ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùSpazio

Pioggia di ordini per i satelliti Made in Milano

Ohb Italia conquista nuove commesse con i fondi Pnrr: satellitiper la costellazione Iride, un intercettore di comete e telescopi terrestri hi-tech

di Luca Orlando

3' di lettura

Perdere tempo non si può.
E non solo perché il committente, il Governo del Lussemburgo, vorrebbe vedere in orbita il nuovo sistema ottico già nel 2024. Ma anche perché la camera bianca di Ohb Italia in cui il satellite è sviluppato, alla periferia nord-ovest di Milano, è già “prenotata” per la commessa successiva.

Anno straordinario, in effetti il 2022, per la controllata italiana della multinazionale quotata a Francoforte, con una pioggia di nuove commesse che porta il backlog a sfiorare i 250 milioni saturando per anni la capacità produttiva attuale.

Loading...

«In effetti - spiega Angelo Vallerani, responsabile delle relazioni istituzionali e presidente del distretto aerospaziale lombardo - quello degli spazi inizia ad essere un tema da affrontare: se le camere bianche non possono essere certo spostate, stiamo valutando l’ingresso in nuove aree per espandere gli uffici».

Ampliamento necessario soprattutto per accogliere la nuova ondata di assunzioni in arrivo in pochi mesi per l’integratore di satelliti milanese, una cinquantina di risorse, in gran parte ingegneri e fisici, che dovranno contribuire ad alzare i ritmi produttivi del sito.

Sprint legato anzitutto al nuovo ordine acquisito attraverso i fondi Pnrr e veicolato dall’Esa: un gruppo di 12 satelliti che andrà a far parte della futura costellazione Iride per l’osservazione terrestre, commessa che vale complessivamente 37 milioni, con un’opzione per altri 20. «La prima dozzina di satelliti dovrà essere completata entro novembre 2024 - spiega Vallerani - e quindi i tempi sono davvero stretti. Cruciale, da questo punto di vista, è la disponibilità della nuova camera bianca realizzata un paio di anni fa, investimento da 1,5 milioni che ci consente ora di scalare verso l’alto la produzione».

Così come in crescita è l’organico aziendale: se prima del Covid si assestava su un livello di 170 addetti, oggi si va oltre quota 200, con una prospettiva di arrivare a 300 unità entro cinque anni: i profili presenti sul sito, in termini di posizioni aperte, sono al momento in cui scriviamo una cinquantina.

«Parliamo di profili tecnici complicati da trovare - aggiunge Vallerani - e anche se per queste commesse dobbiamo inserire personale già formato, subito operativo per l’assemblaggio, guardiamo in prospettiva anche ai neolaureati. Per questo, a livello di distretto aerospaziale lombardo stiamo ragionando con le Università, in modo da alimentare in modo più massiccio questo bacino di competenze per un settore che sta crescendo molto e che come si vede ha sempre più “fame” di know-how».

Sistema che in Lombardia funziona, come testimoniato del resto dalla presenza a fianco di Ohb Italia di altre due realtà locali (Optec e Aresys) nella costruzione della costellazione per Iride.

Altro “colpo” non banale per la società è Comet Interceptor, commessa da 120 milioni, in gran parte di pertinenza proprio di Ohb, per realizzare entro il 2028 un maxi-satellite da una tonnellata. Oggetto che stazionerà a lungo in una sorta di attesa vigile nella zona di equilibrio di Lagrange (1,5 milioni di km dalla terra) per poi “accendersi” nel momento in cui dovrà intercettare la cometa prescelta (ancora non nota) e mettersi nella sua coda per studiarne le caratteristiche. «La firma con l’Agenzia Spaziale Europea è dello scorso dicembre - aggiunge Vallerani - e ora sappiamo già come occupare la nostra facility: quando uscirà il satellite commissionato dal Lussemburgo, inizieremo subito a lavorare su questo progetto, in cui siamo prime contractor». Il momento d’oro dell’azienda si completa con altri programmi di lungo respiro, come un payload di 600 chili per il microwave imager dedicato alla meterorologia di precisione o i quattro telescopi terrestri di nuova generazione commissionati dall’Agenzia Spaziale Italiana, ordine da 55 milioni a cui se ne aggiungeranno probabilmente altri 20 per la costruzione dei quattro siti fisici di osservazione: in Italia (Sicilia), Arizona, Australia e poi Cile/Argentina. «Si basano su una nuova tecnologia, fly-eye, sviluppata da un docente italiano - spiega - che consente di avere allo stesso tempo alta risoluzione per un grande campo visivo. Serviranno per monitorare i detriti che ruotano in orbita e che rappresentano una minaccia costante per satelliti o altre missioni. I dati verranno raccolti dall’Asi e poi gestiti in funzione di un monitoraggio globale che contribuirà alla sicurezza del cosmo».

Overbooking degli spazi risolto in questo caso andando a costruire questi telescopi all’interno degli spazi di un’azienda del distretto, la Aerea di Turate, ennesima conferma del circolo virtuoso innescato dal funzionamento delle partnership grazie alla presenza del distretto.

«Qui in effetti si osserva un sistema che funziona, con tante realtà eccellenti che sono in grado di giocare una partita globale. Non a caso, molte di queste Pmi conquistano commesse in tutto il mondo, a partire da quelle ai massimi livelli organizzate dalla Nasa».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti