Variante Covid Pirola in Italia: meno contagiosa di Eris, ma potrebbe colpire i fragili
Isolata a Brescia per la prima volta ha tutte le carte in regola per poter prendere piede e soppiantare le varianti che circolano di più nel nostro Paese
di Marzio Bartoloni
I punti chiave
4' di lettura
La variante BA.2.86, ribattezzata Pirola, ha fatto il suo ingresso anche in Italia e ha tutte le carte in regola per poter prendere piede e soppiantare le varianti che circolano di più nel nostro Paese sostituendo Eris (EG5) attualmente dominante , ma «non c'è alcuna evidenza che si tratti di una variante più patogena o più aggressiva delle precedenti», ha spiegato subito Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), che con il suo team a Brescia ha isolato Pirola per la prima volta nel nostro Paese e ora studierà le mutazioni per capire se questa variante può aggirare le vaccinazioni.
L’identikit della variante Pirola
La variante BA.2.86 (Pirola) condivide con Omicron l'elevato numero di mutazioni - oltre 35 - e questa caratteristica ha fatto scattare l’allarme dell'Organizzazione mondiale della Sanità che l’ha subito inserita tra le varianti sotto monitoraggio. Il nuovo vaccino anti-Covid aggiornato di Pfizer adattato alla sottovariante Omicron XBB.1.5 (Kraken) si prevede - come affermato dall'Agenzia europea dei medicinali Ema - che contribuisca a mantenere una protezione ottimale contro il Covid causato anche da altre varianti come la stessa Pirola. Due studi condotti di recente indipendentemente all'Università di Pechino e al Karolinska Institutet di Stoccolma hanno però tranquillizzato in merito alla pericolosità di questa variante: anche se Pirola è capace di eludere la risposta immunitaria, è meno contagiosa rispetto alle altre varianti attualmente in circolazione. Secondo le due ricerche, BA.2.86 è capace di sfuggire all'immunità sviluppata con precedenti infezioni o con il vaccino, tuttavia in chi ha contratto infezioni di recente la risposta immunitaria non è del tutto inefficace. Non meno importante il fatto che la variante, secondo gli studi, non abbia una grande capacità di diffondersi.
Non è scontato che ci sia una mini ondata
«È una variante che ha una spike diversa da tutte le altre varianti Omicron con oltre 35 mutazioni e con queste caratteristiche potrebbe essere una tipologia di virus che infetta anche i guariti e i vaccinati. L'interesse della comunità scientifica però deve essere sul fatto che possa essere o meno più contagiosa e trasmissibile, abbiamo visto che EG.5 o Eris ha fatto mini ondata di casi ma non è detto che anche Pirola possa causare grandi numeri», conferma l'infettivologo Marco Falcone, segretario della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit). Secondo l'infettivologo, «in ogni caso o Pirola, Eris o la prossima variante dal nome affasciante, i soggetti fragili, gli anziani, i malati oncologi e ematologici, devono fare il vaccino aggiornato a XBB che rappresenta, indipendentemente dalla variante che gira, una stimolazione e un potenziamento degli anticorpi necessario per affrontare l'autunno. Questi soggetti magari si infetteranno ma - conclude - non svilupperanno una malatia grave, il valore dei vaccini rimane intatto rispetto alle nuove varianti perché abbiamo già avuto l'esperienza di quanto accaduto negli anni passati».
Sotto la lente la capacità di aggirare i vaccini
Anche per Mauro Pistello, vicepresidente della Società italiana di microbiologia e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell'Istituto superiore di sanità (Iss), «Pirola può darci delle criticità, che al momento arrivano però da studi in vitro, ma ha anche delle debolezze e questa è una buona notizia». «Per Eris non c'erano molti problemi anche sul fronte della protezione del vaccino anti-Covid aggiornato con XBB - prosegue Pistello -, ma per Pirola iniziano le perplessità sul fatto che il vaccino possa proteggere. Parliamo per ora di studi in vitro e non sul campo, ma sembrerebbe esserci una minor protezione da Pirola. Questo potrebbe essere un salto di qualità: Pirola ha 36 mutazioni aggiuntive rispetto a Kraken, un dato che ci mette in allerta rispetto alle immunizzazioni. Ma veniamo alle buone notizie: sempre da test in vitro - precisa il virologo - Pirola sembra essere meno infettante rispetto a EG.5.1, quindi non è detto che abbia lo stesso livello di trasmissione e di capacità infettiva». «Possiamo dire - riassume Pistello - che al momento non ci sono indicazioni che Pirola possa essere più patogena rispetto alle altre varianti. In conclusione, potrebbero esserci sì più contagi, come accaduto in Usa, ma non casi gravi tali da mettere in difficoltà gli ospedali».
Non scappa ai test ma potrebbe colpire di più i fragili
«Una delle nostre preoccupazioni era che questa variante fosse in grado di 'evitare' i test antigenici. Ora, con l'isolmento a Brescia, avremo un vantaggio rispetto a questo fronte e anche su altre considerazioni» sottolinea Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. La variante Pirola è stata isolata dal team di Arnaldo Caruso, «in un paziente immunocompromesso - aggiunge Ciccozzi - come era accaduto anche in altri Paesi. Quindi c'è l'ipotesi che questa variante possa portare ad una infezione in questa tipologia di persone e poi rilanciarsi con altri cambiamenti». Ecco perché è cruciale la vaccinazioni per le categorie a rischio : «I fragili e agli anziani è bene che si vaccinino, per il loro bene e contro il rischio di sviluppare una forma di Covid grave, ma anche - conclude Ciccozzi - per limitare la circolazione di varianti che hanno una elevata percentuale di mutazioni che può potenzialmente renderle più pericolose».
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