Piemonte, Lazio, Lombardia e Sicilia verso il giallo dal 3 gennaio. Per la Liguria pericolo arancione
Rischia il giallo a stretto giro anche l’ Emilia Romagna.
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
Corre veloce la variante Omicron, tanto che nel giorno di Natale era già responsabile del 45% degli oltre 54mila casi individuati. Lo fa, però, a velocità diverse perché nelle regioni già entrate nella zona gialla si nota in generale un decremento dei casi, mentre in molte regioni ancora bianche i casi continuano a salire rapidamente.
Quattro regioni verso l’abbandono della fascia bianca
Sono undici le regioni che hanno superato la soglia critica dei ricoveri sia in area non critica (15%) che in terapia intensiva (10%). Alle sette già in giallo (Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, province autonome di Bolzano e Trento, Veneto) altre quattro (Piemonte, Lombardia, Lazio e Sicilia) hanno ormai numeri da zona gialla. Se il trend prosegue, il monitoraggio Iss venerdì prossimo ne certificherà l’abbandono della fascia bianca. Anche se va specificato che con l'obbligo di mascherina all'aperto anche in zona bianca contenuto nell’ultimo decreto legge approvato in Cdm, non c'è più di fatto alcuna distinzione tra le due zone a livello di misure anti-contagio.
Piemonte, Lombardia, Lazio e Sicilia con numeri da “ gialla”
Il Piemonte (696 casi settimanali ogni 100mila abitanti) ha superato da giorni sia la soglia da zona gialla dei ricoveri in terapia intensiva (siamo al 14,6 per cento) che quella nei reparti ordinari (19,2%). Mentre il Lazio (418 nuovi positivi in una settimana ogni 100mila abitanti) ha dal 27 dicembre numeri da zona gialla: tasso di ospedalizzazione nei reparti ordinari al 16% e in rianimazione (dato cabina di regia) all’11,5 per cento. Del resto era stato lo stesso governatore Nicola Zingaretti a dichiarare qualche giorno fa: «I flussi probabilmente ci porteranno in zona gialla».
È boom di casi in Lombardia, diventata la regione epicentro dei contagi (961 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti). E crescono i ricoveri. Anche se i 2mila posti letto in più nei reparti ordinari mobilitati per i pazienti Covid negli ultimi dieci giorni (passati da 8.485 in totale registrati il 18 dicembre a 10.457 il 27 dicembre) ha consentito di tenere per qualche giorno più basso il tasso di ospedalizzazione, cresciuto comunque fino al 16,1%. Mentre in terapia intensiva siamo sopra soglia al 12,6%. Con numeri ormai da zona gialla anche la Sicilia (302 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti), dove i ricoveri nei reparti ordinari sono saliti al 18,7% e quelli in terapia intensiva al 10,5 per cento.
Emilia Romagna e Umbria a rischio
A rischio zona gialla anche l’Emilia Romagna. Sopra soglia, a quota 12,6% i ricoveri in terapia intensiva. Mentre quelli in area non critica si attestano al 14,3 per cento. E la situazione peggiora in Umbria, dove il tasso di ospedalizzazione nei reparti ordinari è scizzato al 15,7% mentre quello in rianimazione è più sotto controllo al 6,3 per cento (dato cabina di regia).
Per la Liguria pericolo arancione
Tra le regioni in giallo quella più vicina all'arancione (ricoveri oltre il 30% in area non critica e oltre il 20% in rianimazione) è la Liguria. Corre rischi anche la Calabria. Mentre la situazione si è stabilizzata in Friuli-Venezia Giulia (22,2% nei reparti ordinari e 14,9% in terapia intensiva), nelle Marche (21,6% in area non critica e 20,1% in rianimazione) e in Veneto (17,5% nei reparti ordinari e 16,% in terapia intensiva).
In Liguria in particolare i ricoveri nei reparti ordinari sono saliti al 28,6% e quelli in rianimazione al 18,1%. Ma preoccupa anche la situazione in Calabria dove il tasso di ospedalizzazione è rispettivamente al 28,3% nei reparti ordinari e al 14,2 per cento in terapia intensiva.
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