Petrolio più caro del 75% in sei mesi, così l’embargo farà meno danni a Mosca
Anche il fattore tempo potrebbe giocare a favore della Russia, che compensa le vendite perdute in Europa con maggiori acquisti di altri Paesi: a maggio le sue esportazioni sono risalite ai massimi dal 2019
di Sissi Bellomo
2' di lettura
L’Europa ha trovato l’accordo per mettere al bando il petrolio russo, ma l’embargo rischia – per almeno tre motivi – di avere un impatto più debole del voluto sulle finanze di Mosca. In primo luogo c’è il fattore prezzi: se a causa delle sanzioni i combustibili diventeranno ancora più cari questo potrebbe limitare, o addirittura azzerare, l’effetto di un calo delle esportazioni russe.
In secondo luogo c’è il fattore tempo, con una gradualità nell’avvio dell’embargo che non agevola soltanto gli europei...
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