Per l’Italia il pericolo recessione. Conte: sul Pil rischio fortissimo
Prima di rifare i conti sugli effetti economici del Covid-19 vale ricordare che, secondo l’Istat, l’eredità statistica per il Pil di quest’anno parte negativa di due decimali
di Davide Colombo
2' di lettura
«L'impatto economico potrebbe rivelarsi fortissimo. Al momento possiamo calcolare che ci sarà un impatto negativo ma non siamo nelle condizioni di valutare una previsione perché non conosciamo gli effetti delle misure contenitive del virus» e «non possiamo prevedere l'andamento del virus». Così il premier Giuseppe Conte al suo arrivo nella sede della Protezione civile nella serata del 24 febbraio.
Il mese si era aperto con una sorpresa negativa (e del tutto inattesa) sui dati di contabilità nazionale: un Pil in arretramento dello 0,3% negli ultimi tre mesi del 2019. E ora si va a chiudere su un primato ancor più negativo: con l’Italia unico paese d’Europa a doversi comportare come la Cina.
Eredità statistica negativa
Prima di rifare i conti sugli effetti economici del Covid-19 vale ricordare che, secondo l’Istat, l’eredità statistica per il Pil di quest’anno parte negativa di due decimali. E il 4 marzo prossimo i conti trimestrali con i dati sulle componenti dell’ultima mancata crescita congiunturale diranno se la stima è confermata o meno. Ma i rischi al ribasso che tutti i previsori hanno sempre confermato fin qui sembrano ora appesantirsi giorno dopo giorno. Il 23 febbraio al G20 il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco ha parlato di un possibile abbattimento dello 0,2% del Pil, aggiungendo che «se non si vedranno rapidamente gli effetti di una ripresa a V in seguito al Coronavirus allora sarà necessario agire in modo coordinato».
Congiuntura e impatto sul turismo
Una stima puntuale sul Pil del primo trimestre datata 24 febbraio è invece arrivata da Oxford Economics: - 0,1% nello scenario conservativo di non diffusione dei contagi fuori dalle quattro province di Pavia, Lodi, Cremona e Milano, che pesano per il 13% del Pil nazionale e il 2% dell’Euro area. Se si avverasse questa previsione sarebbe recessione tecnica. Anche la società di ricerche indipendente Ref. Ricerche ha diffuso un aggiornamento sulla congiuntura, riferendo degli effetti diretti sull’export e quelli indiretti sulle catene di produzione che legano la manifattura italiana a quella cinese. Tra le tante indicazioni di Ref. Ricerche una colpisce e riguarda la mobilità e il turismo internazionale: l’Italia con 5 milioni di pernottamenti all’anno è la prima meta europea per i turisti cinesi, e una delle conseguenze più forti del Covid-19 è immaginata proprio su questi arrivi.
Effetti sul commercio con l’estero
Che cosa accadrà davvero? In un quadro incerto e in piena evoluzione i primi dati Istat utili per una analisi d’impatto sono segnalati verso fine marzo, relativi al commercio extra-Ue di febbraio. Non potrà dire granché il dato in arrivo sulla produzione industriale di gennaio, pure atteso in rimbalzo.
Stando agli scenari previsionali Istat l’elasticità dell’export italiano è pari a uno rispetto all’andamento del commercio mondiale. E le ipotesi che reggevano le proiezioni di Bankitalia di gennaio davano una domanda estera ponderata in crescita del 2,3% l’anno. Ma negli ultimi due mesi il Covid-19 s’è diffuso con una velocità imprevista. E i conti andranno rifatti.
Per approfondire:
● Coronavirus: S&P stima impatto dello 0,3% sulla crescita globale
● Coronavirus, Di Maio: subito 300 milioni per sostenere l'export delle imprese
loading...