economia in sofferenza

Pil: Istat stima -2% nel quarto trimestre, meno 8,9% nel 2020

La stima preliminare nel quarto trimestre 2020, quando la flessione per l’intera Eurozona è stata dello 0,7% . L’anno scorso il prodotto interno lordo corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell'8,9%: dato lievemente migliore delle attese del governo, espresse nella Nota di aggiornamento al Def.

(imagoeconomica)

2' di lettura

Nel quarto trimestre del 2020 si stima che il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% in termini tendenziali. Lo comunica l'Istat.Il dato italiano è il secondo peggiore (dopo l’Austria) nell’Eurozona, che ha registrato un calo complessivo dello 0,7% secondo i dati diffusi da Eurostat.

Calo Pil 2020 di poco inferiore alla stima del Def

Il quarto trimestre del 2020 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata in più rispetto al quarto trimestre del 2019. Nel 2020 quindi il Pil italiano corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell'8,9% - il dato è lievemente migliore delle attese del governo che nella Nota di aggiornamento al Def aveva stimato per l'anno una contrazione del 9% -, mentre per il Pil stimato sui dati trimestrali grezzi la riduzione è stata dell'8,8% (nel 2020 vi sono state 2 giornate lavorative in più rispetto al 2019). L’istituto statistico ha chiarito che i risultati dei conti nazionali annuali per il 2020 saranno diffusi il 1° marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 3 marzo.

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Positiva spinta su 2021, acquisito a +2,3%

Secondo l’Istat, il Pil acquisito per il 2021, quello che si otterrebbe se la variazione di tutti e quattro i trimestri dell'anno fosse pari a zero, è positivo, pari a +2,3%. Il calco è stato effettuato sulla base delle stime sul quarto trimestre del 2020.

Nuova contrazione del Pil nel IV trimestre a causa delle misure restrittive

L'economia italiana, spiega l'Istat commentando i dati, registra, dopo il robusto recupero del terzo trimestre pari a +16%, una nuova contrazione nel quarto «a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell'emergenza sanitaria. Tale risultato - continua l'Istituto di statistica - determina un ampliamento del calo tendenziale del Pil: da -5,1% del trimestre precedente a -6,6%».

Frenano domanda interna ed estera

La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.

Il quadro europeo

Eurostat ha intanto diffuso anche i corrispondenti dati per Eurozona e Unione europea, dopo quelli già diffusi di Francia, Germania e Spagna. La contrazione del Pil nel quarto trimestre, dopo il balzo del terzo, è stata inferiore alle attese, attestandosi a -0,7% sul trimestre precedente per l’Eurozona e a -0,5% per l’Unione europea. Peggio dell’Italia ha fatto l’Austria (-4,3%), un po’ meglio la Francia (-1,3%), La prima stima per l’intero 2020 è pari a -6,8% per la zona euro, -6,4% per la Ue.

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