INTERVISTA AL NUOVO AD

Peroni, alla guida torna un italiano dopo 15 anni: «Investiremo 70 milioni di euro»

Enrico Galasso presenta il piano di espansione per migliorare le performance produttive, con attenzione verso l’ambiente e focus sugli stabilimenti di Roma, Bari e Padova e Pomezia

di Maria Teresa Manuelli

Stabilimento Peroni

3' di lettura

Enrico Galasso, classe 1972, con una ventennale esperienza nel mondo dei beni di largo consumo, lo scorso novembre è subentrato a Neil Kiely alla guida del Gruppo Peroni. Si tratta del primo amministratore delegato italiano da quando il Birra Peroni è stata acquisita nel 2005 da SABMiller e poi nel 2016 dal Gruppo Asahi.

Peroni dal 1846 è uno dei simboli del Made in Italy nel mondo, presente su tutto il territorio nazionale con tre stabilimenti - Roma, Bari e Padova - e la Malteria Saplo di Pomezia in provincia di Roma. Oggi ha un fatturato di 423 milioni di euro con più di 750 dipendenti. Nel 2018 l'azienda ha superato quota 6 milioni di ettolitri prodotti, un aumento del 6,4% rispetto al 2017. Di questi, più di 2,1 milioni sono stati destinati all'export (in aumento dell'11% rispetto al 2017 e la previsione per il 2020 è di un ulteriore +9%) nei 71 mercati internazionali in cui Birra Peroni è presente con i suoi brand. Primo tra questi è la Gran Bretagna che assorbe circa il 60% delle esportazioni complessive.

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Il nuovo ad di Peroni Enrico Galasso

Crescita sostenibile
«Nella mia visione le performance industriali vanno di pari passo con il rispetto dell'ambiente in quanto vogliamo continuare a creare lavoro e sviluppo economico sostenibile per le comunità e nei territori nei quali siamo presenti e operiamo», dichiara Galasso nella sua prima intervista alla guida del gruppo. Negli ultimi 10 anni la crescita della capacità produttiva sugli stabilimenti di Roma, Bari e Padova è andata di pari passo con uno sviluppo green e una crescita sostenibile: energia elettrica (-30,5%), energia termica (-41,7%), consumo di acqua (-42,5%), rifiuti riciclati (-99,6%), CO2 (-30% ). «E’ nostra intenzione come Gruppo arrivare entro il 2050 a zero emissioni CO2. Continueremo quindi il nostro impegno per migliorare le performance produttive, ma con grande attenzione verso l'ambiente. Il legame con l'Italia e con i territori nei quali operiamo deve essere un impegno quotidiano». L'azienda sta sperimentando anche la soluzione del vuoto a rendere presso il canale Horeca, grazie a una nuova linea di produzione realizzata appositamente presso lo stabilimento di Bari.

Negli ultimi 10 anni sono stati ingenti gli investimenti in tutti gli stabilimenti per migliorare le performance produttive e ambientali e sostenere le iniziative commerciali. Complessivamente dal 2009 al 2018 Birra Peroni ha investito 124 milioni di euro tra gli stabilimenti e la Malteria Saplo, più della metà dei quali dall'ingresso di Birra Peroni in Asahi. Inoltre tra il 2019 e il 2021 verranno investiti complessivamente sui siti produttivi e la Malteria altri 68 milioni di euro.

«Birra Peroni è parte di Asahi Holding dal 2016, ma cuore e produzione restano nel nostro Paese. La casa giapponese ha i marchi, la qualità, l'agilità, ma soprattutto le persone in grado di rispondere alle esigenze dei nostri consumatori e consumatrici. E' volontà del gruppo continuare a investire nella nostra filiera e nei nostri stabilimenti italiani per fornire ai consumatori prodotti di qualità, collaborando per rispondere alle sfide del mercato e sviluppare insieme la categoria». Attualmente la filiera agricola di Birra Peroni comprende oggi oltre 1.500 aziende di orzo e 130 per il mais che lavorano ogni anno circa 17.000 ettari di terreno per l'orzo e 3.000 ettari di mais nostrano, per un raccolto complessivo che si attesta su 55.000 tonnellate di orzo e 20.300 tonnellate di mais. In particolare, l'orzo raccolto viene conferito e lavorato presso la Malteria Saplo di Pomezia che produce per Birra Peroni il malto 100% italiano, ingrediente principale delle birre della Famiglia Peroni.

Le partnership con il mondo della ricerca e il campus
E nella visione di Galasso per il medio e lungo periodo c'è sempre la sostenibilità a 360°. «Oltre a quella ambientale, voglio promuovere quella sociale, ovvero i dipendenti e tutte le persone coinvolte nella produzione. Da sempre Birra Peroni è impegnata in attività di formazione e sviluppo delle competenze degli attori della propria filiera agricola in un'ottica di miglioramento della qualità, dell'efficienza e degli standard di sostenibilità. Gli agricoltori, infatti, sono parte di una rete aziendale in cui la condivisione di esperienze e di buone pratiche rappresentando una vera e propria leva per lo sviluppo e l'innovazione e garanzia di stabilità economica e maggior certezza della vendita del raccolto». Nel 2018 l'impegno sulla formazione in questo campo ha conosciuto un significativo salto di qualità. Grazie al protocollo d'intesa firmato con il Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria) è stato avviato il progetto Campus Peroni. «Al momento collaboriamo, oltre al Crea, con diverse università e con il Mipaaf per promuovere la qualità e la sostenibilità attraverso tirocini e workshop. L'intenzione è di creare borse di studio e figure professionali nel campo della birra».

Per approfondire
Asahi investe in Italia 13,5 milioni di euro per la produzione della birra

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