Perimetro incerto tra nuove attività e vecchi forfettari
La norma esclude chi applica il forfait nel 2023, ma non regola il passato
di Lorenzo Pegorin e Gian Paolo Ranocchi
2' di lettura
La flat taxincrementale sugli aumenti di reddito del 2023 presenta diverse zone d’ombra per le persone fisiche titolari di reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo.
La procedura per il calcolo dovrebbe essere questa: 1 assumo il reddito d’impresa o di lavoro autonomo 2023, purché sia maggiore del più elevato dichiarato nel triennio 2020-2022; 2 determino la differenza tra il reddito 2023 e il maggiore del triennio di osservazione; 3 deduco da questa differenza il 5% del reddito assunto come riferimento; 4 tale differenza, fino a 40mila euro, è tassata al 15% in luogo di Irpef ordinaria e addizionali.
Questa flat taxincrementale – che è esclusa per chi applica il forfettario – sarà particolarmente interessante per chi possiede redditi elevati.
Basi di calcolo e beneficiari
L’incremento reddituale soggetto a tassa piatta andrà determinato assumendo solo i redditi d’impresa o di lavoro autonomo. Ma dovrà essere chiarito se la quota di reddito segregato e tassato al 15% concorrerà o meno alla base di calcolo teorica per determinare le aliquote progressive Irpef da applicare sul reddito tassato ordinariamente, come previsto per deduzioni, detrazioni e altri benefici.
Sul piano soggettivo, la norma parla di contribuenti esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo. Mentre le relazioni (illustrativa e tecnica) parlano di persone fisiche titolari di reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo.
Il dubbio, quindi, è se la titolarità di una partita Iva individuale sia condizione indispensabile; oppure se laflat taxincrementale possa competere anche alle persone fisiche che partecipano soggetti fiscalmente “trasparenti”, come i soci di società di persone o i professionisti che partecipano associazioni professionali.
La norma stabilisce un solo limite reddituale, cioè la quota incrementale massima del 2023 che può essere tassata al 15%: 40 mila euro. Non sono previsti limiti in capo alla persona fisica in relazione all’ammontare del reddito d’impresa o di lavoro autonomo complessivamente prodotto nel corso del 2023.
Il disegno di legge esclude poi i soggetti che applicano il forfettario; se ne dovrebbe dedurre che coloro che, per qualsiasi motivo, non hanno aderito a tale regime, dovrebbero poter comunque fruire della flat taxincrementale.
Il confronto con il passato
Infine, c’è il tema della base di riferimento per determinare l’incremento del reddito 2023: quindi il reddito d’impresa o di lavoro autonomo più elevato del triennio 2020-2022. Anche qui i dubbi sono diversi. Chi inizia l’attività nel 2023 non avendo un triennio di confronto, a logica, dovrebbe essere escluso dalla flat taxincrementale. È vero che in molti casi le neo-attività applicano il regime di vantaggio o forfettario, e quindi già fruiscono di una tassazione agevolata, ma l’eventuale esclusione dalla nuova tassa piatta lascerebbe perplessi.
Ci sono anche i soggetti che, avendo iniziato l’attività dopo il 2020, non dispongono di un triennio di osservazione. Il dilemma è se (come dovrebbe essere) sia sufficiente avere almeno un reddito di riferimento nel triennio di osservazione per poter accedere al regime incrementale. Ma una conferma è necessaria.
E poi ci sono coloro che nel triennio di osservazione 2020-2022 applicavano il regime forfettario. La domanda è se in questi casi il reddito determinato con le speciali regole previste per questo regime possa essere assunto come riferimento per determinare l’incremento del reddito 2023 destinato alla nuova flat tax. A questa domanda pare piuttosto difficile dare una risposta positiva.
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