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Piazza Affari e Pmi, quotazioni a rischio con lo stop al Bonus Ipo

Dal 2018 al 2022 l’incentivo, non confermato in manovra, è stato utilizzato da 120 aziende. Anna Lambiase (IRTOP Consulting): «La misura è stata un forte volano per le Ipo sul segmento EGM»

di Lucilla Incorvati

Milano, Piazza Affari

2' di lettura

Mentre continua l’iter del Ddl Capitali, il disegno di legge promosso dal governo per rafforzare il mercato dei capitali italiani e consentire a Piazza Affari di competere con i concorrenti europei, tra gli scontenti della Legge di Bilancio appena varata ci sono le quotande a Piazza Affari. La manovra, infatti, non ha confermato il Bonus Ipo (sotto forma di credito d’imposta) che, introdotto nel 2018, fino ad oggi ha costituito una forma di incentivo per chi voleva approdare sull’Euronext Growth Milan.

I dati dell’Osservatorio PMI EGM

Secondo l’Osservatorio PMI EGM, la misura ha fornito una spinta significativa per le quotazioni: le società che nel periodo (2018/2023) ne hanno usufruito sono state 120 per un importo totale di circa 50 milioni. Anche la legge di Bilancio per l’anno 2023, infatti, ha previsto che le Pmi che inizino una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo e che ottengano l’ammissione alla quotazione, possono richiedere un credito d’imposta pari al 50% dei costi di consulenza sostenuti, fino a un massimo di 500mila euro.

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IL BONUS IN CIFRE
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«L’incentivo fiscale sui costi di quotazione nel quinquennio di applicazione 2018-2022 ha favorito oltre 120 Ipo (oggi le quotate sono 197)- sottolinea Anna Lambiase, ceo di IRTOP Consulting e direttore scientifico dell’Osservatorio PMI EGM- La finanza privata ha sostenuto il mercato Euronext Growth Milan: dal 2019 ad oggi 297 società quotate hanno raccolto attraverso la quotazione in Borsa 6 miliardi di euro da investitori istituzionali per finanziare lo sviluppo. Chiediamo al Governo che prosegua il percorso di incentivazione della raccolta di capitale in equity, una misura che si è dimostrata un forte volano per l’occupazione e la crescita economica delle Pmi italiane».

L’impatto della quotazione

Sempre secondo i dati dell’Osservatorio PMI EGM nel 2022 le società quotate hanno registrato una crescita media dei ricavi pari a +51% e impiegato oltre 33mila dipendenti in crescita del +20%. «Attraverso la proroga del Bonus Ipo nella Legge Finanziaria 2024 con uno stanziamento di 15 milioni di euro si potrebbe proseguire il percorso di sviluppo delle Pmi favorendo l’incontro tra domanda e offerta di capitali» - aggiunge Lambiase - e sarebbe auspicabile rendere strutturale il Bonus Ipo».

Il gap di mercato

Se i i principali pilastri del Ddl Capitali riguardano la governance, la semplificazione del processo di quotazione, l’ampliamento della base investitori e l’educazione finanziaria dal confronto internazionale emerge un importante gap del mercato Egm: nei confronti del l’Euronext Growth Paris si registra -28% in termini di emittenti e -57% in termini di capitalizzazione e nei confronti con Aim UK -76% in termini di emittenti e -91% in termini di capitalizzazione. «Un importante requisito per l’ottenimento degli incentivi - conclude Lambiase - potrebbe essere legato alle Ipo sostenibili, che possano al contempo contribuire al raggiungimento degli obiettivi green cui i Governi si stanno impegnando».

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