Piaggio Aero in cessione ma con commesse in atto
di Raoul de Forcade
2' di lettura
Nell’immediato dopoguerra Enrico Mattei entrò all’Agip come commissario liquidatore ma ne comprese le potenzialità e la trasformò in un colosso del petrolio, fondando l’Eni. Sarebbe assolutamente azzardato paragonare un simile percorso a quello intrapreso da Vicenzo Nicastro, commissario straordinario di Piaggio Aerospace da fine 2018, col compito di venderla, dopo che il precedente proprietario, il fondo Mubadala, ha lasciato l’azienda indispettito dal comportamento del Governo italiano che, avendo promesso contratti pubblici per lo sviluppo del drone senza pilota P.1HH, ha poi tirato il freno dopo un cambio di maggioranza. Nicastro non pensa di trasformare Piaggio in un colosso dell’aeronautica ma sta lavorando per venderla proprio come prevede il suo mandato, notevolmente complicato dal sopraggiungere della pandemia di Covid che ha allontanato, lo spiega lui stesso, «i possibili acquirenti dell’azienda soprattutto del Nord America». Ora attende di capire se la newco italoscandinava che ha ottenuto l’esclusiva per visionare le carte e fare un’offerta su Piaggio, si deciderà ad avanzarla. Un confronto risolutivo è atteso a giorni. Intanto, però, qualche analogia tra Mattei e Nicastro salta fuori, lo testimoniano le parole del commissario dell’azienda: «Quando sono arrivato in Piaggio Aero – racconta – la società era col fiato corto, causato dal fatto che il precedente azionista si era concentrato sul P.1HH. Io mi sono reso conto che la società aveva potenzialità soprattutto per quanto riguarda la produzione del P.180. Ho appurato che l’aereo all’estero era considerato un ottimo prodotto e anche che il primo cliente dell’azienda poteva essere lo Stato italiano, perché la maggioranza dei P.180 in dotazione alle forze armate era molto datata». Da qui parte il lavoro di Nicastro, che ricostruisce la struttura commerciale di Piaggio, ricomincia a vendere aerei a privati (all’estero) e soprattutto, nel 2020, ottiene dalla Difesa una commessa per produrre nove P.180 e ammodernare uno già in dotazione alle Forze armate, con l’opzione per il refit di altri 18. E nei giorni scorsi è arrivata un’altra commessa, da 171 milioni, per sei P.180 per le Forze armate. Una boccata di ossigeno per l’azienda, i cui 900 dipendenti sono rientrati dalla cassa integrazione .
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