Licata, città di vertigini sul mare e di sapori indimenticabili
Pino Cuttaia e la sua sublima cucina di pesce poi la trama del centro
Un break gastronomico è consigliabile proprio per gustare le meraviglie che si pescano in questo mare generoso e vengono poi cucinate ed esaltate nei ristoranti che hanno reso celebre Licata, dalla Madia dello stellato Pino Cuttaia all’ Oste e il Sacrestano: alla trattoria Donna Rosa, gestita dalla stessa famiglia ormai da diverse generazioni, i primi piatti sono sublimi, arrivano all’infinito uno dopo l’altro come se fosse un banchetto nuziale. Invece è il semplice genuino gusto per l’ospitalità licatese. Abbracci, strette di mano sorrisi si moltiplicano passeggiando da piazza Progresso, in cui sorge il Palazzo di Città, lungo Corso Roma, i corsi Umberto e Vittorio Emanuele, e mentre si sosta dinnanzi alla Chiesa del Carmine, a Palazzo Germain, ai neoclassici Palazzi Urso e Cannarella, Urso-Ventura, e Re-Laganà, quest’ultimo settecentesco.
Colpiscono l’immaginazione anche la dimora Greco e la casa Re-Giganti, oltre alla magione del Barone La Lumia e la casa Re-Grillo. Quest’ultima dà il là per avventurarsi sulle colline della città a seguire l’itinerario delle ville liberty che la borghesia locale commissionava agli architetti capaci sull’isola di esaltare quello stile fatto di florilegi senza porre loro alcun limite di spesa: ecco, dunque, che un percorso a serpentina evidenzia la spavalderia architettonica di queste abitazioni rivolte verso il mare e tutte abbarbicate sulla collina di Monserrato, a cominciare da Villa Sapio Rumbolo, la nostalgica villa Urso, l’accattivante villa La Lumia e infine Villa Giuliana.
L’architettura più eccelsa di Licata, comunque, è il suo castello posto sulla sommità di Monte S. Angelo. Salirvi a piedi al tramonto - poi sarà un piacere premiarsi alla Pizza Fauzzeria del fantasioso chef, ex militare, Gianluca Grauci - significa cogliere tutta la forza della sua posizione dominante la baia a 130 metri di altezza - fu utilizzato anche come postazione del telegrafo ad asta e semaforo per gli aerei militari.- , mentre camminare subito dopo sopra il giro di ronda dei suoi bastioni panoramici fa sentire liberi e pindarici come i gabbiani che vi fanno nido.