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Pierrel aggancia prezzo Opa volontaria Fin Posillipo

L'operazione lanciata dalla holding del gruppo Petrone è finalizzata ad acquisire l'intero capitale della società farmaceutica e a ottenere la revoca delle azioni da Piazza Affari

dI Stefania Arcudi

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2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Pierrel corre a Piazza Affari dopo che Fin Posillipo, holding del gruppo Petrone, ha annunciato l'intenzione di promuovere un'offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie della società farmaceutica e delle bioscienze. Il titolo, arrivato a guadagnare più dell'8%, ha agganciato subito il corrispettivo dell'offerta, pari a 1,75 euro, con un premio del 10% circa sulla chiusura del 10 ottobre. L'operazione, finalizzata ad acquisire l'intero capitale di Pierrel e a ottenere la revoca delle azioni da Piazza Affari (delisting), avverrà per il tramite di un veicolo societario di nuova costituzione nella forma di società per azioni di diritto italiano il cui capitale sarà indirettamente detenuto da Fin Posillipo. Più nel dettaglio, l'offerta ha ad oggetto complessivamente 7,51 milioni di azioni Pierrel, rappresentative del 13,69% del capitale, dedotte i 47,41 milioni di azioni ordinarie in possesso di Fin Posillipo e dell'azionista Bootes (per un totale pari all'86,31% del capitale). Quest'ultima ha sottoscritto un accordo quadro con il socio di riferimento al fine di definire la struttura dell’offerta e gli impegni di ciascuno di essi nel contesto della medesima e della complessiva operazione. Come si legge in una nota, «l’offerta è strumentale al perseguimento dei programmi futuri di crescita e al rafforzamento dell’emittente. FinPo ritiene che gli obiettivi dell’emittente possano essere più agevolmente ed efficacemente perseguiti in una società non quotata interamente partecipata. Il delisting consentirebbe a Pierrel di perseguire i propri obiettivi con una maggiore flessibilità gestionale e organizzativa, con tempi di decisione e di esecuzione più rapidi e beneficiando altresì di una riduzione dei costi di gestione conseguente al venir meno dello status di società quotata».

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