Perché le donne sanno sempre quello che vogliono
Più di 1.500 diamanti purissimi, pietre e gioielli preziosi: viaggio nell'ufficio-caveau di Lucia Silvestri, direttrice creativa di Bulgari, con Laura Burdese, global vice president.
di Laura Leonelli
5' di lettura
Se fosse vero, scopriremmo estasiate lo scintillio della pioggia più preziosa al mondo. Se alcuni dei capolavori dell'ultima collezione alta gioielleria Bulgari tintinnassero davvero sulla scalinata di marmo della maison romana, ascolteremmo la musica di più di millecinquecento diamanti purissimi, settecento smeraldi del verde più ipnotico, e zaffiri, tormaline, acquemarine, ametiste. Se poi di questo incredibile concerto per pietre preziose volessimo sapere la tonalità, dovremmo annotare sulla partitura il suono di uno zaffiro “royal blue” di 107,15 carati e quello di uno smeraldo ovale di 35,53 carati.
Sognando il più folle dei sogni, inizia così il nostro incontro con Laura Burdese, nuova Global vice president marketing e comunicazione di Bulgari, e Lucia Silvestri, Direttrice creativa della storica maison. Due donne contemporanee, «forti, libere, indipendenti, determinate, che sanno quello che vogliono, che si sentono tranquille e self-confident nel raccontare tutte le sfaccettature della loro personalità, fragilità comprese», come afferma Laura. E viene subito il dubbio se questa signora in Collana Serpenti di diamanti, stia parlando di sé o dell'ideale cliente Bulgari. La risposta, appena varchiamo la soglia dell'ufficio-caveau di Lucia Silvestri, collier di diamanti e smeraldi per lei, e appena ci sediamo di fronte alla sua scrivania interamente ricoperta di gemme di colori e grossezza spettacolari, è una sola: sì, stiamo parlando delle stesse donne, donne che creano e indossano gioielli, e che quindi hanno scelto il potere di trasformarsi, di essere al centro prima di tutto di sé e poi di quanti le vedranno apparire in scena. Qualunque scena, aggiunge Lucia, «perché vorrei far capire che il gioiello va indossato non solo nelle serate di gala, ma insieme agli amici, in barca, in ufficio, per un cocktail. Ovunque il gioiello risponde a quel desiderio in ognuna di noi di emanare luce. A Parigi, dove a giugno abbiamo presentato l'ultima collezione alta gioielleria, Eden, il Giardino delle Meraviglie, è arrivata una nostra cliente affezionata in jeans e maglietta, un'imprenditrice importante. Voleva gratificarsi, voleva sentirsi regina. E “lei” era lì, bellissima ma non facilissima».
“Lei” è la prima collana che dall'alto scende le scale, «l'ho disegnata - prosegue Lucia Silvestri - per poterla indossare in tre modi diversi, nella sua meravigliosa completezza, come choker isolando gli smeraldi, o ancora come tiara». Presentarsi a Parigi, nell'Ambasciata italiana - e ambasciatore è una donna, Teresa Castaldo - ha suggerito a Lucia un altro coup de théâtre, un modo per dire Roma a Parigi, Barocco e Surrealismo insieme, ed è la spettacolare collana Tribute To Paris, dove 461 smeraldi buff-top formano a ripetizione la sagoma della Torre Eiffel. A indossarla su un collo di cigno bianchissimo, appena riscaldato dalla luce dell'alba sulla Città Eterna, è Anne Hathaway, protagonista insieme a Zendaya di Unexpected Wonders, il film che Paolo Sorrentino ha dedicato alla maison. “When the light comes in, everything seems possible”, sussurra la Hathaway risvegliandosi, in seta rosso rubino, nell'incanto di una villa romana. Tutto possibile, anche “to travel without moving”, riprende Zendaya, luminosa nella collana Serpenti Spinel Embrace in oro rosa, diamanti e un pink spinel del Tagikistan di 25,70 carati.
Serpenti, tema caro a Bulgari, simbolo primordiale di metamorfosi e rinascita. E trasformando le donne, la maison ha sempre saputo trovare le donne che dal 1905, dall'apertura dello storico negozio al 10 di via Condotti a oggi, hanno saputo interpretare un mito dell'italianità nel mondo. «L'unica parola di italiano che Liz conosce è Bulgari», ironizzava Richard Burton, e Liz era naturalmente la Taylor all'epoca del loro incontro sul set di Cleopatra, girato a Cinecittà nel 1962. Prima di questa coppia leggendaria, che si ritroverà gioielli Bulgari anche sul set di Boom!, girato in Sardegna da Joseph Losey, altri personaggi celebri avevano visitato l'indirizzo di via Condotti, così elegante, così emblematico, così italiano da illustrare la voce “Negozio” dell'Enciclopedia Treccani. Tra i tanti, Dorothy Taylor, contessa Dentice di Frasso, amante di Gary Cooper, che seguendolo porterà la bellezza Bulgari a Hollywood, e poi Tyrone Power e Linda Christian, sposi a Roma, anello di fidanzamento e fedi nuziali Bulgari, e ancora Anna Magnani, habitué della maison, che spiegava a chi evidentemente non poteva sapere: «Hai mai provato a tenere in mano un brillante? Scotta, brucia la pelle, e insieme è così freddo da far rabbrividire».
Camminando negli uffici romani, che si affacciano sul Tevere e lasciano correre lo sguardo fino a San Pietro, appaiono anche i volti di Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Monica Vitti, Marisa Berenson, il cui ritratto su Vogue America nel 1967, firmato da Gianpaolo Barbieri, aveva aperto a Bulgari le porte di New York. Queste le dive intramontabili. Ma Bulgari, serpente che cambia sempre pelle, parla anche alla Generazione Z? «Certo, e lo fa non solo attraverso personalità forti di oggi come Zendaya e Anne Hathaway, appunto, e globalmente Shu Qi, Lalisa, Priyanka Chopra Jonas», prosegue Laura Burdese. «Ma lo fa soprattutto unendo al mito antichissimo della fiaba il valore al futuro della sostenibilità, fondamentale nel dna della nostra azienda, sia che parliamo dei nostri fornitori di come lavoriamo e montiamo le pietre, sia ricordando le ore di lavoro, migliaia, necessarie alla creazione di ogni gioiello, sia ancora annunciando la scuola che Bulgari aprirà ai giovani aspiranti artigiani di meraviglie, dove a insegnare saranno i nostri straordinari maestri».
Tra le prime allieve del metodo Bulgari, che poi vuol dire curiosità, stile, bellezza, unicità, coraggio, consapevolezza, determinazione, c'è sicuramente Lucia Silvestri, una delle poche donne al mondo a ricoprire anche il ruolo di Buyer director, responsabile cioè dell'acquisto delle pietre per le creazioni di alta gioielleria, a lungo privilegio esclusivamente maschile. Inseguendo questi “regali della natura”, Lucia ha girato il mondo perché, dice, «le gemme vanno viste di persona, vanno toccate, e vanno aspettate come un dono perché a volte ci sono trattative che durano moltissimo, come per uno straordinario zaffiro di 118 carati che abbiamo atteso dieci anni. Un giorno l'uomo che lo possedeva, un signore buddista, ha sentito che era giunto il momento, un momento intimo, non ha detto niente a nessuno e si è presentato con la pietra tagliata».
Forse Lucia, scoprendo tale meraviglia, ha provato la nostra stessa emozione osservandola rigirarsi tra le mani uno smeraldo cabochon di grandezza imperiale. «Il cabochon rilassa, trasmette calma, morbidezza, e guardando le sue inclusioni posso immaginare un prato, un bosco, foglie, persino il vento». Di quale gioiello farà parte un giorno questa gemma gigantesca non lo sappiamo ancora. Di sicuro è già nella fantasia di Lucia e Laura, in quella di alcune donne, e sicuramente nella nostra, che stiamo ancora ascoltando il concerto per gemme e desideri sulle scale di Bulgari.
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