell’oggetto e ben il 77% è interessato ai servizi aggiuntivi tra cui l’analisi e il controllo dei consumi elettrici, l’installazione e configurazione, la manutenzione nel tempo, il cloud. Si spalancano così le porte a servizi pay for use con abbonamenti mensili di tele assistenza, per esempio, e l’attivazione di servizi avanzati come il monitoraggio di movimenti sospetti in casa.

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