Pernigotti scommette sulla ristrutturazione
di Filomena Greco
2' di lettura
Un piano di ristrutturazione aziendale firmato a luglio al ministero del Lavoro, tutto da verificare, e una stagione natalizia alle porte. La Pernigotti di Novi Ligure ha ripreso la sua marcia dopo la cessione del ramo gelati al Gruppo Optima, nel 2019 e la decisione della proprietà – il gruppo turco in capo alla famiglia Toksoz – di rilanciare la produzione in Italia abbandonando dunque il progetto di chiudere lo stabilimento alessandrino del Gruppo.
Nella fabbrica in provincia di Alessandria, al centro del distretto piemontese del cioccolato, lavorano una cinquantina di addetti, altri 30 sono nella sede amministrativa di Milano. L’accordo di ristrutturazione aziendale siglato a luglio scorso prevede investimenti pari a oltre 4 milioni di euro su ammodernamento e nuove linee produttive, senza esuberi nel personale. «Al momento – sottolinea Lello Benedetto della Fiai Cgil – stiamo aspettando che l’azienda onori i suoi impegni e faccia gli investimenti concordati, abbiamo chiesto al ministero un incontro di verifica e siamo in attesa di un riscontro». Sul tavolo dunque ci sono gli impegni dell’azienda per l’ammodernamento tecnologico delle linee produttive di lavorazione del cioccolato, in particolare gianduiotti e torroncini, prodotti core per il marchio storico piemontese a cui dovrebbero affiancarsi nuovi formati. Nel 2022 poi si dovrebbe anche riaprire la partita per la produzione della crema alle nocciole, che dovrebbe spostarsi dalla Turchia all’Italia. Infine il nuovo piano industriale prevede anche di rafforzare il private label per saturare i volumi.
Il 2020 è stato un anno complicato, per un’azienda che produce soprattutto per le ricorrenze, tanto che è stato necessario utilizzare in maniera massiccia la cassa integrazione e rimandare di un anno il varo del piano industriale da cui dipende il futuro della fabbrica italiana di Pernigotti.
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