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Philogen guida il ritorno delle Ipo a Piazza Affari

di Carlo Festa

(Agf)

2' di lettura

Dopo un 2020 dove le Ipo in Italia sono state pochissime e dove, al contrario, all’estero l’attività è stata abbastanza vivace, saranno probabilmente ancora il settore biomedicale e farmaceutico a tirare le fila degli sbarchi a Piazza Affari nel 2021.

Sulla rampa di lancio ci sono infatti almeno tre aziende: in pista c’è Lima Corporate, uno dei principali operatori al mondo nella progettazione e produzione e di protesi ortopediche. Posseduta dal fondo scandinavo Eqt, ha già nominato Credit Suisse e Morgan Stanley per il processo di Ipo. Ma il primo sbarco dell’anno potrebbe anche essere, per la prima volta in Italia dopo diverso tempo, una società biotech: si tratta di Philogen, specializzata nello sviluppo di biofarmaci per i disturbi legati all’angiogenesi, come il cancro e l’artrite reumatoide. La società, fondata nel 1996 dalla famiglia Neri e nel cui capitale ci sono anche Sergio Dompè e il club deal The Equity Club, avrebbe nominato Mediobanca e Goldman Sachs.

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Per ultima c’è la quotazione dell’aretina Seco, società dell’hi-tech che ha scelto come banche per il debutto a Piazza Affari le stesse Mediobanca e Goldman Sachs .

Segnali di fiducia

Si tratta di segnali di ritorno a un po’ di fiducia dopo un anno avaro di matricole. Il mercato italiano delle Ipo è rallentato pesantemente nel 2020. Gran parte delle aziende, che avevano valutato l’opzione della quotazione per il 2020, ha posticipato il progetto a causa degli effetti della situazione sanitaria. Secondo l’elaborazione di E&Y a oggi, da inizio anno, si sono registrate 14 quotazioni rispetto a 25 Ipo nello stesso periodo del 2019: nel 2020 ci sono così state 12 quotazioni small cap sul segmento Aim e una quotazione sul nuovo segmento Aim Pro, dedicato a start-up e scale-up: quella di Fenix Entertainment. Ma il grande freddo si è registrato, appunto, sul segmento Mta dedicato alle aziende medio-grandi. Unica Ipo di grandi dimensioni è stata quella di Gvs, produttore di filtri e componenti per applicazioni nel settore medicale, che ha raccolta quasi 500 milioni.

La dimensione delle aziende

«Le caratteristiche del tessuto produttivo italiano - spiega Marco Daviddi, leader del strategy and transactions di EY nell’area Mediterranea - vedono, da un lato, una dimensione media delle aziende molto contenuta, dall’altro una preponderante presenza in settori quali retail, consumer product, fashion & luxury, manifatturiero: questo ha reso le nostre aziende più esposte alla crisi derivante dalle restrizioni finalizzate a contenere la diffusione della pandemia e, conseguentemente, ha determinato la necessità per molte aziende di rinunciare ai programmi di quotazione».

Italia in controtendenza

Un paradosso è che la situazione italiana è comunque in controtendenza rispetto al resto del mondo: «Il terzo trimestre 2020 - spiega EY - è stato il più attivo degli ultimi 20 anni per raccolta complessiva delle Ipo a livello globale». Insomma, in Italia ci sono grandi spazi per una ripresa del mercato dei capitali, soprattutto alla luce della liquidità disponibile. «L’ultimo bollettino dell’Associazione Bancaria Italiana - prosegue Daviddi -pone in evidenza la crescita dei depositi bancari alla fine di settembre, con un incremento, rispetto allo stesso periodo del 2019, di circa 125 miliardi (+8%), dovuto ad una sensibile crescita, sia dei depositi corporates (circa 50 miliardi), sia di quelli privati delle famiglie ( 70 miliardi)».

Per approfondire

A Piazza Affari la gelata delle Ipo: dopo il coronavirus occhi puntati sull'Aim

https://www.ilsole24ore.com/art/a-piazza-affari-gelata-ipo-il-coronavirus-occhi-puntati-sull-aim-ADXPaKk

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