Pirelli: cinesi disdettano patto, colpo di scena dopo Golden Power
Sinochem e Silk Road, secondo le indiscrezioni raccolte dal Sole, hanno deciso di disdettare il patto parasociale di Pirelli. Ecco cosa può accadere ora sulla società
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Sinochem e Silk Road hanno deciso di disdettare il patto parasociale che allinea i voti dei due investitori e porta la quota di controllo dei soci cinesi fino al 42%. È quanto risulta dalle indiscrezioni raccolte dal Sole 24e Ore.
Patto scaduto
Venerdì scorso era infatti scaduto l’accordo, denominato “contratto azione di concerto” siglato da Silk road, socio di Pirelli al 9%, e Sinochem (ex ChemChina), primo azionista della Bicocca con il 37%. L’intesa in questione non si estendeva sull’intera quota di Silk Road nel gruppo degli pneumatici, ma “vincolava” solo una parte e precisamente il 5%. In particolare, secondo questo accordo, Silk Road aveva un impegno di lock-up e un impegno a votare nelle assemblee di Pirelli secondo le istruzioni di voto di ChemChina, fatta eccezione per le decisioni che riguardano alcune materie: aumento di capitale e riduzione del capitale; liquidazione, fusione o scissione ; modifiche dello statuto dell’Emittente; esercizio di azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori ai sensi degli artt. 2392 e 2393 c.c.
E ora disdettato
In base a questo patto le parti avevano inoltre assunto l’impegno a non effettuare acquisti di azioni Pirelli e a non sottoscrivere accordi che possano far sorgere in capo alle parti l’obbligo di promuovere un’offerta di acquisto obbligatoria sulle azioni Pirelli. A partitre da venerdì scorso, Silk Road e ChemChina avevano 5 giorni di tempo per decidere se sottoscrivere un nuovo accordo o far cadere il vincolo. Il patto non prevede infatti ipotesi di rinnovo automatico, né di recesso. Da qui l’avvio di negoziazioni. E ora è arrivato il verdetto finale: patto disdettato.
I paletti fissati dal Golden Power
Certo è che la decisione finale presa dai due azionisti cinesi sulla quota Pirelli “sindacata” dà probabilmente la misura delle intenzioni nel medio lungo periodo del partner di Marco Tronchetti Provera su Pirelli. Si tratta, infatti, del primo passaggio chiave dopo il cambio di governance in Pirelli successivo all’intervento del Governo italiano che su proposta del comitato Golden Power ha riscritto il patto siglato tra ChemChina e Camfin, imponendo limitazioni al socio cinese.
Le sensibili modifiche della governance della Bicocca imposte dal Golden Power condizioneranno la strategia di Sinochem sulla partecipazione in Pirelli? Una prima risposta, evidentemente, il mercato se la aspettava proprio dal rinnovo o dalla disdetta dell’accordo tutto cinese che fa salire il controllo al 42%. È evidente che la mossa su questo accordo potrebbe essere indicativa degli umori e delle intenzioni del partner cinese, perché di fatto “libererebbe” un 5% del capitale da vincoli e obblighi contrattuali, ridimensionando il controllo di fatto del blocco cinese al 37%. Un inizio di “liberi tutti” che potrebbe voler dire, in prospettiva, la volontà di lasciare maggiore flessibilità sul pacchetto in Pirelli.
Schema stringente
Lo schema uscito da Palazzo Chigi è infatti stringente e per molti versi fa tornare i rapporti tra i soci agli accordi siglati nel 2017 e nel 2019: la holding dei soci italiani con 4 consiglieri sui 12 eletti dalla lista di maggioranza, l’amministratore delegato scelto da Camfin, la presenza di un direttore generale per realizzare il piano industriale e sovraintendere alla gestione ordinaria. Ai cinesi, in sostanza, viene impedito di esercitare funzioni di coordinamento e controllo, ma anche di parlare e interagire con il management.
Insomma, le misure adottate producono un effetto immediato: i cinesi non possono votare, su temi critici e nomine, se non in accordo con i soci italiani. Altrimenti il loro voto non vale nulla. La situazione mette così Sinochem/ChemChina in una posizione complessa: gli investimenti di ChemChina, infatti, sono vincolati al fatto che essa detenga partecipazioni di controllo.
Non è un caso che, secondo quanto ricostruito da Il Sole 24 Ore , sul tavolo del partner di Pechino ci sarebbe proprio il tema del consolidamento di Pirelli. Se in passato si è proceduto in tal senso, chiaramente la modifica della governance e l’assenza effettiva del controllo dei cinesi su Pirelli, potrebbero rappresentare dei temi validi per non consolidare più quel ricco pacchetto nel gruppo della Bicocca. Con risvolti, nel caso in cui questa eventualità si presentasse, ancora tutti da verificare.
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