Pinocchio nel mondo invisibile di Alex Pinna
L’artista ha dovuto fare i conti con i cartoni animati e i fumetti e, per prendere le distanze da figure incontrate nell'infanzia, è arrivato a schiacciare sotto un'incudine l'irraggiungibile
di Rossana Dedola
2' di lettura
Ho conosciuto Alex Pinna in occasione di una sua mostra in Sardegna, a Tortolì, dove ho visto anche il suo enorme Pinocchio che è sdraiato per terra ed è rivolto verso un edificio scolastico, come per ricordarci tutto quello che dell'infanzia resta fuori dalla scuola. In un'altra occasione sono ripassata davanti a quel lunghissimo burattino disteso e ne ho colto ancora di più la forza d'attrazione vedendo dei bambini che giocavano con quel monumento, uno in particolare aveva afferrato il lungo naso e penzolava facendo l'altalena. In quella mostra c'erano nuovi personaggi, qualche nuovo piccolo Pinocchio di bronzo, omini di corda anch'essi pendenti alla ricerca di un punto di equilibrio o di squilibrio, di una postura o di una fessura che immette verso altri mondi.
Pinocchio
Non è il solo scultore a interrogarsi su Pinocchio, anche se non lo fa ossessivamente come Jim Dine che ne ha scolpito più di quattromila e ne ha realizzato uno di due tonnellate e mezzo. Anche altri artisti hanno scelto per il burattino la sovradimensione, come l'imponente Pinocchio gonfiabile tutto nero dalla testa quadrata di Paul McCarty presentato alla Tate Gallery o quello altissimo del newyorkese KAWS che con le sue spalle piegate pare vergognarsi di conservare nelle sue fattezze qualcosa del Pinocchio disneyano. Anche Alex ha dovuto fare i conti con i cartoni animati e i fumetti e, per prendere le distanze da figure incontrate nell'infanzia, è arrivato a schiacciare sotto un'incudine l'irraggiungibile struzzo Beep Beep, ha aperto la gabbia del canarino Titti, mostrandola vuota e avvolta da una nuvola di piume gialle. Le installazioni gli hanno permesso di allontanarsi da Walt Disney e di ritrovare il suo Pinocchio, che all'inizio appariva ancora con qualche tratto di Mikey Mouse.
Nel suo studio mi fa ripercorrere le tappe della sua carriera artistica, dalla prima sui Vizi umani in cui il vizio del gioco o dell'alcool viene rappresentato da mani che si allungano a dismisura o da bottiglie su cui un piccolo personaggio vive come su un pianeta, al lungo confronto non solo con Pinocchio, ma con altri personaggi delle Avventure, come Lucignolo appeso a una lampadina. I suoi bronzi umani si appoggiano a un muro, stanno in bilico su un trampolino, si allungano da una base triangolare per spiccare un salto verso il vuoto, ma non vogliono imitare la realtà, al contrario paiono alludere a ciò che sta oltre e che gli adulti non sono più in grado di vedere, come il compagno immaginario dell'infanzia che se ne sta imbronciato in un angolo perché è stato dimenticato. I bambini che a Tortolì si arrampicano sul corpo del burattino sono ancora in grado di giocare con il mondo invisibile che vive accanto a noi e con cui Pinocchio è sempre in contatto.
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