IL BOLLETTINO ECONOMICO

Pil, Bankitalia conferma +0,9% nel 2016 e 2017

di Nicola Barone

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3' di lettura

Banca d'Italia conferma le stime per la crescita dell'economia italiana nel 2016 e nel 2017. Nel bollettino economico, l'istituto rileva come le proiezioni «aggiornate in base agli andamenti più recenti, indicano che in media il Pil dovrebbe essere aumentato dello 0,9% nel 2016, crescerebbe attorno allo 0,9% anche nell'anno in corso e all'1,1 sia nel 2018 sia nel 2019». Numeri identici a quelli diffusi da Bankitalia a dicembre e sostanzialmente allineati a quelli del bollettino di luglio e ottobre che avevano limato le precedenti stime. Il livello del Pil nel 2019 sarebbe comunque ancora inferiore di circa quattro punti percentuali rispetto al 2007 se fossero confermate queste stime di crescita. Per Via Nazionale l'attività economica «verrebbe ancora sospinta dalla domanda nazionale e, già dal 2017, dal graduale rafforzamento di quella estera».

Effetto incentivi disposti dal governo
Secondo la Banca d'Italia in presenza di condizioni finanziarie che si mantengono favorevoli, «l'espansione degli investimenti in capitale produttivo
contribuirebbe a sostenere l'attività economica; benché frenati dall'incertezza sulle prospettive di crescita, tali investimenti beneficerebbero sino alla prima metà del 2018 degli incentivi disposti dal governo». Sulla base dei sondaggi fatti «le imprese forniscono nel complesso una valutazione positiva di queste misure, rinnovate e ampliate con la legge di bilancio per il 2017. Secondo nostre stime, l'impulso fornito da tali agevolazioni, in larga misura riconducibile a un anticipo dei piani di spesa delle imprese, ammonterebbe complessivamente a circa 3,5 punti percentuali di maggiori investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto nel triennio». A novembre, prosegue il bollettino, la produzione industriale è salita dello 0,7% rispetto a ottobre. «Secondo le nostre stime, nell'ultimo trimestre del 2016 l'attività manifatturiera sarebbe cresciuta dello 0,7 per cento, un ritmo inferiore rispetto a quello registrato nei mesi estivi; nel complesso del 2016 avrebbe segnato un nuovo incremento, prossimo all'1 per cento (dall'1,8 nel 2015), sostenuto dai comparti dei beni di investimento e intermedi».

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Stime valide con riforme e spread fermo
Ma una crisi bancaria e finanziaria e un rialzo dello spread oltre che un rallentamento del processo di riforme avviato in questi anni potrebbe incidere sulle stime di crescita dell'economia italiana. L'istituto centrale avvisa come «il quadro economico (Pil +0,9% in 2016 e 2017 e +1,1% in 2018 e 2019) presuppone il mantenimento di un livello contenuto dei rendimenti a lungo termine e condizioni del credito, in termini di costo e disponibilità, complessivamente distese». Ciò «riflette l'ipotesi che non si verifichino tensioni sui mercati finanziari e bancari nell'area dell'euro e in Italia, né episodi di significativo aumento dei premi per il rischio e della volatilità; rispecchia altresì l'ipotesi, incorporata nelle quotazioni di mercato, che nel nostro Paese non si interrompa la realizzazione del processo di riforma avviato negli ultimi anni».

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Più prestiti alle imprese, ma ritmi modesti
È proseguita per Via Nazionale «nei mesi più recenti l'espansione del credito al settore privato non finanziario, con un aumento anche dei prestiti alle imprese; la crescita resta però modesta». La qualità del credito delle banche italiane «continua a beneficiare del miglioramento del quadro congiunturale, registrando un'ulteriore diminuzione del flusso di nuovi crediti deteriorati». Nei tre mesi terminanti a novembre la dinamica del credito al settore privato non finanziario si è lievemente rafforzata (1,1% al netto dei fattori stagionali e in ragione d'anno). I finanziamenti alle famiglie hanno accelerato (2,1%): prosegue, robusta, sia la crescita del credito al consumo (2,7%), sostenuta dalla dinamica del reddito disponibile, sia quella dei mutui per l'acquisto di abitazioni (2%), in linea con l'ulteriore rialzo delle compravendite.

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