Il mercato delle lancette

Per gli orologi un ottimo inizio di 2022: export a +6,8% rispetto a un anno fa

Gli Stati Uniti si confermano primo mercato di sbocco (+37,55) per gli orologi svizzeri, la Cina è il secondo (anche se in calo di oltre il 12%) e Hong Kong terzo. In forte aumento le vendite dei brand di fascia medio-alta

di Lino Terlizzi

Un calibro Glashutte

2' di lettura

Dopo un rimbalzo da record nel 2021, l'export di orologi svizzeri prosegue nell'espansione in questo inizio 2022. In gennaio le esportazioni di segnatempo rossocrociati sono state infatti pari a 1,70 miliardi di franchi (1,63 miliardi di euro), il 6,8% in più rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Gli Stati Uniti si confermano al primo posto come mercato di sbocco, la Cina al secondo e Hong Kong al terzo. Se per gli Usa c'è un netto incremento in rapporto a un anno prima, per Cina e Hong Kong ci sono invece flessioni, che però non cambiano di molto le posizioni di questi due mercati rilevanti. Migliora il Giappone e migliorano anche i principali mercati europei, Italia inclusa.

Questo l'andamento dei primi dieci mercati di sbocco nel gennaio 2022, rispetto a dodici mesi prima: Stati Uniti +37,5%, Cina -12,2%, Hong Kong -10,3%, Giappone +9,2%, Regno Unito +26,1%, Singapore -12,1%, Germania +14%, Emirati Arabi Uniti +0,5%, Francia +14,4%, Corea del Sud -4,2%. L'Italia, che per il complesso del 2021 è riuscita a mantenere il decimo posto, nel mese di gennaio è undicesima, con un incremento però del 4,8% in rapporto a un anno prima.

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L'export di orologi elvetici di gamma alta, con prezzo sopra i 3 mila franchi, ha registrato ancora una volta il segno positivo (+6,5% in valore). I segnatempo di gamma medio-alta, con prezzo compreso tra i 500 e i 3 mila franchi, hanno registrato un incremento del 13,9%. Uno spiraglio positivo c'è stato in gennaio anche per l'export di orologi della gamma di base, con prezzo sotto i 200 franchi, che ha avuto un aumento del 2%. In negativo invece, con una flessione del 18,2%, le esportazioni dei segnatempo di gamma media, con prezzo tra i 200 e i 500 franchi.

L'industria svizzera degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta più del 90% della sua produzione. I dati della Federazione dell'industria orologiera svizzera (Fh) sull'export rossocrociato sono quindi un termometro seguito non solo nella Confederazione elvetica, ma anche a livello internazionale. Dopo la forte caduta del 2020 causata dalla pandemia, le esportazioni di orologi svizzeri sono risalite in modo deciso nel corso del 2021, raggiungendo a fine anno i 22,29 miliardi di franchi, con un aumento del 31,2% rispetto a un anno prima e del 2,7% in rapporto al 2019, ultimo anno pre pandemia.

Quella del 2021 è appunto una cifra record, superiore seppur di poco (+0,2%) al picco precedente, che risaliva al 2014. Per gli operatori elvetici del settore confermare nel 2022 questi livelli elevati sarebbe un successo. L'esordio nell'anno nuovo è stato positivo, ma è chiaro che è presto per fare previsioni che riguardano l'intero 2022, dipenderà come sempre anche dall'andamento della crescita economica nelle principali aree mondiali. Riflettori accesi, quindi, sull'export dei prossimi mesi, per vedere se e quanto il buon passo della fase recente sarà confermato.

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