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Coronavirus, il piano vaccini: alle Regioni 1,8 milioni di dosi entro metà gennaio, anticipato il «V-day»

Le prime vaccinazioni a inizio anno in tutta Europa, in Italia la tranche di dosi per sanitari e Rsa distribuita tra il 10 e il 15 gennaio. Spostamenti tra i comuni per le Feste: il Governo studia piccole deroghe.

di Marzio Bartoloni

Arcuri: vaccinazioni da metà gennaio. Simbolo della campagna un fiore disegnato da Boeri

2' di lettura

Ora sui vaccini contro il Covid anche l’Italia prova a correre. Come anticipato ieri dal Sole 24 Ore le prime somministrazioni si faranno a inizio 2021 e non più a fine gennaio. Se entro dicembre l’Agenzia Ue del farmaco darà il suo via libera al vaccino Pfizer Biontech - ormai scontato dopo l’ok di ieri della Food and drug administration americana - i primi vaccinati in Italia ci saranno già nei primi giorni del prossimo anno quando potrebbe esserci un «V-day» europeo. Un “giorno del vaccino” in cui fare le prime somministrazioni simultaneamente nei Paesi Ue anche se si tratterà di una «quota simbolica», sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza che da giorni lavora a questa accelerazione.

Poi entro metà gennaio la macchina delle vaccinazioni comincerà a entrare a regime perché il commissario per l’emergenza Arcuri, che sabato ha incontrato i governatori, ha chiesto di farsi trovare pronti per il 10-15 gennaio quando Pfizer potrebbe già distribuire 1,8 milioni di dosi nei quasi 300 ospedali identificati dalle Regioni. Da lì si partirà per vaccinare operatori sanitari e ospiti e personale delle Residenze per anziani (oltre 1,8 milioni di persone) con la prima tranche di dosi.

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I VACCINATI DELLA PRIMA FASE
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Sabato Arcuri ha chiesto alle Regioni di confermare entro domani con esattezza le persone da vaccinare in questa prima fase in modo da comunicare i dati alla Pfizer che porterà le dosi direttamente ai centri di somministrazione. Entro il 18 invece si dovrà conoscere quanti sono pronti ad aderire (come noto non c'è l’obbligo di vaccinarsi). Dopo questa prima fase si procederà con le altre categorie più a rischio partendo dagli over 80 (4,4 milioni) contando, se tutto filerà liscio, su oltre 10 milioni di dosi entro marzo (servono due somministrazioni) in arrivo da Pfizer e Moderna. Poi si spera che arriveranno anche gli altri vaccini, a cominciare da quello di Astrazeneca che potrebbe ritardare di qualche settimana, dopo alcuni problemi sul dosaggio più efficace. Ma Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Cts rassicura : «Compatibilmente con la disponibilità di dosi vaccinali è lecito pensare che entro la fine dell'estate offriremo il vaccino a tutti i residenti del nostro Paese».

Prudenza per le Feste

Intanto sabato 12 dicembre i nuovi contagi di nuovo in crescita - 19.903, con ben 649 vittime che porterebbero l’Italia in cima alla classifica europea per numero di morti, superando l’Inghilterra - ricordano che non si può abbassare la guardia. Nel Governo resta massima la prudenza sulle aperture agli spostamenti tra Comuni il 25, il 26 dicembre e il 1 gennaio. Per ora si pensa solo a deroghe tra i piccoli comuni sotto i 5mila abitanti e distanti pochi chilometri l’uno dall’altro. Ma resta il nodo tecnico di quale veicolo utilizzare per la modifica alle restrizioni per le Feste: non ci sarebbe tempo per emendamenti al decreto Natale, visto l’affollamento in Parlamento. E c’è chi pensa anche a un decreto ad hoc. Il tempo stringe: mercoledì è calendarizzata al Senato una mozione del centrodestra che punta a cancellare i divieti ed è evidente che il governo non può arrivare a quella data senza una sua proposta.

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