Piemonte, Sicilia, FVG e Abruzzo verso l'arancione
Anche la Puglia e la Sardegna verso la zona gialla. Si allontana (per ora) il rischio lockdown per la Valle d’Aosta
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
4' di lettura
L’arancione è destinato a essere un colore a diffusione limitata se entreranno in vigore le norme, chieste a gran voce dalle regioni, che scomputano dai ricoveri nei reparti ordinari i pazienti in ospedale per cause diverse dal Covid che risultino positivi ai test per il virus SasrCoV2, ma asintomatici. La trattativa con il governo è in corso.
Nel frattempo altre quattro regioni (Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Sicilia) si avviano a passare lunedì 24 gennaio in fascia arancione, avendo superato le soglie previste dalla legge (oltre 30% di pazienti Covid ricoverati nei reparti ordinari e oltre il 20% in terapia intensiva). E ad affiancare così la Valle d'Aosta, arancione dal 17 gennaio. Anche la Puglia e la Sardegna vanno verso la zona gialla. Se il trend attuale sarà confermato venerdì dal monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss), la prossima settimana solo tre regioni (Basilicata, Molise e Umbria) resteranno in fascia bianca.
Piemonte, FVG, Abruzzo e Sicilia verso l’arancione
Il Piemonte, malgrado i 970 posti letto in più aggiunti nei reparti ordinari la scorsa settimana (che hanno evitato il cambio di colore), continua a registrare un significativo aumento dei ricoveri in area non critica. E ha numeri da zona arancione (30,4% nei reparti ordinari e 22,6 in terapia intensiva). Numeri da zona arancione anche per la Sicilia (dove i ricoveri sono al 36,2% in area non critica e al 20,2% in rianimazione), per il Friuli Venezia Giulia (33,8% nei reparti ordinari e 24% nelle rianimazioni) e per l’Abruzzo dove i reparti ordinari sono al 31% e le terapie intensive al 20,6 per cento.
Al limite sono le Marche (29,1% in area non critica e 26,3% in rianimazione) e provincia autonoma di Trento (rispettivamente 29% e 21,1 per cento).
Lombardia, Calabria e Liguria a rischio
La Calabria malgrado il 41,1% di ricoveri in area non critica resta in giallo grazie ai ricoveri in terapia intensiva in calo al 18% per cento. A rischio la Lombardia (35,2% di pazienti Covid ricoverati nei reparti ordinari) che però grazie alle terapie intensive sotto la soglia del 20% dovrebbe restare gialla almeno per ancora una settimana. Sotto osservazione resta la Liguria (39,6% in area non critica) dove però il tasso di ospedalizzazione nelle terapie intensive è al 18,1 per cento.
Valle d’Aosta resta in arancione
La Valle d’Aosta ha la percentuale più alta di ricoveri nei reparti ordinari (57,1%) ed è in arancione dal 17 gennaio. Sotto osservazione la situazione delle terapie intensive. Con una manciata di ricoveri in più scatterebbe addirittura la zona rossa. «La zona rossa sarebbe una tragedia» dichiara il presidente della Regione, Erik Lavevaz. E aggiunge: «Chiediamo al Governo innanzitutto un diverso conteggio dei malati, che comprenda chi è ricoverato per il Covid e non con il Covid, ma soprattutto chiediamo la possibilità di avere una franchigia sui posti letto in ospedale».
Cosa cambia in arancione
Va segnalato peraltro, che al di là della pressione ospedaliera maggiore (oltre il 30% di pazienti Covid ricoverati nei reparti ordinari e oltre il 20% nelle terapie intensive), nella zona arancione le misure restrittive sono diventate pressoché identiche a quelle della zona bianca e gialla (dove le norme sono attualmente identiche). In base all’ultimo decreto anti Covid di fine anno e alla tabella pubblicata da palazzo Chigi, l’obbligo di Super Green pass è stato infatti esteso in zona bianca e gialla a partire dal 10 gennaio praticamente a tutte le attività per le quali in precedenza era previsto solo in arancione.
La necessità del super green pass
Come è possibile verificare nella tabella aggiornata sul sito di palazzo Chigi, in zona arancione resta però una maggiore stretta, perché, il Super Green pass (oltre che per tutte le attività per le quali è previsto già in zona bianca e gialla) è obbligatorio solo in questa fascia cromatica anche per: accedere ai negozi dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi, dove l'accesso è libero); partecipare ai corsi di formazione in presenza e praticare sport di contatto all’aperto. Gli spostamenti con auto propria verso altri comuni o fuori Regione sono possibili senza certificato verde solo per lavoro, necessità e salute (in questi casi basta l’autocertificazione).
Anche Puglia e Sardegna verso la zona gialla
Da lunedì 24 gennaio, infine, dovrebbe scattare la zona gialla anche per la Puglia (23,3% i ricoveri in area non critica e 13,1 per cento in terapia intensiva) e la Sardegna (rispettivamente 16,3% e 13,2 per cento). L'Umbria ha un'alta percentuale di ricoveri nei reparti ordinari (30,8%), ma è sotto soglia sul fronte delle terapie intensive (7,9%) e dovrebbe restare in zona bianca con Basilicata e Molise.
Norme identiche in zona bianca e gialla
Va specificato che con l’obbligo di mascherina all’aperto anche in zona bianca (per ora fino al 31 gennaio) non c’è più di fatto alcuna distinzione tra le due zone a livello di misure anti-contagio. Ma in zona gialla i ricoveri ospedalieri sono maggiori (oltre il 10% di pazienti Covid in terapia intensiva e oltre il 15% nei reparti ordinari) e perciò la saturazione dei posti letto è un problema più grave che in zona bianca.
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