In audizione

Pil, Franco: chiuderemo 2021 con crescita del 6,2%-6,3%

Il ministro dell’Economia ascoltato in Parlamento sulla manovra. Taglio delle tasse «importante» a sostegno di famiglie e competitività

(IMAGOECONOMICA)

4' di lettura

Le ultime previsioni stimano un aumento del Pil nel 2021 del 6% ma «è probabile che il numero con cui chiuderemo sarà superiore», con una «crescita di un paio o tre decimi di Pil» in più. Sono le parole del ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso dell’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato. E «anche il quadro di finanza pubblica sarà leggermente migliore, indicavamo un deficit al 9,4% ma l’andamento del fabbisogno di cassa della Pa mostra un andamento migliore, il che ci consentirebbe di chiudere con una flessione del debito/Pil più accentuata di quanto previsto».

Importante taglio tasse per famiglie e competitività

Entrando nel dettaglio, l’intervento «principale» della manvora «riguarderà Irpef e Irap. In questi giorni ci stiamo incontrando per formulare una proposta da discutere in sede parlamentare, si tratta di 8 miliardi l’anno per 3 anni, è importante che questi fondi siano utilizzati per sostenere le famiglie e la nostra competitività e che siano coerenti con i principi della legge delega, cioè con quello che si farà poi».

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Intonazione espansiva della politica di bilancio

A livello d’insieme, secondo quanto ribadito da Franco, la manovra 2022-24 «ha un’intonazione che resterà espansiva. Nell’immediato il nostro obiettivo è recuperare il livello di Pil pre-crisi nella prima parte del 2022, possibilmente entro il primo trimestre 2022, sempre che dal lato della pandemia non vi siano forti peggioramenti».

Tassi di interesse saliranno, per debito serve la crescita

«Adesso siamo facilitati nella gestione del debito dalla politica monetaria molto accomodante, ma guardando in avanti i tassi saliranno, le politiche di sostegno verranno necessariamente meno, quindi dobbiamo affrontare questa situazione con una crescita più sostenuta». In sostanza il Governo ha «in testa non tanto la crescita del 2022 e 2023 che ci sarà, ma dopo, del 2024, 2025, 2026».

Interventi su bollette nelle prossime settimane

Intanto l’esecutivo sfrutterà i due miliardi di risorse messe a disposizione dalla manovra contro i rincari energetici con interventi che saranno decisi «nelle prossime settimane». È l’ulteriore impegno esplicitato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione. Il prossimo aggiornamento delle bollette di luce e gas da parte dell’Arera è previsto a fine dicembre per il primo trimestre 2022.

30 miliardi per bonus casa, cifre molto ampie

Quanto ai bonus edilizi, le proroghe «costano nei prossimi anni 30 miliardi, di cui 14 per il Superbonus, solo per i condomini 13,2 miliardi, sono cifre molto ampie. Nel 2021 il costo di cassa dei bonus immobiliari è stimato in 11,5 miliardi, discutiamo degli 8 miliardi sul Fisco che sono tanti, ma teniamo conto che i contribuenti si scaricano oltre 11 miliardi di lavori fatti negli anni scorsi; poi ci sono i lavori di quest’anno che costano 25,5 miliardi sugli anni futuri, noi aggiungiamo altri 30 miliardi: sono interventi molto importanti per sostenere il settore costruzioni, ma abbiamo cercato di attenuare in prospettiva l’entità per gli incentivi più ricchi». Franco aggiunge che il 110% «elimina il vincolo di prezzo e limita l’incentivo a cercare soluzioni più efficienti, sono interventi unitariamente molto costosi, secondo i dati Enea a fronte di 9,6 miliardi di lavori gli oneri ammontano a 10,5 miliardi, e siamo allo 0,5% del patrimonio immobiliare italiano, sono interventi molto ampi, oltre 100mila euro per ogni abitazione indipendente, e stiamo facendo lo 0,5% del patrimonio, i villini che sono il 7% del totale assorbono il 19% di detrazioni, le case popolari il 5%».

Misure per i giovani ma dovremmo fare molto di più

A giudizio di Franco «la condizione dei giovani è uno dei punti deboli del nostro Paese, hanno difficoltà a trovare lavoro, molti hanno lavori precari molti, vanno a lavorare all’estero. L’assegno unico, gli interventi in ricerca e nei dottorati in medicina, le agevolazioni per l’acquisto e la locazione della casa vanno nella direzione di sostenerli, che sia sufficiente dobbiamo rifletterci, dovremmo fare molto di più e questa deve essere una priorità».

Anche senza cashback pagamenti Pos in aumento

Il cashback «ha contribuito a incentivare la diffusione dei pagamenti elettronici e dei processi di digitalizzazione. Quello che vediamo nel primo semestre 2021 è un aumento dei pagamenti tramite Pos del 28% in valore, però abbiamo visto che nei mesi successivi, quando il cashback non era più operante, le percentuali sono rimaste grossomodo invariate, abbiamo pensato perciò di non prorogare il cashback, avendo a mente che l’uso dei pagamenti elettronici è stato ultimamente agevolato» in altre forme.

Disponibilità a valutare altri aiuti su cartelle

«Con il decreto fiscale si è già intervenuti allungando da 60 a 150 giorni i tempi di pagamento, la situazione va monitorata, condivido che è un problema aperto, massima apertura a valutare ogni altra soluzione che possa limitare situazioni difficili per le imprese, avendo a mente che abbiamo imprese molto diverse in condizioni molto diverse, i depositi sono aumentati di 100 miliardi, il che vuol dire che molte imprese hanno molta liquidità, i settori sono in situazioni diverse, ma massima disponibilità, abbiamo fatto passi avanti ma dobbiamo ancora lavorarci». Così il ministro dell’Economia rispondendo a una domanda dei parlamentari su un eventuale proroga della rottamazione e altre misure di dilazione delle cartelle.

Aperti su Fondo rafforzamento patrimoniale

«Il Fondo per il rafforzamento patrimoniale delle imprese, in passato non credo abbia avuto un grandissimo utilizzo ma si può valutare, se c’è una proposta di riavviarlo, tutto ciò che rafforza le imprese credo sia una buona cosa, abbiamo fatto l’Ace rafforzata che mirava proprio a sostenere il patrimonio, quindi siamo aperti a ogni suggerimento su questo».

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