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Sciopero generale in Italia: Landini, “Difenderemo il nostro diritto”

Lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil il 17 giugno subirà una riduzione della sua durata a 4 ore nel settore dei trasporti, dopo la precettazione firmata dal vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato che “non ci fermeremo” e che presenterà ricorso contro la precettazione

Aggiornato il 16 novembre 2023 alle ore 14,45

(ANSA)

4' di lettura

Se nel governo sono coerenti allora cancellino la precettazione. Se davvero non vogliono mettere mano al diritto di sciopero. Sono ancora in tempo. Altrimenti fanno il gioco delle tre carte e raccontano balle al Paese”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini , a margine di una iniziativa con la Flc-Cgil. “Conunque non ci impressionano, non ci mettono paura, noi rappresentiamo la maggioranza del Paese. Andiamo avanti convinti di portare a casa risultati”, aggiunge Landini. “Insieme alla Uil stiamo lavorando per presentare il ricorso contro la precettazione” dello sciopero. “Abbiamo formalmente deciso che lo facciamo e abbiamo dato mandato ai legali per predisporlo nei tempi previsti, quindi in pochi giorni”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine di una iniziativa con la Flc sulla “Carovana dei diritti”.

L’intervento del cardinal Zuppi
“C’è un diritto che va difeso ma c’è anche una limitazione del diritto che va difesa, non voglio fare pilato....”. Lo ha detto il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi rispondendo ai giornalisti sulla precettazione decisa nella vicenda dello sciopero generale. “Certo, se dovessi pensare a quello che abbiamo auspicato rispetto alla Costituzione, ma anche più in generale, forse ci vuole più incontro, più dialogo. Anche nello scontro politico ci vuole una dialettica che deve riguardare le sfide presenti. Ho l’impressione che su questo siamo un po’ lontani. I diritti vanno difesi, le regole vanno sempre rispettate”, ha concluso.

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Sciopero, Landini: difenderemo il nostro diritto, non ci fermiamo

Per treni, bus, metro e navi lo sciopero di venerdì indetto da Cgil e Uil avrà una durata di 4 ore: sono possibili disagi tra le ore 9 e le ore 13. È questo l’effetto dell’ordinanza di precettazione firmata dal vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini che ha dimezzato la durata della protesta nel settore dei trasporti, dopo che già le due organizzazioni sindacali avevano comunicato l’esclusione dell’intero comparto del trasporto aereo dalla giornata di protesta organizzata contro la manovra del governo Meloni, aderendo ad una precisa richiesta della Commissione di garanzia. «Hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini. Non è messo in discussione il diritto allo sciopero» è il commento di Salvini.

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Landini: lo sciopero dei trasporti ridotto a 4 ore

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa con il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri ha detto: «C’è una ragione in più per confermare le mobilitazioni e gli scioperi. Contemporaneamente siccome siamo persone responsabili e facciamo i conti» con la precettazione, «ne prendiamo atto e lo sciopero nel settore dei trasporti sarà dalle 9 alle 13». Così, ha commentato, «tuteliamo i lavoratori», altrimenti esposti a «sanzioni economiche e penali».

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L’impatto dello sciopero sul comparto pubblico e su quello privato

Nei servizi della pubblica amministrazione e nella scuola, invece lo sciopero ha una durata di 8 ore o per l’intero turno di lavoro. In generale nel pubblico, dovranno essere garantiti i servizi considerati “essenziali” - perché legati alla vita delle persone nella sanità -, mentre scuole, uffici postali, uffici comunali potranno restare chiusi in caso di alte percentuali di adesioni da parte dei lavoratori, o funzionare “a singhiozzo”, come nei giorni festivi.

Entrando nel merito, l’ordinanza prevede che nel trasporto ferroviario, lo sciopero riguardante tutti i lavoratori pubblici e privati anche in appalto e strumentali è ridotto a 4 ore – dalle 9 alle 13 -; lo stesso arco orario è indicato nel trasporto pubblico locale, «ferma restando l’osservanza delle fasce orarie di garanzia di pieno servizio», nel trasporto marittimo e nel trasporto merci su rotaia.

Da notare che nelle regioni del Centro Italia, venerdì lo sciopero sarà generale, per una durata di 8 ore (4 ore nei settori che rientrano nell’ordinanza).

La protesta dei sindacati prevedeva lo stop per l’intera giornata

Il meccanismo originario di adesione previsto da Cgil e Uil, invece, spalmava la protesta di 8 ore o per l’intero turno sull’intera giornata lavorativa, prevedendo in concreto il blocco della circolazione dei treni già a partire dalla mezzanotte e un minuto di venerdì 17, fino alle 23,59, con la garanzia dei servizi minimi. Anche per taxi, bus, tram e trasporto marittimo la protesta era prevista per l’intera prestazione lavorativa, dunque per tutta la giornata di venerdì.

Come funziona la precettazione

La legge 146 del 1990 stabilisce che l’ordinanza di precettazione può essere adottata quando «sussista il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati». Ad adottare il provvedimento può essere il presidente del Consiglio o, in caso di rilevanza nazionale un ministro da lui incaricato (in caso di proteste locali è il prefetto) su richiesta della Commissione di garanzia, preceduta da un invito alle parti a desistere dai comportamenti che determinano la situazione di pericolo, dopo aver cercato un tentativo di conciliazione. L’ordinanza deve essere adottata almeno 48 prima dell’inizio della protesta, e prevede, il differimento dell’astensione o la riduzione della sua durata, e l’imposizione di livelli minimi di funzionamento del servizio compatibili col godimento dei diritti della persona. La precettazione può essere impugnata dai sindacati davanti al Tar anche se questo non sospende l’efficacia dell’ordinanza. In caso di violazione dell’ordinanza gli autori , sindacati e lavoratori, sarebbero sottoposti ad una sanzione amministrativa-pecuniaria con una ordinanza-ingiunzione.

Le sanzioni a lavoratori e sindacati in caso di violazioni

In caso di mancata ottemperanza da parte dei sindacati all’ordinanza di precettazione questi sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 a 50mila euro per ogni giorno di mancata ottemperanza, a seconda della consistenza dell’associazione sindacale e della gravità delle conseguenze dell’infrazione. Anche i singoli lavoratori, in caso di violazione dell’ordinanza, sono soggetti ad una sanzione amministrativa pecuniaria per ogni giorno di mancata ottemperanza, determinabile, con riguardo alla gravità dell’infrazione ed alle condizioni economiche del lavoratore, da un minimo di 500 ad un massimo di mille euro. Anche contro il decreto che dispone la sanzione è possibile l’impugnazione davanti al giudice del luogo in cui è stata commessa la violazione.

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