Persone, cultura e territorio: la sfida di Tod’s per lo sviluppo
Il gruppo marchigiano punta su sostenibilità e responsabilità sociale per la ripresa post Covid: dall’Accademia per i giovani talenti alla tutela del patrimonio artistico, al sostegno per le fasce deboli
di Chiara Beghelli
I punti chiave
3' di lettura
Il Global Compact delle Nazioni Unite è composto da dieci principi che ispirano un nuovo corso di responsabilità per le aziende di tutto il mondo: i primi sei si riferiscono alla sostenibilità sociale e solo dopo vengono quelli dedicati all’ambiente. Un modo per sottolineare che alla base di ogni strategia di sostenibilità ci sono le persone, ancor prima dell’ambiente. E una visione sempre più condivisa anche dall’industria della moda, finora concentrata soprattutto sul suo impatto sulle risorse del pianeta. La responsabilità sociale sarà un asset sempre più importante per le aziende, come dimostrano anche molti studi: nel recente The State of Fashion, di Bof e McKinsey, si legge che i clienti compreranno e saranno più fedeli a quei brand che dimostreranno un coerente e reale impegno. E chiaramente, in questo nuovo campo di competizione, le aziende che sono in vantaggio sono quelle che lo hanno dimostrato già da tempo e in molteplici canali.
Il sostegno al territorio
Era il 2012 quando il gruppo Tod’s (che controlla, oltre al marchio, anche Hogan, Fay e Roger Vivier) lanciò due iniziative proprio in questo senso: la Bottega dei Mestieri, un’accademia per formare i giovani talenti dell’artigianato made in Italy, inaugurata nella storica sede di Casette d’Ete, in provincia di Fermo, dove i senior affiancano gli junior nel processo di apprendimento (e spesso di tratta di padri che tramandano il proprio mestiere ai figli); e la decisione di devolvere l’1% dell’utile netto annuale a iniziative di sostegno per le fasce più deboli della popolazione locale.
La formazione fra le Marche e Londra
Due progetti che si sono evoluti e consolidati nel tempo: il primo, il mese scorso, ha coinvolto gli studenti della prestigiosa scuola di moda Central Saint Martins di Londra, che con il progetto Tods’s Legacy potranno formarsi proprio nell’Academy, per apprendere le tecniche di quell’artigianalità che contraddistingue il lusso italiano, mentre con i fondi dell’1% sono stati aperti due centri dedicati all’aggregazione dei giovani, uno a Casette d’Ete e uno nel piccolo borgo di Comunanza, dove si organizzano corsi e attività gratuite per ragazzi e anziani, riorganizzati a partire dallo scorso ottobre secondo le normative anti Covid.
I progetti a San Patrignano e Arquata del Tronto
Altri 40 ragazzi sono mediamente coinvolti nel progetto che dal 2015 lega il gruppo marchigiano alla Comunità di San Patrignano: nel settore pelletteria, oltre ad apprendere il mestiere realizzano capsule collection il cui ricavato viene devoluto interamente alla comunità. Sono invece 50 gli addetti alla manifattura che il gruppo Tod’s ha inaugurato ad Arquata del Tronto, paese colpito dal terremoto del 2016, per sostenere l’occupazione locale: oggi vi si producono modelli sportivi e formali, oltre al celebre “gommino”.
Dal Colosseo al Colle dell’Infinito
Il 2012 ricorre come una data simbolica nella storia del gruppo: nove anni fa la famiglia Della Valle annunciava un altro intervento di sostenibilità sociale, rivolto però alla tutela del patrimonio storico e artistico italiano, destinando 25 milioni di euro al restauro del Colosseo, lavori che stanno proseguendo dopo il completamento di una prima fase nel 2016.
Nel 2019, invece, Tod’s ha sostenuto il restauro del Colle dell’Infinito della vicina Recanati, che ispirò il celebre poema di Giacomo Leopardi. L’anno seguente è stato quello del Covid, che ha avuto un pesante impatto anche sui conti del gruppo, chiusi a -30,4% per un fatturato pari a 637,2 milioni di euro. Ma quando il Covid sarà solo un ricordo, questo patrimonio intangibile generato da un coerente piano di investimenti in sostenibilità potrà sostenere la ripresa e la crescita. Come ha detto più volte il presidente e ad Diego Della Valle, l’obiettivo di Tod’s è anche dare un esempio alle aziende più piccole, perché tutti possono dare un contributo al loro territorio, che restituisca loro almeno parte di ciò che hanno donato.
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