ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa riunione di maggio

Perché la Bce proseguirà la stretta

I tassi reali sono ancora negative e le condizioni finanziarie non appaiono sufficientemente restrittive mentre la core inflation resta molto elevata

di Riccardo Sorrentino

(REUTERS)

2' di lettura

Un nuovo rialzo è inevitabile. La Bce non ha concluso il suo lavoro e nella riunione di maggio dovrà di nuovo ritoccare il costo ufficiale del credito, attualmente al 3,50% (3% sui depositi presso la banca centrale). Alcuni analisti ritengono che la situazione dell'economia, e dell’inflazione, possa giustificare anche un rialzo da 50 punti base, ma non escludono che gli equilibri politici portino a un esito diverso: un ritocco di soli 25 punti base.

Il nodo della core inflation

LA CORSA DELLA CORE INFLATION
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Il motivo è semplice: l'inflazione complessiva scende, anche perché alcuni prezzi internazionali – quelli colpiti dall’invasione dell'Ucraina, soprattutto – sono in calo. L’inflazione core, che riflette invece la situazione interna di Eurolandia – la spinta dei bilanci pubblici, non ancora “frenati” dal patto di stabilità, quella dei risparmi in eccesso, e quella di un mercato del lavoro ancora fortunatamente robusto – non è in rialzo e ha addirittura superato il dato totale. Poco rilievo può avere la piccola flessione del dato provvisorio di aprile.

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Rendimenti troppo bassi?

CURVE DEI RENDIMENTI A CONFRONTO
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A fronte di questa situazione, le condizioni finanziarie non sembrano sufficientemente restrittive, anche tenendo conto dei ritardi con cui agisce la politica monetaria. Tassi ufficiali al 3,5-4% non sembrano sufficienti. Un’indicazione molto superficiale – le circostanze storiche sono diverse – può venire dal confronto con il 2008, quando l'inflazione, anche in quel caso in buona parte “da offerta”, salì al 4,1%: i rendimenti dei titoli di Stato erano decisamente superiori a quelli attuali. Troppo alti, forse, ma la distanza con la situazione attuale, per quanto sia poco più di una curiosità, può creare qualche interrogativo.

Prestiti sempre brillanti

LA CORSA DEI PRESTITI ALLE AZIENDE
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L’andamento dei prestiti, peraltro, sembra ancora molto vivace: 5,1% l'incremento annuo, che segnala sicuramente un rallentamento, ma resta lontano dalla media di lungo periodo. L’aggregato, inoltre è ancora al di sopra del trend.

Tassi reali ancora negativi

TASSI CREDITIZI REALI ANCORA NEGATIVI
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Analogamente, il costo del credito, per quanto decisamente in rialzo – e la dinamica conta, sicuramente – è ai livelli del 2013-14, anni in cui la crescita era relativamente robusta. Il livello reale è inoltre ancora negativo.

Salari negoziati in crescita

IL RIALZO DEI SALARI NEGOZIATI
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Le pressioni sui prezzi non sembrano inoltre placarsi. I salari negoziati hanno confermato, a fine 2022, una crescita del 2,9% un livello che – se si esclude la fase inflattiva del 2008, sfociata per molti motivi in una recessione – rappresenta un record. Il rialzo non permette, purtroppo, alle famiglie di recuperare il potere d’acquisto perduto, ma rappresenta comunque una fonte di inflazione. Non si intravvede un rischio di spirale prezzi-salari-prezzi ma - in base alla sua storia e alla sua cultura - la Bce dedicherà molta attenzione a questi indicatori.

Economia o politica?

Ancora una volta, quindi, sarà importante definire quanta parte delle decisioni della Banca centrale europea è dettata da un'analisi economica – svolte in una situazione di incertezza e strutturalmente incerte per i ritardi con cui agisce la politica economica – e quanta parte da un equilibrio politico che potrebbe non essere coerente con le reali necessità dell'economia. Non è compito facile: una forward guidance – che non ci sarà – al posto di un approccio “riunione dopo riunione” – che sarà invece confermato – sarebbe molto più utile; ma la Bce ha fatto, da tempo, una scelta diversa.


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