«Pinocchio», «lecca piedi», «buffone»: ecco quando l’offesa diventa diffamazione

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«Pinocchio», «lecca piedi», «buffone»: ecco quando l’offesa diventa diffamazione

di Marisa Marraffino

(kai - stock.adobe.com)

Perdere le staffe può costare caro. Se ci si fa scappare una frase offensiva, infatti, si rischia di finire in tribunale e di essere condannati per diffamazione. Ma attenzione: non sempre chi insulta commette un illecito. Ci sono casi, infatti, che per i giudici rientrano nel normale diritto di critica politica, che opera come “esimente” del reato di diffamazione. A contare molto è anche il contesto: ad esempio, lo stesso aggettivo, «buffone», è valutato in modo diverso se indirizzato verso un comune cittadino o verso un politico (nella fattispecie, Silvio Berlusconi).
Ecco allora alcune delle offese su cui si sono pronunciati di recente i magistrati.

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