scenari

Piattaforme modulari al centro della sfida tra i big dell’automotive

Il ruolo delle architetture

di Mario Cianflone

3' di lettura

Piattaforme modulari al centro dello scontro tra i grandi dell'automotive. Anzi, al cuore della battaglia competitiva globale tra il gruppo Volkswagen e Psa che corre verso la fusione con Fca per creare il terzo /quarto polo mondiale. Innanzitutto, occorre piegare cosa sono le architetture modular: possiamo definirle come il lego dell'auto poiché permettono di costruire modelli diversi, anche molto differenti, per struttura(suv , berline e station wagon), per marca e per tipologia di powertrain (tradizionale a combustione interna, ibrido a vario livello oppure 100 elettrico) il tutto mantenendo stile diverso, definiti con una logica di rispetto delle prerogative di una determinata marca.

Il concetto di piattaforma modulare moderno fu introdotto dal gruppo Volkswagen 8 anni fa con il lancio della architettura Mqb (Modulare Querbaukasten oppure Modular transversal toolkit) che ha permesso, a fronte di un investimento di oltre 60 miliardi di lire di costruire, risparmiando cifre ingentissime in sinergie, tutte le vetture con motore trasversale del gruppo: da quelle marchiate Vw fino alle Seat alle Skoda e alle Audi. Il tutto senza fare (nei limiti del possibile) modelli copia incolla come accade negli anni precedenti dove le sinergie tra marche o tra gruppo venivano realizzate con vetture che si differivano per il marchio sulla calandra o poco più.

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Mqb (che tra l'altro è stata da poco aggiornata e dà vita alle nuovissime Golf 8, Audi A3 quarta serie e Seat Leon 2020 è al centro del vantaggio competitivo del gigante e ha creato un paradigma tecnico. E così lo stesso concetto di estrema modularità ) con pochi pezzi di base si realizza l'ossatura della vettura) è stato riproposto per le vetture l'era elettrica del gruppo tedesco. Infatti, Volkswagen group ha ideato una piattaforma modulare che battezzata Meb, Modularer Elektrobaukasten, è dedicata solo ed esclusivamente alle auto 100% elettriche a lunga autonomia. Vetture nate alla spina e non realizzate sulla struttura di modelli termici. Su Meb è basta la gamma Vw Id, che rappresenta la terza era del marchio, dopo il Maggiolino del terzo reich e la Golf degli anni 70. In avvio di commercializzazione al momento c'è il primo modello, battezzato Id.3, una berlina cinque porte che parte da meno di 40mila euro (quanto una Golf e che dovrebbe nelle intenzioni della casa diventar l'auto del popolo alla spina. In avvio di produzione preserie c'è già il suv da essa derivata (Id.4) e sono previste auto elettriche “Meb-based” dei marchi Seat, Skoda e Audi. insolla questa piattaforma modulare per auto a zero emissione si candida a diventare una sorta di sistema operativo fatto di lamiere, meccanica ed elettronica per le vetture green dei prossimi lustri. E va detto chiaramente che l'emergenza Covid-19 ha solo rallentato e non fermato questi piani che oltretutto hanno richiesto un piano di investimenti per le cosiddette Bev (Battery Electric Vehicle) da 44 miliardi entro il 2023.

Il colosso di Wolfsburg si trova tuttavia un ostacolo sulla sua strada ed è il gruppo Psa che con i suoi marchi Peugeot, Citroën, Ds e Opel sta lanciando modelli elettrici uno via l'atro, dalle 208/2008 del Leone alla Corsa del marchio tedesco, fino alla Ds3 Crossback. E in via di lancio ci sono le nuove Opel Mokka e Citroën C4. Tutte queste vetture sono basate su una piattaforma modulare battezzata Cmp (Common modular plattform), è un'architettura “multi energy” per auto compatte che supporta powertrain termici o elettrici. I francesi si stanno dimostrando veloci ad occupare lo spazio di mercato delle compatte termiche ed elettriche di nuova generazione e sembrano in vantaggio su Vw che però storicamente va con i piedi di piombo ma avanza inesorabilmente. Cmp, sviluppata insieme ai cinesi di Dongfeng, ha il limite di non essere scalabile fino a modelli di taglia medio grande per le quali entra in gioco la seconda piattaforma di Psa: quella battezzata Emp2.

Psa ha in casa comunque due architetture che verranno usate anche per i futuri modelli di Fca, come il futuro suv compatto di Alfa Romeo. Lo scontro soprattutto in Europa sarà dunque incentra su poche piattaforme dei due gruppi dominanti. in attesa del risveglio di Renault e degli alleati Nissan e Mitsubishi che stanno avviando una revisione dei rapporti industriali e di definizione delle line-up di prodotto basandosi di fatto sulla architettura unica (Cmf Common Module Family) per tutti i marchi, Mitsubishi compreso e dedicata anche ai modelli full electric e ibridi.

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