LA CRISI COVID

Pil, CsC: difficile intravedere a breve segnali di ripresa

Secondo il Centro studi di Confindustria, gli accresciuti timori, legati alla recrudescenza dei contagi in Italia, hanno già portato a una maggiore prudenza nelle decisioni di spesa delle famiglie e quindi a una riduzione dei consumi che, verosimilmente, continuerà anche nei prossimi mesi

(imagoeconomica)

2' di lettura

«Una lettura integrata» delle variabili economiche dell'ultimo periodo «suggerisce che gli accresciuti timori, legati alla recrudescenza dei contagi in Italia, hanno già portato a una maggiore prudenza nelle decisioni di spesa delle famiglie e quindi a una riduzione dei consumi che, verosimilmente, continuerà anche nei prossimi mesi, in linea con l'atteso peggioramento della crisi sanitaria. È difficile intravedere nel breve periodo segnali di ripresa economica». È quanto ha messo in evidenza il Centro studi di Confindustria.

Stop crescita produzione, possibile calo in IV trimestre

Se si interrompe la crescita dell'attività industriale in settembre (-3,2%), si stabilizza in ottobre (+0,4%), le prospettive sono tornate negative.«La produzione industriale italiana registra il primo stop in settembre, dopo quattro mesi di crescita robusta - si legge nel report -. Nel terzo trimestre si rileva un rimbalzo del 29,5% rispetto al secondo, mentre il quarto potrebbe segnare una nuova caduta dell'attività in conseguenza del peggioramento del contesto economico generale a causa della recrudescenza dei contagi da Covid-19. Le indagini condotte in ottobre mostrano sia tra gli imprenditori manifatturieri che tra le famiglie una crescente preoccupazione sulle prospettive economiche nei prossimi mesi».

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Debole dinamica dell'attività in settembre e ottobre

«Rispetto al terzo trimestre del 2019 - ha messo in evidenza ancora il Centro studi - la variazione nei mesi estivi si attesta al -5,8%. La variazione congiunturale acquisita nel quarto trimestre è di +0,7%. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, diminuisce in ottobre dell'1,6% rispetto allo stesso mese del 2019; in settembre è vista in calo del 4,0% sui 12 mesi. Gli ordini in volume diminuiscono in ottobre dell'1,4% sul mese precedente (-1,4% annuo) e in settembre dello 0,3% su agosto (-4,8% su settembre 2019). L'andamento della produzione industriale nei due mesi di rilevazione evidenzia un rallentamento della crescita dopo il forte recupero nei mesi estivi. Sulla debole dinamica dell'attività in settembre e ottobre ha inciso la marcata riduzione delle scorte di magazzino, rilevata dall'indagine Ihs-Markit sul pmi manifatturiero e da quella Istat sulla fiducia; dal punto di vista della domanda il freno è venuto soprattutto dalla componente estera».

Tra le famiglie è aumentata l’incertezza

« Per quanto riguarda le attese - continua il report -, in ottobre gli imprenditori manifatturieri hanno espresso una maggiore preoccupazione sulla dinamica di ordini e produzione a tre mesi, in linea con il peggioramento della crisi sanitaria, non solo in Italia ma anche nei principali partner commerciali europei. Anche tra le famiglie italiane è aumentata l'incertezza, che si è riflessa in una diminuzione della fiducia in ottobre, dopo due mesi di recupero. Tutte le componenti dell'indice composito sono risultate in calo, in particolare quelle relative al clima economico e al clima futuro. Sono peggiorate soprattutto le attese sulla situazione economica personale e sulla disoccupazione, mentre è aumentato il saldo relativo alle opportunità attuali di risparmio».

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