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Per Pasqua boom di turisti nelle città d’arte, 1,7 milioni di presenze. Prevalgono gli stranieri

Secondo un’indagine realizzata per Pasqua 2023 da Cst Centro studi turistici per Assoturismo Confesercenti saranno infatti oltre 1,7 milioni le presenze nei centri del turismo culturale, con un incremento de 12% rispetto al 2022. Sono previste almeno 780mila presenze di turisti italiani e ben 980 mila di turisti internazionali (il 56% del totale).

Una Pasqua più cara in tavola

1' di lettura

La Pasqua 2023, anche con il freddo e in alcuni casi la pioggia, certifica il potere trainante delle città d’arte per il turismo italiano e il fascino delle mete culturali del Belpaese per i visitatori stranieri.

Le mete più gettonate

Non solo Roma, Firenze, Venezia, Milano ma anche Napoli, Palermo, Torino, Pisa, Bologna, Ferrara, Pompei. Senza dimenticare Bergamo e Brescia, Pesaro e Agrigento, capitali della Cultura 2023, 2024 e 2025

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Oltre 1,7 milioni di presenze

Secondo un’indagine realizzata per Pasqua 2023 da Cst Centro studi turistici per Assoturismo Confesercenti saranno infatti oltre 1,7 milioni le presenze nei centri del turismo culturale, con un incremento di circa 190 mila pernottamenti rispetto alla Pasqua 2022. Sono previste almeno 780mila presenze di turisti italiani e ben 980 mila di turisti internazionali (il 56% del totale).

Presenze in aumento del 12%

Le città d’arte sono solitamente le mete preferite dai viaggiatori durante le festività pasquali, così come per i ponti di primavera, e anche quest’anno faranno il pieno di visitatori che affolleranno centri storici, musei, aree archeologiche, mostre, ristoranti e locali. Nel dettaglio, per Pasqua il movimento turistico in città e centri d’arte registrerà il +12% di presenze rispetto al 2022 e la saturazione media delle strutture ricettive è prevista all’80% della disponibilità.

In aumento americani, francesi, spagnoli e inglesi

Secondo le stime di Cst per Assoturismo, sono in aumento i turisti statunitensi, francesi, britannici, spagnoli, austriaci, olandesi, polacchi e svizzeri, mentre vengono rilevate la lenta ripresa di alcuni mercati extraeuropei (come Cina, Giappone, Australia, Corea del Sud, India, Brasile, Canada) e l’assenza dei russi.

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