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Petrolio, l'Arabia Saudita taglia più del previsto

di Sissi Bellomo

(REUTERS)

2' di lettura

L’Arabia Saudita ha già tagliato la produzione di petrolio più di quanto non si fosse impegnata a fare, portandola per la prima volta da due anni sotto 10 milioni di barili al giorno. Non solo. Nel mese di febbraio Riad è pronta ad andare oltre, chiudendo ulteriormente i rubinetti del greggio.

È stato il ministro dell’Energia Khalid Al Falih a reclamizzare lo zelo saudita, contribuendo a spingere in rialzo di quasi il 2% le quotazioni del barile. Il Brent, che già si era rafforzato mercoledì, ha chiuso a 56,01 dollari.

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Il petrolio ha gudagnato circa il 15% da quando l’Opec, insieme alla Russia e ad altri dieci Paesi esterni al gruppo, si è impegnata a ridurre le estrazioni di quasi 1,8 milioni di barili al giorno. Dall’inizio del 2017, che segna l’entrata in vigore dei tagli, il mercato si sta tuttavia dimostrando estremamente volatile.

Gli speculatori, che hanno iniziato a ridimensionare un’esposizione rialzista da primato, sono in allerta per cogliere ogni eventuale segnale di indisciplina da parte dei produttori che si sono impegnati a tagliare. L’Opec ne è ben consapevole e ha rifocalizzato la sua retorica per concentrarsi proprio su questo punto.

Le parole di Al Falih hanno un peso particolare. I sauditi dovevano ridurre l’output di 486mila bg, a 10,058 milioni di bg. Ma sono già «poco sotto 10 milioni», ha assicurato il ministro parlando ad Abu Dhabi all’Atlantic Council Global Energy Forum.

Allo stesso evento anche il Kuwait ha esibito un taglio leggermente superiore agli impegni: 133mila invece di 131mila bg, ha detto il ministro Essam Al Marzouk. L’iracheno Jabar Al Luaibi ha solo parlato di esportazioni, ma ha garantito che sono scese di 170mila bg e caleranno di altri 40mila bg questa settimana (il taglio richiesto a Baghdad era in effetti di 210mila bg).

«Sono convinto che l’accordo Opec-non Opec terrà», ha dichiarato il saudita Al Falih, prefigurando una proroga dei tagli per altri sei mesi «se necessario». Il ministro ha fiducia che al riequilibrio del mercato petrolifero contribuirà anche la domanda, che anche quest’anno crescerà di «ben più di un milione di barili al giorno».

Anche dalla Cina arriva ottimismo sulla domanda. La maggiore compagnia statale, la Cnpc, prevede consumi record di 11,88 mbg quest’anno per il Paese asiatico (+3,4%), con importazioni nette di greggio in crescita del 5,3% a 7,95 mbg.

@SissiBellomo

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