RISCHIO DECLASSAMENTO

Perché la decisione di Moody’s avvicina l’Italia al baratro del «junk rating»

di Isabella Bufacchi

2' di lettura

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
FRANCOFORTE - L'Italia è un debitore sovrano meno affidabile: la volontà e la capacità dello Stato italiano di rimborsare i 1.907 miliardi di titoli di Stato in circolazione sta dando segnali di peggioramento, e questo rischia di far deragliare il debito/Pil italiano monstre al 130% dalla sua traiettoria, che negli ultimi anni andava verso una lenta riduzione o rimaneva comunque stabile.

È questo l'avvertimento inquietante lanciato ieri sera da Moody's con la sua grave - e molto pericolosa per l'Italia - decisione di mettere sotto osservazione per un possibile declassamento la nostra Baa2 (equivalente alla BBB e quindi solo due gradini sopra il baratro dei rating speculativi o “junk” spazzatura che inizia con la BB).

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Deve preoccupare la decisione improvvisa di Moody's, che ha aperto questa sua procedura rapida di pericolo di declassamento al di fuori della programmazione ordinata del calendario europeo dei rating sovrani, un calendario annuale che incoraggia le agenzie di rating a far uscire le loro pagelle sui Paesi europei in date prestabilite.

Avere un rating “under review” è grave. Significa che l'agenzia di rating è in modalità accelerata, che prenderà una decisione in tempi brevi. L'outlook negativo può durare anni (e infatti quello di Moody's è scattato nel dicembre 2016) mentre il rating “sotto osservazione” ha tempi molto più brevi, a volte mesi, a volte settimane. Un declassamento per l'Italia sarebbe adesso particolarmente penalizzante perché interromperebbe un trend di promozioni iniziato con S&P che ha alzato il rating dalla BBB- alla BBB lo scorso autunno con outlook stabile mentre Fitch un anno fa in aprile ci ha declassati dalla BBB+ alla BBB ma ponendo l’Italia in outlook stabile. Outlook stabile anche per Dbrs e Scope.

Declassare lo Stato italiano significa a catena declassare anche tutte le banche italiane e gli enti pubblici e l'intero sistema Italia automaticamente rischia così di pagare più caro il nuovo debito e il rimborso del debito in scadenza. Con ripercussioni sui cittadini e sulle imprese.

Il campanello d'allarme sul peggioramento dell'affidabilità dell'Italia come debitore in realtà già suonava da giorni sui mercati, che sono il vero termometro dell'affidabilità di un Paese molto indebitato, e la mossa di Moody's conferma solo un trend già in atto. L'allargamento dello spread e l'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato hanno due significati:

1) L'investitore, piccolo o grande che sia, italiano o straniero, richiede un premio al rischio (remunerazione) più alto quando presta i suoi soldi allo Stato italiano perché lo considera meno affidabile;

2) Ci sono più venditori che compratori di titoli di Stato italiani e quindi i prezzi scendono. Un rating più basso e anche meramente la minaccia di un rating sovrano più basso possono solo accelerare questo trend in atto.

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