Percorsi paralleli: nel mondo dei profumi la creatività è di coppia
Condividono viaggi, esperienze, progetti imprenditoriali. Si dividono incarichi e ispirazioni, sperimentando nuove fragranze su di sé o dedicandole al partner.
di Lisette Ribic
4' di lettura
Il modello della coppia che crea profumi funziona particolarmente bene grazie a un'alchimia sentimentale e creativa senza soluzione di continuità fra vita e lavoro. Che da Milano a Parigi, da Palestrina a Brooklyn, traccia un percorso emozionale da indossare o di cui vestire la propria casa.
Vivono a Parigi, ma cercano di mettere nei loro profumi il mondo intero. Sono Clara Molloy e il marito John, la coppia dietro Memo Paris. Grandi viaggiatori, almeno pre-lockdown, danno alle loro fragranze nomi di luoghi. Come Inlé, nato da un viaggio in Birmania: «I birmani pensano che il lago Inle sia vivo e pregano gli spiriti nel tempio sull'acqua», raccontano. «Ci ha colpito perché io e John siamo convinti che ci siano luoghi con un magnetismo fortissimo, che tirano fuori il meglio di ciascuno di noi. Quello che cerchiamo di fare con i nostri profumi. Per Inlé abbiamo scelto gelsomino, erba mate e osmanto». Vi siete mai regalati una fragranza, come dichiarazione d'amore? Clara sorride: «Irish Leather, cuoio irlandese. Creato per mio marito, che è irlandese, e molto orgoglioso di esserlo; dedicato ai suoi occhi misteriosi, blu, verdi, ma anche grigi».
A Parigi c'è anche Atelier Buly. Una boutique poetica, innanzitutto, idea di Ramdane Touhami e Victoire de Taillac, che hanno rilevato e reinventato una storica profumeria del 1803. Dove adesso si trovano non solo profumi, ma prodotti per il corpo, in packaging sofisticati e nostalgici: saponi (si possono ordinare con il proprio monogramma inciso sopra, con caratteri del Seicento), burrocacao per le labbra, polveri e creme per la pelle. Tutto confezionato con carte chic ed etichette personalizzate, anche queste scritte a mano, con calligrafia antica. Victoire e Ramdane lavorano insieme, ma con compiti ben divisi. Victoire indaga la bellezza al naturale, cerca nuovi oli e argille, segreti beauty dimenticati; si occupa dei testi e dello storytelling. «Tutto il resto, però, sono io», dice scherzando, ma non troppo, Ramdane. «In fondo è una specie di danza, vivere e lavorare insieme», aggiunge Victoire. «Forse per questo mi piace così tanto la nostra eau triple Conversation dans un Parc, nella collezione che abbiamo pensato insieme al museo del Louvre. Mi piace anche il quadro a cui è ispirata, una coppia frivola in un giardino del Settecento, a firma di Gainsborough». Ramdane ribatte: «In ogni caso il nostro bestseller è Huile Antique, che ho creato per te!». Gli Atelier Buly sono a Parigi, Tokyo, Hong Kong, Seul, San Francisco e, tra i progetti post pandemia, c'è anche una possibile apertura a Milano.
Il giro del mondo, seguendo una traccia olfattiva, continua oltreoceano, a New York, con D.S. & Durga, ovvero Kavi e David Moltz, ex architetto ed ex musicista, che da Brooklyn pensano e creano nuovi profumi. L'ispirazione arriva, ci spiegano, tanto dai cowboys quanto dai romanzi russi. «Abbiamo creato un profumo che per noi era Anna Karenina, un altro Gogol', ispirato ai racconti magici Veglie alla fattoria presso Dikanka. Siamo dei grandi fan dei classici russi». Provate su di voi, per primi, i profumi? «Io sì», dice David. «Oppure metto oli in purezza, rafforzati dal nostro I Don't Know What». Mentre Kavi, che si occupa della parte design e grafica del brand, sceglie Durga (creato per lei, a base di tuberosa), Radio Bombay e Rose Atlantic. Più un tocco di I Don't Know What. Buffo nome per un profumo… «In realtà è un fragrance enhancer, a base di bergamotto. Che esalta e rafforza le fragranze. O, come dicono i francesi, regala quel je ne sais quoi in più». Intanto, bloccati a New York dalla pandemia, Kavi e David cercano ispirazioni nel loro luogo del cuore: il Brooklyn Botanic Garden.
A Berlino, profumi, anche per la casa, e candele prendono forma nell'Atelier Oblique. L'ispirazione più forte si sente anche nei nomi scelti. «Voodoo Flowers è il mio preferito: quasi fumoso, con dentro gin, salvia e champagne, dedicato alle grandi chitarre del rock, Jimi Hendrix e Keith Richards», dice Mario Lombardo, di origine argentina, che ha fondato il brand insieme alla compagna Vanessa Obrecht. «Beton Brut per me», aggiunge lei. «Un profumo nato durante il lockdown, in primavera, confidando su come la natura sapesse andare oltre il cemento, e rimettere a posto le cose».
Arrivati in Italia, una sosta da Omnia Profumi, che coniuga un mix di passioni tra gioielleria, gemmologia e fragranze. Fabrizio Tagliacarne, creatore di gioielli a Pavia, è anche il naso delle collezioni, affiancato dalla compagna Sabrina Botti. Ogni loro profumo racconta un momento, un frammento di vita, in abbinamento a una pietra o un metallo. L'ultimo? «Esce a dicembre: US66. La fragranza che dedico alla mitica highway americana, da sempre il sogno di ogni rider», dice Fabrizio. «Una storia di avventura, amici, motociclette e una piramide olfattiva tra pepe nero, sandalo, oud pregiati e vetiver». Mentre Sabrina sceglie Opalerosa. «L'ispirazione è nata da un nostro meraviglioso viaggio in Oman: a Jabal Akhdar, sui plateaux verdeggianti dove fioriscono le rose. È una fragranza unisex: quando lo testammo piacque moltissimo sia a uomini sia a donne; l'oud lo rende scuro sulla pelle maschile; la rosa, invece, sensuale sulla pelle femminile».
Un profumo genderless anche per Laboratorio Olfattivo. «Tutti i nostri profumi lo sono, ci piace pensare che le persone possano scegliere senza etichette», raccontano i creatori, Daniela Caon e Roberto Drago, che vivono tra Torino e Palestrina, nel Lazio. «Come l'ultimo, Mandarino, che può essere indossato da solo, oppure con altre fragranze. Quasi un raggio di sole in più nelle giornate invernali». Daniela aggiunge: «Il profumo a cui sono più legata è Salina, che abbiamo chiamato proprio come l'isola delle Eolie. Per la voglia che ho sempre di risentire l'odore di quel mare sulla pelle».
loading...