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Pitti sceglie Magliano come guest designer

Lo stilista bolognese ha vinto il Karl Lagerfel Prize nell’ambito dei premi 2023 di Lvmh ed è stato inserito da Business of Fashion tra le 500 persone più influenti nel mondo della moda

di Marta Casadei

2' di lettura

La nomina a guest designer dell’edizione di gennaio 2024 di Pitti Immagine Uomo - in programma dal 9 al 12 gennaio a Firenze - è l’ennesima conferma per Luca Magliano, classe 1987, che nel 2017 ha fondato il brand Magliano, con sede a Bologna, e dal 2018 partecipa regolarmente alla Milano fashion week. Lo stilista emiliano, infatti, è stato insignito del premio Karl Lagerfeld nell’ambito del LVMH Prize 2023, uno dei premi più prestigiosi (e “ricchi”) dedicati ai giovani stilisti. Magliano è stato anche inserito da Business of Fashion nella lista delle 500 persone più influenti nella moda mondiale.

«Ci sono almeno tre buoni motivi per cui abbiamo proposto a Magliano di sfilare a Firenze, d’accordo con Camera della Moda, come guest designer della prossima edizione di Pitti Uomo - ha spiegato Lapo Cianchi, direttore della comunicazione e eventi di Pitti Immagine - . Il primo è che Luca si distingue per la capacità di modellare in maniera originale i canoni culturali e sociali di solito associati alla moda italiana: un elemento centrale in questo senso è la sua inclinazione verso un lavoro realmente collettivo. Il secondo è che ci sembra interessante, quando possibile, scandire periodicamente il tempo – la carriera, l’evoluzione stilistica - dei designer che hanno esordito pubblicamente a Pitti Uomo e che si sono poi affermati a livello internazionale. Il terzo è che ci piace la persona, la sua generosità e il suo entusiasmo, la sua colta semplicità. Da vero emiliano»

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Quello di Magliano, di fatto, è un ritorno a casa: lo stilista comunicazione ha vinto il concorso Who’s On Next (promosso da Vogue Italia e Pitti Immagine) nel 2017 e l’anno successivo il concorso Pitti Italics di Pitti Uomo: «Pitti è dove il nostro progetto si è manifestato per la prima volta cinque anni fa, con quella enorme montagna di rose rosse che a pensarci adesso mi dà un gran senso di vertigine e di tenerezza: come guardarsi allo specchio dopo tempo e ritrovare le cose importanti, anche se intanto è successo di tutto. Questo ritorno a casa, da persone a cui vuoi bene e che stimi, mi riempie di gioia. È l’occasione ideale - perché sospesa - per immaginarci al futuro, più Magliano che mai».

Magliano è uno dei talenti più apprezzati tra quelli delle nuove generazioni di designer italiani. La sua forza è anche quella di aver sviluppato il proprio brand in una città come Bologna, dove ha studiato alla Libera Università delle Arti, alternativa alle blasonate capitali della moda italiana, rendendo il “provincialismo” - che per tanto tempo è stato visto come una cosa poco positiva - ricercato e rilassato, elevandolo a fattore di interesse. Portando nella moda anche una serie di grandi temi sociali, come quello del mondo operaio. Un approccio - quello di puntare sulle “alternative” - che si ritrova in molte sue scelte come quella di sfilare alla Milano Fashion Week in una cabina di trasformazione dell’Enel ormai in disuso.

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