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Chiusura debole per le Borse europee (segui qui l'andamento dei listini) fatta eccezione di Francoforte, in rialzo a dispetto del deludente indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche. Madrid e Milano sono state le piazze peggiori. Il FTSE MIB ha lasciato sul parterre lo 0,79%, risentendo delle tensioni politiche all’interno del Governo e come spesso avviene in queste situazioni a pagarne le spese sono state soprattutto le banche. Tuttavia lo spread, termometro del "rischio Paese",, con un colpo di reni sul finale, è lievemente migliorato a 263,8 punti, in un giorno in cui sono andate anche bene le aste di Ctz e Btp.
Vendite fisiologiche dopo la corsa dei primi mesi 2019
Le Borse europee si sono prese una pausa di riflessione dopo la corsa registrata nei primi mesi dell’anno. Piazza Affari ha pagato dazio all’incertezza politica, dopo i recenti screzi all’interno del Governo.
D’altra parte va considerato che il Ftse Mib è salito molto più degli altri listini del Vecchio Continente nel 2019, arrivando a segnare un guadagno del 20% circa da inizio anno ai massimi segnati i giorni scorsi. Le prese di beneficio, per gli esperti, sono del tutto fisiologiche.
Male le banche, Ubi la peggiore
Il listino ha risentito dell’andamento in netto ribasso delle banche, penalizzate sia della delicata situazione politica, in vista delle elezioni europee, sia della performance di recupero registrata da numerosi titoli da inizio anno. Il peggior titolo del settore nel paniere Ftse Mib è stato quello di Ubi Banca, calato del 3,58%.Intesa Sanpaoloe Unicredit hanno lasciato entrambi sul parterre l’1,8%, mentre Banco Bpmha accusato un calo dell’1,9%. Hanno ridotto le perdite le Banca Pop Er (-0,87%) e le Mediobanca (-0,3%).
St in evidenza , bene anche Prysmian e Atlantia
A Piazza Affari si sono distinte le Stmicroelectronics (+5%), vantando la performance migliore del paniere principale, in un giorno in cui il NASDAQ COMP, l'indice dei titoli tecnologici, ha consolidato livelli da record. Gli investitori, in più, hanno apprezzato le indicazioni fornite dal management di St per il resto dell’anno, con i ricavi che dovrebbero accelerare nella seconda metà del 2019. Previsioni che hanno messo in ombra i numeri in calo del primo trimestre con un utile netto giù del 25,4% su base annua a 178 milioni di dollari e un fatturato in ribasso del 6,7% su base annua, a 2 miliardi di dollari.
Tra le società a maggiore capitalizzazione, si sono messe in evidenza le Atlantia (+1,38%), beneficiando dell’ipotesi di trattative in corso per un ingresso in Alitalia, in cambio forse di una distensione dei rapporti con il Governo che nei mesi scorsi aveva annunciato la possibilità di una revoca delle concessioni autostradali a seguito della tragedia del crollo del Ponte Morandi. Intanto, secondo indiscrezioni, il Governo inserirà nel Decreto Crescita la proroga del finanziamento ponte di 900 milioni ad Alitalia, che in teoria scadrebbe a giugno. Palazzo Chigi starebbe infatti lavorando a un’operazione della compagnia che prevede l'eliminazione della scadenza del prestito ponte e la conversione in capitale da parte del Ministero del Tesoro. In più, sempre secondo ipotesi di stampa, pare che potrebbero entrare nel capitale di Alitalia oltre a Ferrovie dello Stato e Delta Airlines, anche la stessa Atlantia con una quota attorno al 35%. Prysmian (+1,65%) ha continuato a risalire la china, beneficiando ancora della conferma dei target per fine anno. Dallo scorso 11 aprile le azioni hanno guadagnato circa il 14%. Anche Davide Campari ha registrato di un frazionale 0,17% all’indomani dell’emissione del bond da 150 milioni di euro e nonostante i giudizi critici degli analisti, che considerano care le azioni, che hanno un rapporto tra prezzo e utili attesi per fine anno superiore a 30 volte.
Juventus in caduta libera dall'eliminazione dalla Champions League
Il peggior titolo del Ftse Mib ancora una vota è stato quello della Juventus Fc(-5,5%), sul quale non si arresta la pioggia di vendite iniziate dopo l’uscita della squadra bianco-nera dalla Champions League. Uscita che costa un tesoretto da circa 40 milioni alla società sportiva. Dopo eliminazione dalla coppa dei campioni, a metà aprile, la capitalizzazione della vecchia Signora si è assottigliata sotto 1,2 miliardi di euro, contro gli 1,7 miliardi di metà aprile. Da inizio anno il bilancio si è quasi azzerato, con le azioni sopra solo di un soffio rispetto ai valori del 2 gennaio. D'altra parte dai livelli della scorsa estate le Juventus mantengono un progresso dell'80%, beneficiando dell'effetto Ronaldo, oltre che dell'ingresso nel Ftse Mib.
Bene Azimut e Buzzi, giù i petroliferi
Azimutha registrato un progresso dello 0,4% nel giorno dell'assemblea dei soci nel corso della quale il presidente, Pietro Giuliani, ha dichiarato che l'utile netto di fine anno potrebbe salire sopra i 300 milioni indicati nel piano quinquennale. In più il manager ha preannunciato che i conti del primo trimestre, che verranno annunciati il prossimo 9 maggio, potrebbero essere i migliori di sempre. Ed ancora sono andate bene le Buzzi Unicem (+1,16%), mentre sono scivolate di oltre il 2% le Diasorin. Dopo la buona performance della vigilia, sono andate male anche le azioni del petrolio, da Eni (-1,57%), aSaipem (-1,3%) e Tenaris (-2,1%). Eni, tra l'altro, oggi ha pubblicato i numeri del primo trimestre.
Tra le piccole in volata Expert System
Fuori dal paniere principale, Expert Systemè volata del 14% sull'onda dell'aumento di capitale da 7 milioni che sarà sottoscritto da Ergo, società di nuova costituzione controllata da un pool di investitori privati tra i quali Claudio Costamagna, Diego Piacentini e Francesco Caio. Hanno continuato a salire le Ovs (+5,4%), sugli scudi da giorni, dopo che il management del gruppo ha indicato che i margini della società miglioreranno nella seconda parte dell'anno. Nei giorni scorsi la società ha annunciato di avere chiuso il bilancio terminato il 31 gennaio 2019 con ricavi in calo dell’1,7% a 1,39 miliardi di euro e un utile rettificato giù del 48,2% a 55,2 milioni (-48,2%). Tuttavia un aspetto positivo del bilancio 2018 è stato il calo dell’indebitamento, da 377,8 a 364,9 milioni. Infine è andata maleSalini Impregilo(-1,17%), nel giorno dell'assemblea dei soci che ha confermato sia allo studio un aumento di capitale per rilevare Astaldi (+1,2%).
Francoforte trascinata al rialzo da Sap e Wirecard
Nel resto d'Europa, Parigi ha perso lo 0,28%, Londra lo 0,68% e Madrid lo 0,74%. E' andata bene Francoforte (+0,6%), trascinata al rialzo da Sap, volata del 12,5%, e da Wirecard, in progresso dell'8,5%: La prima è stata elettrizzata dal rialzo delle previsioni per fine anno sul margine operativo, visto in rialzo del 9,5-12% anziché del 7,5-11%. La seconda ha invece festeggiato l'annuncio dell'ingresso nel capitale da parte del gigante giapponese, SoftBank, con una quota del 5,6% per un investimento da 900 milioni di euro.
Euro sotto 1,12 dollari, lima il valore del greggio
Sul fronte dei cambi, l’euro si è indebolito nei confronti del dollaro, arrivando a toccare un minimo a 1,1180 che non vedeva dal giugno 2017. La moneta unica adesso vale 1,1193 dollari (da 1,1245 di ieri). Passa inoltre di mano a 125,12 yen (125,32), mentre il dollaro-yen si attesta a 111,78. Il petrolio batte la fiacca dopo avere aggiornato la vigilia nuovi massimi da sei mesi: il wti, contratto con consegna giugno, cede lo 0,5% e si attesta a 65,93 dollari al barile. Oggi è anche emerso che le scorte americane sono salite oltre le attese, di 5,479 milioni di barili a 460,633 milioni di unità.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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