Per Time in jazz ancora un successo
La rassegna, ideata e diretta da Paolo Fresu, unisce musica elettronica e tradizionale, letteratura e poesia
di Davide Madeddu
2' di lettura
La musica che unisce. Periferie e centro, elettronica e tradizionale. Letteratura e poesia. E poi bambini e punk, archi e deejay. Il tutto, in un viaggio itinerante tra spiagge e chiesette campestri, un ex caseificio e la piazzetta del paese. Successo doveva essere e così, per la trentaseiesima edizione di Time in jazz, è stato.
Paolo Fresu
La rassegna, ideata e diretta da Paolo Fresu, riesce sempre a stupire. Con energia ed entusiasmo, come quello di Tullio de Piscopo che a Puntaldia ha incantato i presenti e che, per usare le parole di Paolo Fresu «ha uno spirito giovanissimo». Eppoi la traversata musicale, a bordo della Mega Express Two della Corsica Ferries dove passeggeri e i nove musicisti della Rusty brass Band hanno accompagnato nel viaggio verso Golfo Aranci. In questo viaggio esperienziale dove «gli spettatori non vengono solamente a vedere un concerto ma scoprono territorio e natura» anche un percorso tra musica e scrittura, con la partecipazione di Ansia da Felicità, il primo libro di Malik Ayane a L'Agnata (la storica residenza sarda di Fabrizio de André).
Meticciato e Lucio Dalla
Nel festival il cui tema è Futura, ispirata a Lucio Dalla, la “contaminazione” è un po' di casa, giacché «il nostro è sempre stato un festival di contaminazione in cui abbiamo messo assieme jazz tradizionale con la musica dell'Africa, quella dei Balcani. E quest'anno è particolarmente meticciato». Non solo musica ma incrocio di culture e possibili convivenze. Come il quartetto d'archi che si incontro con un deejay. E i bambini che, nel festival che guarda al futuro diventano i protagonisti di Time to Children, il progetto di educazione musicale dedicato alle bambine e ai bambini in seno al festival: un’iniziativa ideata da Fresu e dalla violinista e didatta Sonia Peana.
Festival nel festival che diventa «un impegno importante perché loro sono il pubblico del domani». «Non puoi pensare solo agli adulti ma anche ai bambini - chiarisce Fresu -. E l’investimento sull'infanzia va affrontato al di la del tema che trattiamo. Noi abbiamo iniziato qui e il risultato è stato davvero importante». Non a caso proprio le musiche dedicate ai bambini sono state al centro di popOFF, omaggio alle canzoni scelte dal repertorio dello Zecchino d'oro e rielaborate in chiave jazz e dove si è passati da “Carissimo Pinocchio” a”Quarantaquattro gatti” continuando con “Il caffè della Peppina” e “Volevo un gatto nero”. E poi la musica, con la partecipazione di alcuni dei protagonisti del festival, come il gruppo Farafina con il laboratorio “Doum Doum”, il pianista Francesco Cavestri con i suoi parallelismi tra jazz e hip hop, il duo GuerzonCellos dei violoncellisti Enrico e Tiziano Guerzoni. Le mostre e le installazioni. E la sostenibilità che si manifesta anche con le ocarine che saranno suonate da bambini e realizzate con plastica riciclata.
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