Dal marmo al bronzo

Pietrasanta, la «Piccola Atene» dell’arte dove fonderie e laboratori battono il Covid

Commesse da tutto il mondo per gli artigiani del distretto che realizza le opere di molti artisti internazionali. Lucarini (Fonderia Versiliese): «Abbiamo lavori per i prossimi 18 mesi». Fonderia Mariani: «Pesa il caro energia e manca manodopera»

di Silvia Pieraccini

Fusione. Una fase della lavorazione nella Fonderia Mariani la più antica tra quelle di Pietrasanta

4' di lettura

A Pietrasanta i nuovi concetti di criptoarte, Nft, blockchain e metaverso, che stanno mettendo in fibrillazione il mercato dell’arte, per adesso restano lontani. Qui, nella cittadina della Versilia (23mila abitanti, provincia di Lucca) dove sono concentrate fonderie e laboratori del marmo che producono le opere di molti artisti internazionali, la parola d’ordine è ancora oggi “manualità”.

Scolpire la pietra, modellare la creta, fondere il bronzo sono le specializzazioni artigiane che hanno tenuto a galla questo “distretto dell’arte” durante la fase più dura della pandemia, e che stanno spingendolo adesso, favorito anche da una fase di mercato favorevole.

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«Nel 2021 abbiamo lavorato come matti – spiega Franco Lucarini, titolare coi fratelli Tiberio e Gabriele della Fonderia artistica Versiliese fondata nel 1975 – e adesso abbiamo già commesse per i prossimi 18 mesi. Da quando è scoppiato il Covid tutti i clienti, sia gli artisti che le gallerie, hanno fretta di avere le opere, ancora più fretta del passato».

Fonderia Versiliese, nove dipendenti più i tre fratelli soci-lavoratori, circa 800mila euro di fatturato 2021, ha realizzato opere per Fernando Botero, Sandro Chia, Giò Pomodoro, Alicia Penalba, e ora sta completando una scultura monumentale per il Principato di Monaco, formata da tre alberi in bronzo alti 9, 12 e 15 metri destinati al nuovo quartiere Mareterra e firmati dall'artista Bernard Bezzina.

Laboratori e fonderie di Pietrasanta più forti del Covid

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«È la nostra commessa più importante, ci impegnerà fino a maggio del 2023» afferma Lucarini che l’anno scorso ha realizzato le opere per la mostra-evento di Giuseppe Veneziano organizzata dal Comune di Pietrasanta in piazza Duomo e ora sta facendo quelle di Marco Cornini per la prossima mostra estiva sempre in piazza Duomo. La “piccola Atene”, come il centro versiliese è stato ribattezzato per il suo fermento artistico-culturale che ha dato grande impulso al turismo, rilancia sperando nel ritorno di americani, russi e inglesi dopo la pandemia.

Tra le fonderie di Pietrasanta (cinque in tutto) la più antica e la più grande è Mariani, 34 dipendenti e 3,3 milioni di fatturato 2021, in crescita del 15%: «Il mercato per adesso è tonico – spiega il titolare Adolfo Agolini, 69 anni – e la tendenza è all’incremento delle commesse. Purtroppo c’è l'impennata dei costi dell’energia elettrica e delle materie prime, dal bronzo passato da 7,5 a 11,5 euro al chilogrammo fino all’alluminio, alle leghe, e non sempre è facile trasferire questi aumenti sul prezzo finale dell'opera».

Fonderia Mariani in 70 anni d’attività ha lavorato per 400 artisti di tutto il mondo (per 40 anni ha realizzato le opere di Mitoraj) e oggi ha molte commesse dal Nord Europa. «La cosa difficile è trovare manodopera – aggiunge Agolini – l’unica strada è formarla direttamente, ma il processo è lungo e costoso: ci vogliono almeno cinque anni perché un giovane diventi produttivo, e fino a otto-dieci perché realizzi in autonomia lavori di cesello. Oltre al fatto che bisogna imparare a rapportarsi con gli artisti: i nostri artigiani devono avere elasticità mentale e devono dare un senso all'opera, un po’ come fa il traduttore di un libro».

La manodopera scarseggia anche nei laboratori artistici del marmo: «Non è facile trovare persone brave – spiega Franco Cervietti, 80 anni, titolare dello Studio Cervietti, uno dei più strutturati con nove addetti – alcuni giovani che escono dalle scuole d’arte sono affascinati da questo lavoro che è fatto essenzialmente con le mani».

La tecnologia, dai modelli in 3D ai robot, è entrata solo in parte nelle fonderie e nei laboratori lapidei (di solito nelle prime fasi di lavorazione), dove progettazione, calchi e finiture hanno ancora bisogno dell’elemento umano. «Quando è iniziata la pandemia le commesse in arrivo da Paesi come l’America e l’Inghilterra si sono bloccate, ma poi ne sono arrivate altre col risultato che oggi abbiamo più lavoro di due anni fa», aggiunge Cervietti che ha tra i suoi clienti nomi come Vangi, Botero, Mitoraj e realizza anche copie di sculture classiche per privati, Madonne per chiese, opere in marmo di arte astratta.

La vicinanza delle cave delle Alpi Apuane, prime fra tutte quelle di Carrara, è uno dei motivi che hanno dato impulso alla produzione artistica di Pietrasanta che oggi può contare su una filiera completa.

«La fortuna di quest’area è avere nel giro di pochi chilometri il marmo, lo scultore, il modellatore di creta e la fonderia – spiega Massimo Galleni, 58 anni, titolare dell’omonimo laboratorio di marmo con sette dipendenti - per questo vedo buone prospettive per il settore». Galleni, scultore di prima generazione che ha lavorato per Giuliano Vangi, Mitoraj, Luigi Ontani, Kevin Francis Gray, Anna Chromy, in questi mesi ha acquisito commesse dialogando con i clienti via Whatsapp, mail, videochiamate, e ora è sommerso da un’ondata di richieste e di preventivi.

«C’è voglia di ripartire – conclude – quel che servirebbe a Pietrasanta, adesso, è uno spazio pubblico per valorizzare il lavoro degli artigiani. La preoccupazione per il futuro è solo una: che la città perda la propria identità».

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