New York

Pittrici e giovani talenti sugli scudi da Phillips

Mercato bollente e garantito: raggiungono record Hughes, Juszkiewicz e Pettibon. Vanno bene le artiste di ogni periodo, i classici nelle stime

di Marilena Pirrelli

Lotti: la prima foto di scena dell'asta e poi Bacon , Hughes, Pettibon, O'Keeffe, Brown, Singer

5' di lettura

L’asta serale di arte contemporanea e del XX secolo di Phillips del 17 novembre nel nuovissimo headquarter al 432 di Park Avenue ha aggiudicato 119 milioni di dollari (137,9 milioni con le commissioni), rispetto alle stime pre-asta di 96,3-133,1 milioni di dollari con 44 lotti venduti sui 46 offerti, pari al 96% e in valore del 97%. È il realizzo storico più alto per la casa d’aste superando anche l’incanto serale in live streaming dello scorso dicembre che aggiudicò 134,6 milioni dollari con 31 lotti venduti, allora il più alto nella sua storia. Sono stati stabiliti tre nuovi record e 11 lavori, incluso il top lot di Francis Bacon, erano supportati da garanzie di terze parti, assicurando almeno un successo minimo. Invendute le opere di Willem de Kooning e Wassily Kandinsky.

Un vortice di giovani ed emergenti

La serata si è aperta sotto il migliore degli auspici con il lotto n. 1, un paesaggio coloratissimo su larga scala di Shara Hughes « Inside Out» del 2018 che ha raggiunto il record di 1,2 milioni (1,4 milioni con il buyer premium) superando per oltre tre volte la stima massima di 350.000 $. Il vortice immaginifico delle opere è proseguito nella gara con un ritmo veloce anche per «My Umbrella Has A Nourishing Disguiseto» del 2018 dell’artista inglese di colore under 30 Jadé Fadojutimi che, dalla stima tra 150.000- 200.000 $, ha corso fino a 700.000 $, 877.000 con le commissioni. Il terzo lotto «Girl in Blue» del 2013 della neo surrealista polacca Ewa Juszkiewicz non ha interrotto l’effetto moltiplicazione delle stime, tra 80.000 - 120.000, per arrivare al redord d’asta di 730.800 $. Il quarto lotto, figurativo, «Green Sofa» dell’artista ganese Kwesi Botchway (1994) che debuttava sotto il martello, ha portato 170.000 $, con le commissioni 214.200 $, dalla stima tra 30.000- 50.000 $.

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Da Phillips decollano le pittrici e giovani talenti

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La corsa degli artisti emergenti ancora poco noti ma già molto richiesti sul mercato secondario ha guadagnato terreno con il lotto cinque, il doppio ritratto di Titus Kaphar, «Fade with Time» (2013), raffigurante una figura seduta con una spada cerimoniale e un servo nero in piedi, dipinto basato su una fotografia del XIX secolo di un soldato confederato e il suo servitore, venduto per 650.000 $ (816.500 $ con il buyer premium, stimato 400.000- 600.000 $). Il crescendo dell’asta si è placato con il lotto sei: della prima serie di stampe sul corpo, il raro monotipo a pigmenti e inchiostro su carta e collage di vetro su una cornice d’artista di David Hammons, «Puzzling Times» (1976) ha realizzato 700.000 $, sotto le stime tra 1-1,5 milioni $. Diverso l’esito a sera tarda della sua scultura «Untitled» del 1988, composta da padelle, un tubo di gomma e catene di metallo, che ha raggiunto i 3 milioni di $ (3,6 milioni con le commissioni) dalla stima tra 1 e 1,5 milioni di $. La rincorsa è ripresa dal lotto 6, l’enorme «No Title (Let him come...)» del 2011, penna su carta di Raymond Pettibon che ha segnato un nuovo record d’asta di 2,8 milioni di $, 3,4 milioni con le commissioni, dalla stima tra 1,5 e 2 milioni. Le architetture colorate di Nicolas Party in «Houses» del 2015 hanno oscurato le stime tra 400.000 - 600.000 per arrivare a 1.724.000 $. Rincorse dal mercato anche la figura nera di «On the Verge: Green» di Reggie Burrows Hodges scmabiata a 567.000 $, dalla stima tra 100.000 - 150.000.

La forza del gentil sesso

Accesa ancor di più l’atmosfera con l’ultima e grande astrazione «Untitled» (279,4 x 200 cm) di Joan Mitchell del 1992, realizzata poco prima della sua scomparsa. L’opera verticale di straordinaria vitalità e colori è stata contesa fino a 10 milioni di $, 11,8 milioni con le commissioni, dalla stima tra 4 e 6 milioni, forse anche sull’onda della buona critica sulla retrospettiva in corso fino al prossimo 17 gennaio al San Francisco Museum of Modern Art. A conferma del grande interesse collezionistico per le espressioniste astratte americane che, finalmente, si avvicinano ai valori dei colleghi. Mentre è stato aggiudicato entro le stime, tra 4 e 6 milioni, il paesaggio esotico di Georgia O’Keeffe, «Crab’s Claw Ginger Hawaii» del 1939, andato all’offerente al telefono per 6,4 milioni di $, 7,7 milioni con le commissioni, uno dei 22 dipinti realizzati durante e dopo il suo soggiorno alle Hawaii. Che per le artiste sia un momento d’oro lo conferma il valore raggiunto da «Untitled» del 2007, astrazione densamente composta, di Cecily Brown venduta all’art advisor Gabby Palmieri per 5,5 milioni, 6,1 milioni con il buyer premium dalle stime tra 3,5 e 4,5 milioni di $. Di Amy Sherald – prima donna afroamericana a dipingere un ritratto presidenziale, degli Obama, per la National Portrait Gallery della Smithsonian Institution – il lotto 15 «Welfare Queen», signora nera elegantemente incoronata e vestita, del 2012 è salito fino a 3,2 milioni di $, 3,9 milioni con le commissioni, dalla stima tra 1,2 e 1,8 milioni. Nello stesso filone di genere, la composizione elaborata in digitale di Avery Singer con sfumature cinematografiche, «European Ego Ideal», murale in scala 254 x 304,8 cm, ha raggiunto i 3,3 milioni di dollari, 4 milioni con le commissioni, dalle previsioni tra 1,5 e 2,5 milioni di $. Pure l’erotico e surrealista olio su lino del 2018 dell’americana Emily Mae Smith «Feast and Famine» ha conquistato la sala balzando, dalla stima tra 200-300.000 $, a 1.361.000 $. Il genti sesso si difende bene sul mercato.

La serie dei grandi

Il top lot della serata, il volto oscuro e spaventoso di «Pope with Owls» del 1958 di Francis Bacon è rimasto entro le stime, 35 - 45 milioni di $, al prezzo di martello di 33 milioni di $, probabilmente andando al garante di parte terza. Fresco di mercato, il dipinto del periodo dell’artista a Tangeri, era stato acquistato dal venditore nel 1986 dal defunto mercante d’arte svizzero Thomas Ammann per 700.000$. Due le opere di Jean-Michel Basquiat proposte: «Untitled (The Door)» del 1984, acrilico, olio e collage Xerox su una porta di legno, è passato di mano per 8,5 milioni con premium, stima 6-8 milioni, dopo esser stato inutilmente conteso da Adam Chinn, partner fondatore del nuovo advisory Art Intelligence Global. L’ultima volta era stato venduto alla Phillips de Pury & Company di New York nel maggio 2010 per 1,7 milioni di dollari. Meglio è andata per «Untitled (from Famous Negro Athlete Series)» del 1981 che ha battuto le stime tra 750.000 - 1.100.000 per fermarsi a 2.450.000 $ con le commissioni. Un tardo Andy Warhol, «The Last Supper/Be a Somebody with a Body» del 1986 in bianco e nero, sintesi della doppia ossessione dell’artista per il cattolicesimo e per la figura maschile, si è fermato a 5,6 milioni $ senza raggiungere neanche la stima minima, probabilmente finendo alla garanzia terza. Senza guizzi anche «WeiB (White)» del 1988 del maestro dell’astrazione Gerhard Richter aggiudicato appena sopra la stima minima di 4 milioni a 4,7 milioni, arrivato in asta con una garanzia di terze parti, era passato l’ultima volta da Phillips Londra nel 2013 a 2,4 milioni di £ (3,8 milioni di $).

Nel moderno la natura morta di Pierre Bonnard, «Panier de fruit» del 1946 ha battuto le stime tra 2 e 3 milioni arrivando a scambiare per 4,1 milioni, 4,9 milioni di $ con le commissioni. Entusiasmo nel team della casa d’aste: Jean-Paul Engelen e Robert Manley, Deputy Chairmen e Worldwide Co-Heads of 20th Century & Contemporary Art hanno dichiarato ad asta conclusa: «La vendita è stata la prima asta organizzata dalla nostra nuova sede e ha dimostrato l’incredibile forza ed energia del mercato con risultati stellari».

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