Per il turismo una extra opportunità da 8 miliardi
Il 2024 sarà l’anno del turismo delle radici che dovrebbe invogliare i discendenti degli emigrati a visitare la Penisola. Secondo l’Osservatorio del Polimi questo è l’anno del sorpasso sui valori del 2019
di Enrico Netti
3' di lettura
Il baromento del turismo internazionale segna bello nonostante le crisi internazionali scatenate da Russia e Hamas. Nella seconda giornata al TTG Travel Experience di Rimini buyer all’opera sia sul prodotto Italia che per le destinazioni internazionali: tra le più affollate Cina, Corea, Giappone, Cuba, Giordania, Egitto e Usa. Tante le visite allo stand di Israele. Ieri la ministra Daniela Santanchè e il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio hanno visitato lo stand accolti dal direttore marketing Pietro de Arena e dalla direttrice pr Mariagrazia Falcone mentre giovedi mattina è stata la volta di Maurizio Ermeti, nuovo presidente Ieg. Tra gli eventi della giornata la presentazione dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano e la ricerca sul turismo delle radici in vista dell’Anno delle radici italiane promosso dal ministero degli Affari Esteri.
Osservatorio Travel Innovation, sorpasso sul 2019
Secondo l’Osservatorio Travel Innovation della School of Management del Politecnico di Milano quest’anno il valore del comparto turistico è in decisa ripresa e vede il sorpasso sui valori del 2019. La parte trasporti vale 23,7 miliardi con un +41% sul 2022 e un +9% sul 2019 quanto il valore raggiunse i 21,7 miliardi. La parte ospitalità tra alberghiero ed extra alberghiero, flussi interni e l’incoming raggiunge i 35,8 miliardi, in crescita dell’11% rispetto al 2022, superando del 7% il livello del 2019 quando il totale del comparto (offline più online) valeva 33,4 miliardi di euro. Quasi i tre quarti del business dei trasporti, ben 16,9 miliardi, sono stati realizzati grazie alle piattaforme online mentre poco più della metà del fatturato relativo all’ospitalità è stato generato online. «Possiamo dire che il comparto dei trasporti ha abbondantemente superato i valori del periodo pre-pandemia, in particolare per quanto riguarda il noleggio delle auto a finalità turistica e i viaggi aerei, con entrambi i settori in crescita del 13% rispetto al 2019 soprattutto a causa dell’aumento delle tariffe che, in alcuni casi, sono perfino raddoppiate rispetto al 2022 - sottolinea Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio -. L’unico leggero dato in controtendenza è quello dei trasporti di terra (treni e bus), sostanzialmente stabile rispetto a quattro anni fa, complice il ritorno dei viaggi di lunga tratta». Segnali positivi anche dal turismo organizzato, escluse le crociere, sebbene i valori siano leggermente inferiori (-2%) a quelli del 2019. Per quanto riguarda le agenzie di viaggio sono riuscite a superare il periodo pandemico con un +2% del transato rispetto al 2019. «Sono dati incoraggianti sebbene risultino in parte drogati da un incremento dei prezzi soprattutto dei vettori a lungo raggio, derivano dal recupero del turismo incoming e outgoing, oltre che da una parziale ripresa dei viaggi d’affari - ricorda Eleonora Lorenzini, direttrice dell’Osservatorio -. Il canale digitale si dimostra un elemento portante e preferito sia dai viaggiatori che dagli operatori. Questi ultimi dimostrano anche una decisa sensibilità verso le tematiche sociali e ambientali della sostenibilità».
Una extra opportunità da quasi 8 miliardi
Il prossimo anno l’industria dell’ospitalità italiana ha di fronte a una opportunità in più rappresentata dal turismo delle radici, promosso dal ministero degli Affari esteri, che coinvolge quei 60 - 80 milioni di italiani o i nipoti e pronipoti degli emigrati nel secolo scorso. Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, ricorda che Piero Bassetti, presidente dell’Associazione Globus et Locus, li chiama italici e che nella loro accezione allargata si arriva a 260 milioni di italici nel mondo. «Sono numeri impressionanti, che rivelano tutto un mercato di persone che ambiscono a consumare prodotti e servizi italiani e che hanno voglia di visitare l’Italia. I numeri spiegano dunque da soli l’importanza strategica di indirizzare politiche dedicate di attrattività turistica su questo target di mercato» sottolinea il presidente di Confcommercio. Il loro legame con la madre patria non si è mai interrotto e sull’onda della nostalgia e con la voglia di riscoprire la terra dei propri avi potrebbero generare un giro d’affari di quasi 8 miliardi l’anno. È quanto rivela un’analisi di Confcommercio e Swg sulle comunità italiche di 8 paesi: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti e dallo studio di Tra Consulting sull’impatto del turismo delle radici sull’economia nazionale. I membri di questa comunità quanto vengono in Italia prevedono un soggiorno da una a due settimane nel 30% dei casi, da 15 giorni a un mese per un altro 30% mentre il restante 40% inserisce la visita in altri paesi europei. La loro capacità di spesa è medio-alta. Solo uno su quattro prevede di soggiornare in casa di parenti e amici, il 35% sceglierà hotel e la quota restante altri tipi di strutture ricettive. Il budget parte da 2.300 euro per persona che una visita fino a 14 giorni mentre chi resterà per un mese stanzia 3.700 euro.
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