Philips corre ad Amsterdam dopo conti migliori di attese e nuovi tagli organico
La società ha chiuso il quarto trimestre del 2022 con ricavi per 5,4 miliardi di euro, in crescita del 3%. Taglierà 8% dell'organico entro il 2025 per semplificare il modello operativo
di Giuliana Licini
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Philips stacca alla Borsa di Amsterdam dopo avere comunicato conti migliori delle attese e nuovi tagli dell’organico. Il titolo della società di elettronica è arrivata a guadagnare oltre sei punti, al top dell'indice AEX e con una delle migliori performance dell'indice Stoxx Europe 600. Philips ha chiuso il quarto trimestre del 2022 con ricavi per 5,4 miliardi di euro, in crescita del 3% su basi comparabili, con un portafoglio ordini in calo dell’8% di riflesso alla minore richiesta di prodotti legati al Covid-19, con un Ebita rettificato di 615 milioni, pari al 12% delle vendite, contro 647 milioni e il 13,1% dei ricavi dell’ultimo trimestre del 2021. Il trimestre si è chiuso con una perdita netta di 105 milioni contro l’utile di 151 milioni dell’anno precedente, risentendo dei costi di ristrutturazione, di nuovi accantonamenti per 85 milioni per il caso dei respiratori difettosi e di 63 milioni per i costi di 'rimedio'.
Nel 2022 i ricavi hanno totalizzato 17,8 miliardi, con un calo organico del 3%, a causa di «difficoltà operative e nelle forniture, minori vendite in Cina, per le conseguenze del dossier dei respiratori e della guerra Russia-Ucraina». L’esercizio ha segnato un Ebita rettificato di 1,3 miliardi contro 2 miliardi e una perdita netta di 1,6 miliardi contro l’utile di 3,3 miliardi del 2021. Il dividendo proposto è invariato a 0,85 euro e sarà distribuito in azioni. Philips ha annunciato anche il taglio di altri 6.000 posti di lavoro, pari all'8% della forza lavoro, entro il 2025 (3.000 entro il 2023), che vanno ad aggiungersi alla riduzione di 4.000 posizioni comunicata ad ottobre, «per semplificare il modello operativo renderlo più agile e competitivo».
Gli operatori mettono in relazione i tagli alle perdite causate dal richiamo degli apparecchi respiratori difettosi per l'apnea notturna. Da mesi la vicenda, per cui Philips Respironics è sotto indagine da parte del Dipartimento di Giustizia Usa ed è oggetto di una class action e di svariate richieste di risarcimento individuali, pesa sui conti del gruppo e sulla sua quotazione di Borsa. Philips ha avviato il primo richiamo dei prodotti difettosi nel giugno 2021 e ha già stanziato circa 885 milioni di euro di accantonamenti. «Il 2022 è stato un anno molto difficile per Philips e per i suoi azionisti. Stiamo prendendo iniziative decisive per migliorare con urgenza la nostra fase esecutiva e la nostra performance», ha dichiarato il ceo Roy Jacobs, nominato nello scorso ottobre, che ha definito «difficile ma necessaria» l’ulteriore riduzione dell’organico.
Secondo gli analisti di Ing, Philips ha ottenuto risultati decisamente migliori del previsto nel quarto trimestre, grazie alla normalizzazione delle catene di approvvigionamento che ha consentito al gruppo di convertire più ordini in vendite effettive, con un conseguente miglioramento dell'Ebita rettificato, che è superiore di oltre il 50% rispetto alle attese. Gli esperti della banca olandese rilevano inoltro che nel loro insieme i tagli occupazioni previsti riguardano il 13% della forza lavoro.
Le prospettive per il 2023 sono giudicate in linea con le aspettative dopo che si erano già notevolmente abbassate negli ultimi mesi. Philips prevede una crescita delle vendite a livello comparabile nella parte basse di una cifra e un margine Ebita rettificato nella parte alta di una cifra. Le voci una tantum, inclusi i costi di ristrutturazione, saranno per altro notevolmente più elevate quest'anno. Secondo Citigroup, i ricavi consolidati per il quarto trimestre sono stati di circa l'8% superiori al consenso e alle stime di Citi, con una crescita organica in accelerazione di circa 900 punti base grazie a una supply chain migliorata. Nell’insieme si tratta di un risultato solido. A cambi correnti, la guidance per il 2023 implica un Ebita sottostante di circa 1,4 miliardi di euro, contro un consensus di circa 1,6 miliardi di euro. Per Jefferies i conti di Philips superano leggermente il consenso e anche le prospettive per il 2023 sono in linea con le attese.
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