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Prodotti senza glutine, mercato da oltre 400 milioni e vendite in aumento del 6%

Acquistati in Gdo 10mila tonnellate di pasta e quasi 15mila tonnellate di sostitutivi del pane “gluten free”. I casi di celiachia sono stimati sono più di 400mila ma quelli diagnosticati sono molti meno: 233.147

di Manuela Soressi

Molti prodotti prima solo nelle farmacie ora sono presenti nella Gdo

3' di lettura

Sono “solo” 233.147 i celiaci diagnosticati in Italia. Ma nel 2022 sono stati acquistati in Gdo oltre 10mila tonnellate di pasta e quasi 15mila tonnellate di sostitutivi del pane “gluten free”, aumentandone i volumi comprati (rispettivamente +4,2% e +3,6% sul 2021) e la cifra spesa (+6%), mostrandosi disposti a pagare di più per i prodotti senza glutine. Complice anche il contributo del Servizio sanitario nazionale, che nel 2020 (ultimo dato disponibile) ha speso oltre 209 milioni di euro per sostenere l’acquisto dei prodotti senza glutine, spendendo circa mille euro anno pro capite in media.

Anche per questo oggi i celiaci rappresentano un target molto ambito per le aziende alimentari, che stanno investendo sempre di più sul mondo del gluten free, artefice da alcuni anni di una costante crescita in Gdo. L'Associazione italiana celiachia (Aic) stima che in Italia valga 400 milioni di euro, mentre a livello mondiale muove 1,6 miliardi di dollari e dovrebbe espandersi dell'11% entro il 2030 (fonte Grand View Research).
«Il mercato cresce perché aumentano i casi diagnosticati di celiachia, anche se sono ancora pochi rispetto ai 400mila che stimiamo – spiega Caterina Pilo, direttore generale di Aic – e perché i prodotti formulati per i celiaci non sono più un monopolio delle farmacie ma si possono acquistare anche in altri canali distributivi».

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Che il mercato del gluten free si stia spostando nella Gdo lo confermano anche le ultime mosse delle aziende del settore, che hanno inserito in supermercati e ipermercati i loro brand prima riservati alle farmacie, come hanno fatto il Gruppo Lo Conte con Giusto e Andriani/Felicia con Nove Alpi/Aglutèn, con cui è entrata nel segmento del bakery senza glutine. Altri brand leader stanno espandendo la loro copertura del mercato, principalmente rilevando aziende specializzate (come ha fatto Morato), con l'obiettivo di presidiare l'intero universo del gluten free e di consolidare le loro quote.

È quel che sta succedendo in particolare nel mondo della pasta, dove le principali aziende hanno capito di non poter fare a meno del senza glutine (ultime in ordine di tempo De Cecco, De Matteis/Pasta Armando e Delverde).

L'ingresso di nuove aziende, il rinnovo dell'offerta e l'ampliamento dello spazio a scaffale stanno muovendo il mercato con innovazioni e lanci di prodotto si susseguono e cavalcano lo stesso “effetto moda” che guida il mondo del food&beverage. Così anche nel gluten free i fenomeni di mercato esplodono velocemente e si ridimensionano in fretta. Ora sta rientrando il boom delle paste di legumi, mentre si assiste a quello dei pani morbidi (+13%), degli snack di cereali (+34%) delle torte pronte (+35%) e della pasticceria surgelata (+91%). E già si profila all'orizzonte quella dei prodotti ad alto contenuto proteico, su cui sta puntando l'azienda specializzata Farmo.
Importante è stato anche il lavoro di innovazione e upgrading qualitativo fatto sui prodotti formulati per celiaci, e in particolare su texture, gusto e tenuta in cottura. Il che, paradossalmente, li ha resi più appetibili non solo per allergici o intolleranti al glutine, ma anche per un pubblico più trasversale, attento al salutismo e al benessere e che cerca prodotti alternativi a quelli di mass market.

«Le aziende si sono impegnate nella diversificazione delle materie prime, nella selezione di ingredienti di qualità e nella semplificazione delle ricette. E così i prodotti gluten free hanno ottenuto un profilo nutritivo più equilibrato e una maggiore piacevolezza organolettica» conferma Pilo. Sono oltre 2.500 i prodotti licenziatari del logo della Spiga Sbarrata rilasciato dall'Aic, che in un anno ha visto crescere l'offerta del 10% e ha realizzato oltre 630 milioni di vendite in super e ipermercati, trainate dal trend di pani morbidi, cereali snack e affettati (fonte Osservatorio Immagino).

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