Petrolio, al G20 storico accordo sui tagli: Usa a fianco di Mosca e Riad
Donald Trump ha convinto il Messico, che resisteva all’intesa Opec Plus, offrendo di aiutarlo a tagliare la produzione. La Russia festeggia prima ancora della fine del G20: accordo fatto
di Sissi Bellomo
2' di lettura
Potrebbe passare alla storia come il patto del Venerdì santo. Al G20 accordo fatto sul taglio globale alla produzione di petrolio: ci stanno persino gli Stati Uniti – sia pure a modo loro – a fianco di Russia, Arabia Saudita e tutti i Paesi dell’Opec Plus. E alla fine ha ceduto anche il Messico, che aveva a lungo puntato i piedi sulla sua partecipazione.
La riunione d’urgenza convocata da Riad su suggerimento dell’Agenzia internazionale dell’energia ha portato a un risultato davvero storico. Esportatori e importatori di petrolio uniti per salvare un settore che tutti insieme riconoscono come vitale per le sorti dell’economia globale, messa a dura prova dal coronavirus.
A dichiarare per prima il successo delle trattative è stata la Russia. Accordo fatto», ha confermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov all’agenzia Tass, prima ancora che si concludesse la conferenza virtuale tra le maggiori potenze del Pianeta, tra cui l’Italia (rappresentata secondo fonti del Sole 24 Ore dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e dalla sottosegretaria Alessandra Tedde).
Da Mosca Peskov ha riferito che «il presidente Putin giudica molto positivamente il documento concordato» dall’Opec Plus e «la posizione costruttiva assunta dal Messico». Il compromesso raggiunto, secondo il Cremlino, «avrà un effetto positivo nello stabilizzare il mercato globale dell’energia».
Poco prima era stato il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador a convocare una conferenza stampa, per rassicurare sulla collaborazione ai tagli, che effettuerà con un contributo «generosamente» concesso da Donald Trump: in pratica gli Usa ridurranno la produzione di 250mila bg in più per conto del Messico, che potrà così limitare il suo taglio a 100mila bg.
È arrivata una telefonata dalla Casa Bianca, ha raccontato Lopez Obrador: Trump era stupito che l’accordo Opec Plus non fosse ancora chiuso e ha «offerto di aiutare il Messico». «Per questo lo ringrazio».
Il presidente Usa è diventato negli ultimi giorni uno dei maggiori sostenitori nella necessità di un accordo globale per salvare il petrolio, al di là delle polemiche in patria sulla possibilità, oltre che sull’opportunità, di schierarsi a fianco dell’Opec Plus, aiutando di fatto quello che è un cartello.
Il segretario all’Energia Dan Brouillette ha dichiarato al G20 che la produzione Usa diminuirà di 2 milioni di barili al giorno «entro fine anno». «È tempo per tutte le nazioni di esaminare seriamente che cosa ciascuno puù fare per correggere lo squlibrio tra domanda e offerta – ha esortato Brouillette – Chiediamo a tutti di usare ogni mezzo a disposizione per aiutare a ridurre il surplus».
Giovedì 9 l’Opec Plus aveva concordato (a patto che anche il Messico approvasse) un taglio di produzione di 10 milioni di barili al giorno per due mesi, che si prevede di ritirare gradualmente: da giugno scenderà a 8 mbg, da gennaio 2021 a 6 mbg. Arabia Saudita e Russia hanno messo fine alla guerra dei prezzi, accettando di accollarsi la metà dei tagli dell’Opec Plus.
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